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Operazione Diamante

Discussione in 'Wargames - Generale' iniziata da Luigi Varriale, 24 Marzo 2019.

  1. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Turno 1
    Presa di terra Porto di Misrata

    Il mare increspato che non era assolutamente nulla a bordo del S.GIORGIO, si faceva invece violentemente sentire durante la navigazione di trasferimento a terra con i Gemini. Il Capo Scelto Verdotto era quasi completamente inzuppato a meno di metà del viaggio, senza considerare il notevole sballottamento di uomini ed equipaggiamento anche alla modesta velocità di 4 nodi. Fortunatamente erano almeno migliorate le condizioni di visibilità che adesso erano quasi perfette. Già da molto lontano, Verdotto alternando lo sguardo tra i suoi gommoni e la terraferma, poteva notare un considerevole assembramento di persone nei dintorni delle banchine e della spiaggia. Nessun effetto sorpresa, pensò tra sé ironicamente.

    La scena diveniva sempre più chiara man mano che le imbarcazioni si avvicinavano al punto prestabilito di approdo. Verdotto cominciava a distinguere figure in uniforme allineate davanti ad una non ben identificata folla di civili immediatamente retrostanti alla spiaggia. Il Guardiamarina Sangani si voltò verso di lui tra il preoccupato e l'interrogativo. Verdotto, alla guida dell'imbarcazione ricambiò lo sguardo assumendo un'espressione fatalistica.

    "Cobra uno qui Zeus" arrivò la voce del piota dell'NH-90 che già sorvolava l'abitato.

    "Avanti Zeus"

    "Rapporto situazione Cobra; militari armati in uniforme sulla battigia, cordonano civili antistanti la spiaggia. Almeno un civile armato di AK in movimento al traverso della rotabile principale cambio"

    "Zeus ricevuto, continuate ad osservare ed a riferire cambio"

    "Roger Cobra; chiudo."

    Il Capo Scelto Verdotto commutò sulla frequenza di plotone, riferendo alle sue unità il rapporto situazione dell'NH.

    "Fate attenzione che mi è stato segnalato almeno un civile armato in zona."

    e ricevette la conferma da tutte le sezioni.

    L'arresto sulla terraferma del Gommone del comandante fu subitaneo. Ostentando calma, il personale prese terra, assicurando allo stesso tempo le imbarcazioni. La confusione a terra era molto più accentuata di quanto potesse notarsi dal mare, con una folla di civili assiepata lungo tutta la linea della spiaggia e controllata da personale in uniforme libico che la teneva a distanza. La sezione di Richardson si attestò al limitare destro della zona di presa di terra, presso un'area alberata, schiereando i suoi uomini in posizione di attesa ginocchio a terra ed armi puntate verso il basso, formando un perimetro a 180 gradi di guardia della loro posizione.

    La sezione comando di Verdotto si incamminò attraverso la spiaggia, per prendere contatto con il personale in uniforme, con il comandante in testa e Sangani ed il medico sui lati a guardare i finachi. Ci si muoveva tentando di apparire disinvolti, ma senza dimenticare i fondamentali del movimento tattico. Improvvisamente da uno dei gruppi di civili, si distaccò un certo numero di persone che i militari libici non riuscirono a controllare. Questi vennero verso il gruppo di Verdotto: giovani adolescenti, adulti maschi ed un certo numero di bambini e di bambine. Si assieparono intorno alla sezione comando prima che chiunque potesse fare qualcosa e cominciarono a parlare a Verdotto che era di fronte al gruppo, ma anche gli altri due. Sangani comiciò ad interloquire con le persone nella loro lingua, abbassandosi, in segno amichevole, all'altezza dei più piccoli.

    "Siete gli Italiani?" chiedevano "Siete venuti a salvarci dai soldati di Harrar?" chiedevano con aria di speranza.

    "I soldati di Harrar stanno venendo qui. Dicono che ci cacceranno dalle nostre case e ci trasferiranno nel deserto." continuavano gli adulti.

    "Noi vogliamo rimanere qui; questa è la nostra città" "Siete venuti a difenderci?"

    "Non vi preoccupate" rispondeva Maria Sangani, rispondendo ai bambini "Nessuno vi porterà via da qui. Noi siamo venuti per impedire che la gente cattiva porti a morire le persone facendogli credere di portarli in Italia e poi lasciandoli morire da soli in mare". Sangani non trovò niente di meglio da rispondere che non fosse una bugia.

    "Adesso, per favore...allontanatevi" continuò la Guardiamarina, "tornate alle vostre case; non avete nulla da temere. Noi adesso cerchiamo di sistemarci qui e poi se Dio lo vorrà, ci vedremo per stabilire tutte le cose che dobbiamo fare".

    Verdotto osservava impotente il suo ufficiale, non capendo una sola parola di quello che veniva detto e sperando che l'addestramento di Sangani in materia di affari civili stesse essendo messo in pratica nel modo migliore.

    Nel frattempo, quello che sembrava un ufficiale libico, accompagnato da uno dei suoi, si avvicinò al gruppo di Italiani, allontanando con fare brusco i civili assiepati intorno alla sezione di Verdotto e rispedendoli nella parte alta della spiaggia. L'ufficiale, disarmato a parte una pistola automatica in fondina, era seguito da un militare con un Kalashnikov a tracolla dietro la schiena. Il Tizio, sudato e baffuto, si fermò davanti agli Italiani, mentre il suo tirapiedi allontanava gli ultimi civili rimasti. L'ufficiale per prima cosa rivolse una prima occhiata all'indirizzo di Sangani, poi facendo finta di non averla nemmeno vista, si rivolse a Verdotto, che in mezzo al gruppo e con i gradi ben in vista sul petto, doveva per forza essere il comandante. Il Libico fece il saluto militare e si rivolse in Inglese incerto alla volta di Vedotto.

    "Sono il Tenente Abdul Jataari della Guardia Costiera. Onorato di avervi tra di noi. Il mio comando mi ha ordinato di accogliervi in città e di chiedervi come possiamo favorirvi."

    Il Capo Scelto ricambiò il saluto e passò subito ad una mano tesa in avanti per attenuare la formalità del Libico che era veramente araba. L'ufficiale baffuto strinse calorosamente la mano. Verdotto sfoderò anche lui il suo Inglese scolastico.

    "Sergente Maggiore Verdotto. Siamo il reparto di avanguardia del contingente italiano, e siamo felici di essere tra di voi. La prego di estendere i miei saluti ed i miei ringraziamenti al suo comando." Il Libico era libico, ma Verdotto era Siciliano e tra levantini ci si intese subito niente male.

    "Questo è il Tenente Sangani, e questo è il mio medico, Sergente Vergottini." Verdotto indicò i componenti della sua sezione.

    Abdul fece il saluto militare ad entrambi e valutò con soddisfazione che questi infedeli almeno non erano così pazzi da dare il comando ad una femmina, pure se era Tenente.

    "Le chiedo il permesso signor tenente (lieutenant commander) è la parola inglese che utilizzò Verdotto, si spostare la mia sezione di ricognizione oltre la spiaggia come avamposto lungo la strada che conduce al porto. Ho istruzioni precise del mio comando di stabilire un posto di osservazione al di là della fascia costiera".

    Il Tenente libico istruì il suo uomo di andare a dire alla squadra di distaccare un soldato per accompagnare gli ospiti dove avrebbero voluto andare. Questi scattò sugli attenti e si dileguò dopo aver dato una breve risposta al suo comandante.

    Verdotto si guardò in giro tra la linea di Libici che trattenevano la folla di civili di fronte al reparto e la squadra di Richardson che lo guardava, mantenendo la sua posizione ad istrice subito oltre la spiaggia. Giornata limpida a parte la sabbia sollevata da un vento moderato, che essendo anche molto caldo aumentava la senzazione di disagio. Verdotto mosse con le dita l'auricolare della radio più vicino alla bocca.

    "Cobra due qui Cobra 1. Vi sta arrivando personale libico per accompagnarvi alla vostra destinazione. Vi distacco Maria per il collegamento con i soldati host. Confermate passo"

    "Cobra 1 confermo passo"

    "Due, attendete il personale host prima di iniziare il movimento chiudo."

    "Ah signor tenente" riprese Verdotto rivolgendosi di nuovo all'ufficiale libico. "Un nostro elicottero in volo ha visto dei civili armati non molto lontano da qui; lei ne è a conoscenza?"

    "Mio caro Sergente" rispose quello con aria di fatalismo arabo, "Dovessimo disarmare chiunqe abbia un'arma per la sua sicurezza, scateneremmo una rivolta. Ed abbiamo già una guerra civile da combattere. Sa, questa città è quasi sulla linea del fronte. Abbiamo le milizie del governo ed abbiamo qualche civile armato. Ma si tratta solo di armi leggere."

    "Bene" rispose Verdotto" facendo buon viso, "mi fa piacere sentire che avete la situazione sotto controllo.

    Dall'altra parte del compound dei pescatori, un individuo in abiti civili, pure lui armato di AK raggiunse la coda di uno dei gruppi di persone assiepate a vedere gli stranieri che sbarcavano dai loro canotti. Osservò attentamente le espressioni dei maschi adulti presenti lungo la linea di persone in contemplazione. Scelse un paio tra gli individui con l'aria più sospettosa e mal disposta.

    "Ancora infedeli stanieri a casa nostra, e per di più Italiani! Il nostro governo deve essere caduto proprio in basso se ha bisogno di questi cani per garantire l'ordine. Un altro governo alla mercé del nemico."

    Uno dei due uomini si voltò verso il nuovo arrivato con un grugnito di approvazione.
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    Fuciliere della sezione di Richardson pronto a muovere dalla zona alberata antistante la spiaggia.
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    Ultima modifica: 31 Marzo 2019
  2. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Scenario 1 Presa di terra turno 2

    Il team da ricognizione interrompeva il suo movimento verso l'obiettivo, l'ampia zona aperta dietro al compound dei pescatori, per attendere l'arrivo del militare libico distaccato dalla guardia costiera per accompagnarlo. Il Capo Gregonese ed il suo osservatore Sottocapo Andrea Oreali si fermavano quindi tra una casetta dal tetto blu ed un muro perimetrale adducente al strada che porta al famoso incrocio.

    "Gran rottura di coglioni" pensò Gregonese che sapeva benissimo che lo scenario durava fra i cinque e gli otto turni, e gli ordini ricevuti gli fumavano completamente il secondo.

    Comunque alla fine della sua attivazione il team veniva raggiunto dal soldato libico, a cui a gesti Gregonese faceva capire da che parte voleva andare. Il suo piano era di procedere con cautela lungo il suddetto muro perimetrale sulla sua sinistra per entrare poi nello spiazzo e piazzarci l'OP.

    La sezione del Sottocapo Richardson si attivava a sua volta ed andava invece ad assumere il controllo dell'area alberata adducente al porto; questo almeno in maniera provvisoria prima di ricevere nuove direttive su come comportarsi. Quella del controllo della zona portuale era nel protocollo della missione, quindi tanto valeva cominciare ad occuparsene di iniziativa. Richardson mantenne la formazione ad istrice della sua sezione e si sistemò a momentaneo sbarramento della strada che portava al porto. Nel mentre teneva d'occhio i militi libici che riuscivano a disperdere un'altro degli assembramenti di civili (visto il livello basso iniziale di insurgency posto a 3 previsto dalla campagna). Uno dei soldati libici, tirava il dadone da 6 ed otteneva un 6: altro pezzo di folla disperso. Questo era buona cosa, perché per ogni civilian group disperso si toglie la possibilità alla OPFOR, a cui il contingente italiano va scomodo (per il momento essenzialmente la banda locale di scafisti), di arruolare potenzialmente nuovi adepti ostili alle forze italiane.

    Il compito più gravoso, rimaneva alla sezione comando e supporto del Capo Scelto Verdotto, che alla fine doveva rinunciare a distaccare il Guardiamarina Sangani a Gregonese, in quanto gli serviva per le trattative con il Tenente Jaatari. Queste trattative riguardarono la possibilità per gli Italiani di prendere possesso di parte dell'edificio che la guardia costiera libica usava come base, per impiantarci il servizio consolare italiano, e la possibilità di poter usare come base per gli Italiani stessi il compound dei pescatori. Le regole di scenario determinavano che vi era un 80% che il tenente non fosse autorizzato a fare la prima concessione, che infatti cadeva nel vuoto. Per somma sfiga di Verdotto, non riusciva ad ottenere nemmeno la base per il contingente, (nella trattativa Verdotto perdeva il contest tirando un dado da 8 ed ottenendo 4 +1 per il lavoro di supporto di Sangani che parlava la lingua del Tenente. Jaatari però su un dado anche lui da 8 tirava 6 e quindi, con mille scuse arabe ed altrettanto araba gentilezza, trovava il modo di dissuadere i nostri dall'insistere. Quindi per il momento 2 obiettivi su 4 dello scenario se ne andavano al diavolo, con possibili ripercussioni sul proseguio della campagna, che come le magnifiche regole di Force on Force prevedono nelle campagne asimmetriche, si basano si sugli obiettivi militari, ma ancora di più su quelli politici e civili.

    Per esempio alla fine del turno, l'evento casuale di rito riguardava il comando del 17° gruppo navale nella sua interezza e concerneva la direttiva di stabillire relazioni più amichevoli con una delle controparti, il che diventava obiettivo per il prossimo scenario. Dal momento che le realzioni con il GNA erano già buone, la mia interpretazione è che la direttiva del Contrammiraglio Utili riguardasse il miglioramento delle relazioni con il governo di Tobruk: sto pensando magari ad una proposta di esercitazione congiunta tra il Giuliano Prini e la marina di Tobruk. Naturalmente del Prini si rivelerebbe la posizione in pegno della nostra buona fede nei confronti del Governo del Primo Ministro Albani. Se a buon fine, qesta operazione di darebbe punti vittoria da accumulare o usare per prossime operazioni o rinforzi. (Nel gioco sono chiamati "momentum points").

    Durante la loro porzione di turno, i cattivi si avvicinavano ad un altro gruppo di civili e tentavano di spremere qualche altro volontario alla loro causa di contrastare le attività nostre. Ma questa volta fallivano nel loro intento. Queste forze agivano ancora abbastanza liberamente dato che le forze italiane nello scenario 1 non erano ancora consistenti e non potevano controllare abbastanza l'area di operazioni.
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  3. Luigi Varriale

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    Altra nota di servizio
    Questa campagna deriva da un vecchio pallino dell' ex capo di stato maggiore della MM Ammiraglio De Giorgi, che aveva ipotizzato una missione del genere, naturalmente in ben più grande scala di quanto io possa simulare con due giochini, ed allargata alla partecipazione dell'Unione Europea.
    Pii sogni di un ufficiale intelligente.
     
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  4. Luigi Varriale

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    Turno 3 Scenario presa di terra

    Il bassotto milite libico della guardia costiera si poneva in testa al team da ricognizione di Gregonese. Avanzando con una certa disinvoltura, si incamminava lungo la Tripoli Road. A gesti il cecchino del S.Marco era riuscito a fargli capire più o meno esattamente dove voleva andare. Il giovinotto libico in uniforme, forte dell'approvazione del suo tenente, fu ben felice di porsi alla testa del drappello come se fosse lui a comandarlo. Gregonese non aveva obiezioni, la prima palla in testa te la becchi te caro il mio coglione in caso di problemi, pensò il nostro.

    Richardson dava ordine ai suoi di accamparsi nella pineta dove la sezione si era attestata, ed autorizzò persino di tirare fuori qualcosa da mangiare dagli zaini, senza tuttavia mollare la vigilanza. Semplicemente si cercarono una migliore copertura tra gli alberelli e si rilassarono leggermente.

    Il Tenente libico, con quello che rimaneva dei suoi, si dava intanto da fare per sgomberare i rimanenti civili dallo scenario corrente, e disperdeva la penultima pedina di civile assiepata lungo la spiaggia. Il Capo Scelto Verdotto stava per ordinare ai suoi il movimento per andare a fare lo stesso con l'ultima pedina di civili, quando all'improvviso notò in lontananza un uomo armato, in abiti civili uscire da uno dei primi edifici del compound dei pesctori.

    "Sangani, Vergottini...al coperto per Dio, c'è un tizio con un Kalashnikov ore 11, 250 metri."

    La Guardiamarina con un unico movimento si pose di fronte al suo capo, e calò su un ginocchio mettendo contemporaneamente in punteria il fucile d'assalto nella direzione indicata da Verdotto. Improvvisamente desiderò di essere sbarcata con l'elmetto invece che col basco. Il medico fu più lento a reagire ma comunque si mise al coperto. Verdotto si acquattò anche lui, ma sempre con l'ARX che gli penzolava lungo il busto.

    "A sinistra" disse Maria "Si è spostato oltre l'edificio" annunciò la ragazza annunciando che il figuro si era defilato alla vista. "C'è altra gente dietro di lui Capo" aggiunse la Guardiamarina che non perdeva d'occhio l'area degli edifici dove era apparso il primo sospetto. "Non sono riuscita a vedere se sono armati anche questi oppure no."

    La concitazione aveva attirato l'attenzione del tenente libico, al quale Verdotto gesticolò portandosi le mani davanti come se imbracciasse un fucile ed indicanco gli edifici dove erano stati visti gli armati, informò a gesti l'ufficiale.

    In raltà, ma questo all'insaputa del nostro caro Verdotto, i civili libici (membri della locale banda di scafisti) non erano ancora lì per menare le mani, stavano cercando solo di appropinquarsi all'ultima pedina di civili disponibile per trasformarla possibilmente in un'altra unità armata da usare negli scenari successivi.
    Sti cazzi di italiani, pensava il capo della banda, sono venuti qua a rovinarmi gli affari. Mi hanno già tagliato fuori dal porto, e magari si preparano ad arrivare con altra gente. Magari riesco a rovinarglierli io gli affari.
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  5. Luigi Varriale

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    Turno 4 Scenario Presa di Terra

    Il Capo Scelto Verdotto, dopo essere riuscito ad attirare l'attenzione del Tenente Jaatari, lo osservava muovere in direzione degli edifici a sud del compound dei pescatori, alla testa dei suoi uomini. In quella dierezione c'era ancora un assembrmento di civili da disperdere, in maniera che gli Italiani potessero in tranquillità cominiciare a studiare dove mettere la loro base. Secondo lui, avrebbero fatto bene a metterla alle spalle del compound, nell'amipia zona aperta che poteva essere sfruttata in molti modi, e sopratutto era grande abbastanza. Jaatar era anche sinceramente dispiaciuto che il suo governo non avesse accordato agli Italiani il permesso di utilizzare parte degli uffici della sua guardia costiera. Non era un buon segno di ospitalità islamica; ma si sapeva che i burocrati del governo, il rispetto delle buone usanze musulmane lo invocavano solo quando faceva comodo a loro.

    Jaatar stava dando disposizioni ad uno dei suoi uomini di essere un po' energico con i civili, in maniera da toglierseli dai piedi una volta per tutte per questo primo scenario. Il Milite si girò verso di lui ed aprì la bocca per rispondegli, ma la sua testa scomparve in una nuvola di sangue e pezzi di cranio, quando un proiettile da guerra lo colse in pieno volto. Altri proiettili cominciarono a colpire il terreno tutt'intorno alla squadra ed un altro soldato cadde per terra. Solamente dopo qualche secondo il Tenente cominciò ad udire il sibilo dei colpi che colpivano il terreno e gli spari che non si capiva però da dove provenissero. Ripresosi parzialmete dallo shock, si buttò a terra cercando di appiattirsi sul terreno a pochi centimetri dal suo soldato senza testa, dalla cui cervicale aperta come un carciofo, usciva del liquido giallastro oltre al sangue che aveva già formato una grossa pozza sulla sabbia rossiccia del tereno tra la spiaggia ed il compound dei pescatori. Rimase lì paralizzato dalla paura, mentre davanti a lui la folla di civili, tra le urla si disperderva in tutte le direzioni in preda al panico.

    "Contatto ore uuuuuuundici!!" gridò Verdotto dalla sua posizione al di là del muro di cinta che seprava le due sezioni di spiaggia. Al rumore degli spari che provenivano da sinistra ed alle strilla del Capo Scelto, La Sangani ed il medico Vergottini si girarono dalla parte indicata da Verdotto, fucili pronti.

    "Mario" Verdotto si indirizzò al medico del plotone "ci sono sicuramente dei feriti tra i militari libici e forse anche tra i civili. Si porti immediatamente al di là del muro di cinta e per l'amore di Dio faccia attenzione."

    Il medico e Verdotto ereano pari grado, ma Verdotto era in comando della forza di avanguardia, per cui Vergottini si affrettò ad eseguire l'ordine dopo aver annuito alla volta di Verdotto con un segno di intesa. Imbracciò il suo fucile d'assalto e si mosse.

    "Cobra 3 qui Cobra 1...abbandonate la vostra posizione e portatevi su di me confermate ricevuto passo" ordinò alla sezione di Richardson. Verdotto aveva preso la decisione che aveva bisogno del maggior volume di fuoco possibile al di qua del muoro di cinta ed era quindi anche disposto, in questo momento di emergenza, a sacrificare il controllo del porto vero e proprio.

    "Cobra 2 qui cobra 1 informativo: scontro a fuoco nell'area costiera; accelerate il passo ed occupatemi il maledetto incrocio in questo turno passo"

    "Cobra 1 ricevuto da Cobra 2 confermo"

    La situazione era molto confusa. Dopo le prime numerose e rumorosissime raffiche, tutto taceva e gli attaccanti avevano cessato il fuoco. L'azione assumeva sempre più la connotazione di un'imboscata mordi e fuggi da parte di qualcuno appostato a sud del muro di cinta. Qualcuno di numeroso, perché il volume di fuoco era stato elevato.

    Mentre la folla defluiva disordinatamente lungo il perimetro del compound, uomini armati distribuivano ai maschi adulti fucili d'assalto e trattenevano presso di loro chiunque fosse disposto ad imbracciarne uno allo slogan di "non ve l'avevamo detto che gli Italiani avrebbero postato guai?... Prendete questo e difendiamo la nostra città."

    Per la verità il caporione che controllava il traffico degli emigranti dalla città di Misrata, non sapeva nemmeno lui né chi avesse aperto il fuoco né da dove, ma certamete era deciso ad approfittare della situazione. Si mise quindi alla testa degli adulti che aveva appena "arruolato" e cominciò a spiegare loro cosa avrebbero fatto.

    Quando Vergottini passò dall'altra parte del muro di cinta, fu sorpreso di non vedere nemmeno un civile a terra. Se c'era stata qualche vittima tra la popolazione, i corpi erano stati portati via. Invece la situazionie della sezione della guardia costiera libica era seria anzichenò. Un uomo era a terra nella sabbia, senza la testa ed evidentemente per lui non c'era più nulla da fare. Il tenente libico, pancia a terra gli faceva segno di stare giù e gli indicava la posizione del terzo soldato, a terra anche lui che imprecava e si teneva un fianco. Vergottini si diresse rapidamente verso il ferito, dato che il Tenente pareva illeso, e lo trovò in preda al dolore che si dibatteva a terra. Buon segno, almeno di muoveva e pareva tutto d'un pezzo. In primo,luogo si apprestò a verificare la gravità della ferita nel fianco sinistro. Strappò la parte superiore dell'uniforme con la baionetta, tenendo con la bocca uno dei kit medici sigillati. Procedette velocemente ma senza affanno, come molte volte aveva fatto in altre missioni all'estero con ogni tipo di ferito civile e militare. Esaminando la ferita si rese subito conto che non era più di un brutto taglio dalle labbra bruciacchiate dal proiettile rovente che aveva scavato un solco nella carne del soldato, ma non era penetrato; fortuna sfacciata da parte del milite libico. Vergottini sfilò da una tasca una fiala di morfina completa di ago e chiese a gesti al soldato se voleva che glie la iniettasse. Quello fece segno di no, e dopo aver alzato il pollice in alto, Vergottini si mise al lavoro per medicare la ferita, che essendo stata quasi cauterizzata dal proiettile stesso, non necessitava di sutura. Vergottini si preoccupò comunque di versare una generosa quantità di materiale antisettico ed antibiotico sotto l'impacco.

    Dall'altra parte della mappa, proprio nell'edificio della Guardia Costiera, uomini armati seguivano tutti i movimenti di Vergottini, che lavorava bel bello allo scoperto, protetto solo dalla sua insegna della mezzaluna rossa sull'elmetto e ben visibile anche sul suo braccio sinistro.

    "Italiano?" chiese uno degli uomini ad un altro che stava osservando con un binocolo.

    "Italiano" rispose quell'altro senza muovere un muscolo.

    "Cosa facciamo; lo ammazziamo?"

    "No...il comando dice che ancora non dobbiamo sparare sugli Italiani."
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    Scenario 1 Presa di Terra Turno 5

    Gregonese ed il suo osservatore Oreali videro il loro accompagnatore libico dileguarsi tra la polvere e gli edifici. Il ragazzo gesticolando cercò di far capire ai nostri che aveva ricevuto l'ordine di tornare al porto. Gregonese non ci mise molto a collegare il rumore degli spari provenienti appunto dall'area portuale con il movimento del loro "collega libico". I due cominciarono a prepararsi il posto d'osservazione, sciegliendosi il miglior possibile campo di tiro verso l'incrocio strategico delle quattro strade principali della mappa. Prepararono il camuffamento in maniera certosina e calcolata, come avevano imparato a fare durante il corso di tiratore scelto della Marina. Poi con tutte le cautele ogniuno dei due controllò il mascheramento dell'altro, portandosi ad alcuni metri dalla posizione e constatando il grado di difficoltà nell'individuare la posizione anche sapendo che era lì. Molto più difficile sarebbe risultato il riconoscimento dell'OP da parte di elementi ignari della sua esistenza.

    Nella zona della spiaggia e del compound dei pescatori, una banda di civili armati appena reclutati dagli scafisti, avevano invece deciso di mischiare le carte. Il movimento di ripiegamento del reparto della guardia costiera non fu notato da questi delinquenti mutati in miliziani dalla consegna di qualche Kalashnikov; notarono invece il medico italiano allo scoperto ad di qua del muro di cinta divisorio della spiaggia. Per sfortuna loro non si resero conto che Vergottini non era l'unico allo scoperto, ma pure loro erano nella stessa situazione. L'ordine ricevuto da Abu Massal era quello di spazzare via gli Italiani dalla zona portuale. Ora; non è che quella improvvisata banda di armati potesse anche solo sperare di montare un assalto efficace contro le posizioni del S.Marco, ma un singolo uomo che tentava di levarsi dalla zona calda poteva comunque essere un bersaglio pagante. Di conseguenza, l'uomo messo al comando di quella masnada di 5 miliziani, ordinò di ingaggiare la pedina di Vergottini che cautamente si spostava verso il muro.

    "Movimento ore 11" il marinaio comune Flavio Marini comunicò immediatamente al suo caposezione Richardson, nello stesso tempo andando in punteria con il fucile d'assalto appoggiato al muro di cinta.

    Marini guardò bene nello strumento ottico del suo 160 ed immediatamente si rese conto di quello che la banda armata era in procinto di fare. Osserrvò il nemico, poi girò la testa verso Vergottini che si avvicinava cauto al muro di cinta.

    "Capo stanno per aprire il fuoco!!" gridò Marini all'indirizzo del leader.

    Richardson senza dare nessun comando aprì il fuoco contro la minaccia; due colpi alla volta. Interpretando il comportamento del capo come un ordine, anche Marini e Marenco fecero lo stesso. Acquisirono rapidamente il bersaglio allo scoperto e partirono anche loro con brevi raffiche dei loro fucili d'assalto. Prima che l'ultimo colpo lasciasse le canne roventi degli ARX, il gruppo nemico si dileguava nelle case retrostanti, lasciando per altro un uomo immobile a terra.

    Poi immeditamente la radio di Richardson cominciò a crepitare. Era Verdotto, attestato sulla spiaggia che aveva appena raccolto il Vergottini, che non si era nemmeno accorto del pericolo corso.

    "Cobra 3 rapporto situazione ho sentito spari nostri; riferite passo."

    "1 qui tre, abbiamo ingaggiato un gruppo di insorgenti che stavano per ammazzare Il Capo Scelto Vergottini, passo."

    "Hanno sparato loro prima?"

    "No, ma stavano per farlo e Vergottini era allo scoperto"

    "Cristo!"

    A bordo del S.GIORGIO il contrammiraglio Utili, era in colelgamento radio con il Colonnello Al Barghani, capo di stato maggiore delle forze del Governo di Tripoli. Le conversazione si svolgeva con l'aiuto di un interprete.

    "La situazione in città si va deteriorando" affermò l'alto ufficiale libico.

    "Cosa avete intenzione di fare" rispose il contrammiraglio Utili.

    "Voi potete garantire il possesso del porto?" si informò il colonnello.

    "Non abbiamo neanche ancora capito chi spara, ma i miei uomini hanno l'ordine di tenere la spiaggia ed il porto contro chiunque."

    "Bene, i miei rapporti dicono che Harrar è riuscito a mettere insieme un imprecisato numero di terroristi all'interno della città."

    "Noi possiamo sparare contro chiunque ci spari contro, niente di più. Non sono autorizzato ad impiegare la forza in nessun altro caso. Posso tenere il porto, ma non aiutarvi direttamente."

    "Capisco Ammiraglio. Sto dando disposizioni di ritirare un reparto pesante dalla difesa esterna di Misrata, per mandarlo dentro."

    "Se dovessero arrivare fino a qui come li riconosco?" chiese Utili

    "Sono reparti in uniforme ed hanno veicoli con le insegne del GNA, Fuoristrada, camion militari e BMP-1"

    "Sta bene colonnello, mi tenga informato."

    "Stia ben certo che lo farò." Barghani concluse la conversazione.

    Il contrammiraglio Utili, convocò nella sua cabina il Sottotenente di Vascello Vaini.

    "Tenente", Utili fissò bene negli occhi il suo subordinato. "La situazione a terra si va facendo leggermente più complicata del previsto; dovremmo anticipare lo scarico delle unità. Prepari il resto della squadra di Daroni e della squadra di Arnaldi, complete dei veicoli e tutto l'armamento pesante."
     
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  7. Iscandar

    Iscandar

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    un altra volta...
    Tripoli bel suol d'amore?
     
  8. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Se invece che essere Tripoli è Misrtata, va bene lo stesso ?
     
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  9. Sir Matthew

    Sir Matthew

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    è meno musicale, ma vabbè...
    tornando OT, trovo il tutto molto interessante! Ma usi moduli vassall o giochi letteralmente con pedine e tutto?
     
  10. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    letteralmente con pedine e tutto. Hai visto Misrata. E' una foto da gogole map con pedine artigianali. E lo stesso per gli scenari aeronavali nel Mediterraneo.
     
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  11. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Scenario 1 Presa di terra turno 6

    "Sistematevi alla mia destra ed alla mia sinistra" ordinava Richadson ai suoi due fuciieri "e continuate a tenere d'occhio l'area al di là del muro." Nel contempo tirava fuori il binocolo telemetrico per scrutare l'area a sua volta. Il punto era stabilire se altri ostili erano presenti e pronti ad ingaggiare le sue forze o meno. I Marò Marenco e Marini venivano alla fine assolti dall'alta corte indian....no, scusate, mi sbagliavo con altri due marò...dicevo che Marenco e Marini completavano il movimento tattico di avvicinamento alla cinta e si posizionavano, ARX appoggiati alla sommità del muro pronti ad ogni evenienza.

    "Chi cazzo era che ha sparato al dottore" chiese ansioso Marenco al suo caposquadra.
    "Non ne ho la più pallida idea" rispose Richardson apprestandosi ad usare il suo binololo tattico. "l'unica cosa che posso dirti è che è meglio che affrettiamo l'arrivo dei rinforzi se vogliamo stare al sicuro. Sto posto mi piace sempre meno ogni minuto che ci stiamo."

    "Sergio, dobbiamo muoverci da questa dannata spiaggia" Doc. Vergottini, una volta riguadagnata la sezione comando riferì ancora ansimante al Capo Scelto Verdotto."

    "Non mi rompere le palle. Abbiamo il muro come copertura e gli spari venivano di là" rispose Verdotto seccato ed indicando gli edifici a sud della cinta. "Vedi una posizione coperta migliore nei dintorni?"

    Vergottini abbassò la testa in segno di resa.

    "Cobra 1 qui 2. Abbiamo appiedati armati in movimento davanti a noi. Sono usciti da un edificio e si dirigono dritti sul mio OP. Chiedo il permesso di ritirarmi passo."

    era Gregonese dalla sua posizione mimetizzata che annunciava fanteria in movimento sulla strada che conduceva dal centro città al porto.

    "Qui 1...Vi hanno individuati passo?"

    "Non credo ma vengono dritti su di me."

    "Osservate e mantenete la posizione. Ingaggiate di iniziativa ma solo per difesa. Non lasciate passare nessuno verso il porto. Confermate passo."

    "Cobra 1 sono un'intera squadra armata.Se sono ostili ci spazzeranno via!!" La tonalità di Gregonese era aumentata di due ottave.

    "Che cazzo va dicendo Gregonese! Lei obbedisca agli ordini! Se il nemico è ostile lei mi terrà quell'incrocio stradale è chiaro? Se non è ostile avverta che la strada per il porto è chiusa; confermi."

    "Ricevuto Cobra 1"

    "Questo bastardo vuole farci ammazzare" Gregonese si rivolse al suo osservatore, sotto le erbette che li tenevano mimetizzati nell'ampio prato.

    "Luca, per l'amor di Dio, cerca di stare calmo ok? Abbiamo i nostri ordini no?"

    "Ma cosa credi minchione, che abbia paura? Solamente la nostra posizione è sbagliata. Quell'imbecille di Verdotto ci ha mandato troppo avanti e siamo troppo isolati; di Richardson che doveva coprirci non c'è traccia."

    I due ripresero l'osservazione dei figuri in uniformi miste che si appropinquavano all'OP.

    "Gli Italiani, cosa stanno facendo?" domandò il Tenente Jaatari al suo soldato che Vergottini aveva rattoppato e che si controllava la macchia di sangue sotto alla bendatura.

    "Si posizionano a difesa lungo il muro di cinta" rispose il ragazzo.

    "Inschallah, almeno ci coprono il fianco sinistro."

    "Tenente, per me i ribelli sono nascosti nella nostra caserma"

    "Cosa?"

    "Le dico che visto le vampe dalle finestre degli uffici dell'ala sud!"

    "E come ci sono arrivati alla nostra caserma?"

    "Non lo so ma sono lì"
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  12. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    "Cobra 1 rapporto passo"
    Era Il contrammiraglio Utili in persona che parlava dal S.GIORGIO sulla frequenza di plotone con acanto a sé il comandante Vaini.

    "Abbiamo avuto uno scontro a fuoco con fanteria non identificata Ammiraglio." La voce di Verdotto arrivava leggermente distorta sulla frequenza all'orecchio di Utili.

    "In realtà l'attacco era diretto ai regolari libici qua, ma poi qualcuno ha preso di mira anche il nostro medico che stava assistendo un ferito libico, passo."

    "Mantenga la calma e le posizioni Capo, le sto mandando i rinforzi al più presto, passo"

    "Rimarrò in comando Ammiraglio?"

    "Adesso vedo Capo, ne discuterò qui con il Tenente Vaini...nel caso, le mando a terra anche lui, passo"

    La pausa nelle comunicazioni fu evidente...speriamo che non mi mandi quaggù quel paraculo incapace, pensò Verdotto mentre tentava allo stesso tempo di mettere insieme una risposta.

    "Bene Ammiraglio, noi continuiamo a creare il perimetro. Spiaggia, porto e posizione di osservazione avanzata agli accessi, mi conferma?"

    "Confermo Capo. In bocca al lupo chiudo."
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  13. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Scenario 1 presa di terra turno 7

    Da questo post in poi tra parentesi quadre, i pensieri dei personaggi.

    "Stooop!" Oreali emerse dal suo buco mimetizzato per fermare gli armati che gli si paravano davanti lungo la strada e che erano oramai quasi giunti all'incrocio. A 150 metri poteva vederli bene: civili armati di AK-47, che portavano come se fossero bastoni. Chi in ciabatte, chi in scarpe da ginnastica. [Stà minchia che truppe d'élite]

    Gregonese, ancora imbucato e presumibilmente non visibile ai tizi in avvicinamento, bestemmiando sottovoce teneva tutti sotto il tiro del suo fucile di precisione.

    All'improvviso apparire di Oreali, I due pellegrini davanti a tutti cominicarono a strillare ed a brandeggiare i fucili nella direzione degli Italiani.

    Un colpo di adrenalina mise in azione Gregonese. "Andatevene a fare in culo pezzi di merda" e lasciò partire un colpo non particolarmante mirato all'indirizzo del gruppo di civili.

    Oreali guardò inorridito per un attimo il suo caposezione e poi aggiunse il crepitio del suo ARX allo schianto secco del Lapua del collega. Due colpi alla volta. "Due , quattro, sei, fece ben attenzione a tenere il conto di quello che gli rimaneva nel caricatore.

    Due o tre proiettili fischiarono oltre la testa di Oreali che si ributtò immediatamente a terra, rimanendo senza respiro per qualche secondo; aveva sbattuto lo sterno malamente. Quando riuscì a rialzare lo sguardo verso l'incrocio, il nemico non c'era più.

    "Dove sono finiti?" chiese a Gregonese.

    "Sono scappati lungo la strada. Ne ho visti un paio entrare in quell'edificio a sinistra. Rimani a terra e tieniti pronto" gli intimò il suo capo.

    "Cobra due, qui uno...sentiamo spari dalla vostra direzione; riferite passo"

    Gregonese avvicinò il microfono alla bocca.

    "Abbiamo dovuto sparare alla squadra nemica. Non si fermava e ci ha puntato contro i fucili, passo"

    "Hanno sparato per primi?"

    "Verdotto, che cazzo volevi che ci ammazzassero tutti e due? Ci hanno puntato contro i fucili ed ho fatto fuoco. Ci siamo sparati contro più o meno allo stesso momento" rispose seccato il cecchino.

    L'aver chiamato per nome un superiore su una rete in chiaro, non era solo una palese violazione delle procedure standard, ma pure un segno che Gregonese era al limite della sua pazienza (vedasi pedine multiple di Combat Stress sul team sniper che significa 1 dado in meno alla potenza di fuoco per ogni segnalino di stress e la riduzione della sezione da confident a low confidence in situazioni di combattimento. Si tratta delle bellissime e dettagliatissime regole di Force on Force sull'effetto psicologico a cui sono sottoposti i soldati in situazione di pericolo. A lungo andare la situazione può divenire critica e l'unità perdere totalmente la sua efficienza in azione. Lo stress da combattimento in queste regole non è da confondere con il morale; sono due cose diverse, con meccaniche di gioco diverse).

    "Siete a posto?" chiese Verdotto per rassicurarsi della tenuta della sua sezione sniper.

    "A posto; il nemico si è dileguato, ma non è detto che non torni...richiesta che ci mandi qualcuno a rinforzare la posizione..se vogliono davvero passare, sono in molti, non garantisco la tenuta dell'incrocio. Oltretutto potrebbero aggirarci per la sinistra e venire su di voi senza che possiamo farci nulla, passo"

    "Trovati un posto da cui puoi controllare tutta la strada da nord a sud. E' vitale che mi tieni la strada!!. Nel frattempo ti mando Richardson passo."

    "Ricevuto, ma dovrò entrare in un edificio in buona posizione. La strada è completamente circondata da edifici, passo."

    "Fallo, ma chiedi prima il permesso ai residenti, conferma passo"

    "e se me lo negano"

    "Ti trovi un altro edificio, conferma"

    "[Cristo] Ricevuto...attendo Richardson o mi muovo subito"

    "Attendi, chiudo"

    Verdotto guardò il resto della sua sezione comando. Il medico seduto contro il muro a mettere in ordine il suo equipaggiamento e la Sangani di guardia con il suo ARX in punteria al di là dello stesso. Poi rimise mano alle sue comunicazioni.

    "Cobra 3, qui 1...muovetevi alla volta di cobra 2. Procedete prima in direzione della moschea e poi piegate a sinistra lungo la strada. Voglio che rimaniate nascosti alla vista di chiunque si trovi nel compound dei pescatori. Vi copriamo noi. Cominciate il movimento, passo"

    "Ricevuto cobra 1 ci muoviamo subito" Giunse la risposta sicura di Richardson. "Missione?"

    "Rilevate Cobra 2 che vi attende per attestarsi su nuove posizioni, confermate passo"

    "Ricevuto forte e chiaro. Cominciamo il movimento"

    Verdotto allungò il collo di fronte alla sua posizione sulla pietraia della spiaggia e vide la sezione di Richardson, abbandonare un uomo alla volta la guardia al muro di cinta; ogni elelmento procedeva di corsa, e ben curvo per defilarsi alla vista. Nello stesso tempo notò che la guardia costiera libica si portava fuori dagli edifici nei quali si era nascosta dopo il primo scontro al fuoco con gli ostili. I libici si dirigevano a prendere la posizione che Richarson stava abbandonando.

    [Grazie alla Madonna; chi ha detto che gli Arabi sono cagasotto?!]

    Nel frattempo gli arrivava una comunicazione dal suo capo imbarcato sul S.GIORGIO, Sottotenente di Vascello Vaini.

    "Cobra, qui Cuccia. Ci sarà anche l'ottavo turno. Ho tirato il dadone ed è uscito 6. Ripeto, preparatevi a sostenere il turno otto che sarà l'ultimo di questo scenario. Poi faremo il debriefing. Confermate passo"

    "Cuccia qui Cobra, ricevuto, mi tenga informato dei livelli di vittoria, passo"

    "A scenario finito Cobra. Mantenete l'incrocio ancora per un turno. Assicurate"

    "Ricevuto Cuccia facciamo il possibile, chiudo" Rispose Verdotto pensando alla situazione non proprio rosea di Gregonese.
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  14. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Scenario 1 Presa di terra turno 8° ed ultimo turno

    Il tuono proveniente dal mare si materializzò sottoforma delle turbine a pieno regime dell'EH-101 del Tenente di Vascello Franco Bashlet che trasportava l'altra sezione della squadra di Richardson. imbarcato come caposquadra sull'aeromobile era il Capo Federico Daroni, un gigantesco Marò napoletano di quasi 130 chili, terrore di nemici e soprattutto di amici, specialmente se ai suoi ordini. Correva su di lui la leggenda che assistendo ad un maltrattamento da parte di un figuro Afgano nei confronti di una ragazza, avesse dato l'alt alla pattuglia per investigare cosa stesse succedendo. Il Giannizzero l'aveva aveva apostrofato in malo modo, come per dirgli di farsi i cazzi suoi e cosa avesse da guardare. Daroni, ad una ventina di metri di distanza, aveva passato il suo fucile d'assalto ad un marinaio della sezione e si era incamminato verso verso il Don Rodrigo, sfilandosi durante la marcia prima il giubbotto antiproiettile buttandolo a terra, e poi togliendosi anche l'elmetto e scaraventando anche questo al suolo. Durante gli ultimi metri aveva sfilato dalla fondina pettorale la baionetta ed aveva affrettato il passo nei confronti del fiero Mujahideen e dei suoi amici. Sempre secondo la leggenda, la congrega in turbante si dileguò a velocità Speedy Gonzales e Daroni si beccò pure le male parole della ragazza che adesso sarebbe stata nei guai più di prima. Il grande dubbio della squadra di Daroni è rimasto a tutt'oggi circa cosa avrebbe fatto se i tizi non si fossero dileguati. Il Comune Mario Daino, in squadra con Daroni da una vita, è pronto a giurare che li avrebbe ammazzati tutti e tre a coltellate e sarebbe andato alla corte marziale.

    L'EH-101 dalla grossa ancora bianca sibilò a bassa quota increspando la superficie del mare con il quale la sua livrea azzurro chiara tendente al grigio, si confondeva facilmente. Passò proprio sopra le teste di Verdotto e dei suoi compagni, spettinandoli di brutto e si diresse diritto al prato dietro al Compound dei pescatori, che appariva come punto inerziale di destinazione sul visore nero dell'elmetto di volo del pilota.
    Senza esitazioni Bashlet pilotò il suo elicottero su una landing zone distante un centinaio di metri dalla posizione di Gregonese, al quale nel frattempo era stato inviato il contrordine circa il movimento assegnatogli nel turno precedente: il compito di presidiare i punti d'appoggio lungo la rotabile nord-sud sarebbe passato alla sezione di Daroni.

    L'aeromobile si accucciò per terra e questi fu il primo a sbarcare dalla pancia capace dell' EH attraverso la porta posteriore, e dovette piegarsi visibilmente per non sbattere le corna contro l'albero di deriva della macchina. Corse in avanti senza nemmeno girarsi per vedere se i suoi lo seguivano, tanto i suoi lo avrebbero seguito anche all'inferno. Si diresse deciso verso la zona pre assegnata in fase di briefing sul S.GIORGIO. Lui e la sua sezione erano, a differenza dell'avanguardia, in pieno assetto di guerra, elmetti, mimetica completa anche sul volto, con Panzerfaust 3, Minimì e tutto. Il Contrammiraglio aveva detto che visto che in città si sparava, tanto valeva scendere con la roba pesante e parlare dolcemente. Sceso correndo dall'elicottero, Daroni raccattò una ragazzina ed un suo amico che erano finiti culo a terra a causa dell'aria spostata dal rotore dell'EH, uno per ogni braccio, e ARX penzolante lungo il ventre, più Panzerfaust di traverso sopra a 30 chili di zaino, li depositò dolcemente a terra una ventina di metri più avanti fuori dalla zona di influenza dell'elica dell'elicottero, non prima di aver dispensato ad ognuno un bacio sulla fronte, visto che erano entrambi spaventati a morte. Cazzo di napoletano, pensò Daino sogghignando sotto gli occhialoni tattici, incollato al culo del suo comandante.

    In contemporanea avanzava anche la semisquadra del suo, a questo punto sottoposto, Sottocapo Richardson, lungo la strada che costeggiava sulla destra il compound dei pescatori. Richardson aveva i suoi uomini avanzanti con cautela in fila indiana, ARX in punteria sulla sinistra, perché era incerto se il compound fosse occupato o meno.

    L'incertezza si dissipò quando tra le finestre del compound Richardson vide muoversi individui armati che prendevano posizione.

    "Contatto a sinistraaaa!!" strillò ai suoi uomini, ed in contemporanea udì gli schioppi secchi che provenivano da quella parte. Una palla passò a centimetri dalla testa di Marenco che rimase pietrificato sul posto.

    "Fuoco di soppressioneee!" ri-strillò Richardson. I cattivi si occultrono alla vista, ma i Marò stavano già pompando 5.56 all'indirizzo dell'edificio. Il nemico non rispose al fuoco, probabilmente già in sganciamento vesto sud, ed i marinai italiani ebbero il tempo di gettarsi a terra nella pausa.

    "Cristo Santo" blaterò Marini alla destra di Richardson..."ma dove cazzo siamo capitati! Fanculo alla Libia!"

    "Leviamoci dalla strada presto!" tutti contro il muro. La sezione si fermò a riprendere fiato.

    "Cobra 1 qui 3...abbiamo ricevuto fuoco dal compound, passo"

    "Copiato 3; interrogativo ci sono feriti"

    "Negativo, il nemico non spara più passo"

    "Muovete il culo con cautela e portatevi sulle posizioni assegnate; sto cazzo di scenario grazie a Dio è finito; confermate passo"

    "Ci muoviamo; fine"

    Verdotto, veramente incazzato, si alzò dalla sua posizione e si incamminò verso la sezione della guardia costiera libica che muoveva a sua volta coraggiosamente verso gli edifici prospicenti al compound. Si trascinò dietro per un braccio la Sangani. Raggiunto il tenente libico lo apostrofò con poca diplomazia araba, essendo lui piemontese purosangue. Con un gesto ben charo chiese al libico di avvicinarsi.

    "Maria; di a questo cazzone - si dimenticò di dare del lei all'ufficiale - che siamo venuti qua in pace, ma la prossima volta che quacluno spara contro i miei uomini, lo faccio inseguire, rastrellare e poi lo ammazzo con le mie mani anche se si arrende"

    La guardiamarina rimase interdetta e a bocca aperta.

    "Glie lo dicaaaa!!" urlò verdotto, che lo udirono fino in Tunisia. Davvero le pedine di combat stress cominciavano ad accumularsi.

    Il tenente ascoltò impassibile la traduzione e altrettanto impassibile rispose:

    "Ed io l'aiuterò Sergente".
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  15. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Intermezzo

    A bordo del S.GIORGIO, nella sala conferenze assegnata al Contrammiraglio Utili, il nostro riceveva una delegazione di giornalisti giunta per l'occasione, in aggiunta a quelli già mandati in pianta stabile dall'Itlia e dagli Stati Uniti. Utili, sempre in semplice tenuta da fatica e senza copricapo, si apprestava a rispondere alle loro domande. La conferenza stampa si svolgeva in Inglese.

    "Ammiraglio; Patric Laforge, Le Monde Diplomatique: cosa ci può dire a proposito degli scontri in città" chiese un giornalista francese, "Sembra che si siano riaccesi in concomitanza con l'arrivo delle sue truppe"

    "Lei ha perfettamente ragione. C'è qualcuno qui a Misrata che non tollera la nostra presenza. Il nostro obiettivo è quello di alleviare la sutuazione delle persone che vengono indotte a tentare il pericoloso viaggio verso l'Europa a prezzi esorbitanti con nessuna garanzia di arrivarci vivi. Creare sul posto delle strutture umanitarie e consolari per mitigare, se possibile annullare il fenomeno è l'obiettivo che mi è stato assegnato dal mio governo. Come lei ha detto questo ha genereato da subito reazioni violente da parte di chi su questo traffico ci vive"

    "Marino Ganga RAI 24. Ammiraglio. Ieri il Generale Harrar ha annunciato che sta preparando un'offensiva proprio in direzione di Misrata come operazione preliminare ad una conquista totale dell'ovest. Se un'operazione del genere dovesse materializzarsi, quale sarebbe l'atteggiamento italiano"

    "Il mio compito l'ho delineato nella precedente risposta al suo collega francese. L'atteggiamento italiano è una questione politica e non compete a me formulare politiche. Mio compito è obbedire agli ordini, che per il momento sono di assicurare l'assistenza umanitaria e consolare agli stranieri che vogliono intraprendere il viaggio verso l'Unione Europea"

    "Mi scusi ammiraglio" continuò il giornalista italiano. "Cosa intende esattamente per assistenza consolare"

    "Separare chi ha realmente diritto d'asilo da chi non ce l'ha"

    "Ma questo..."il giornalista della RAI tentò di proseguire.

    "Il prossimo per favore" tagliò corto l'ammiraglio.

    "Sandro Manenti TG5. Ammiraglio, in considerazione degli atti di violenza compiuti contro le forze italiane, come intende regolare l'atteggiamento che i suoi uomini terranno nei confronti dei locali"

    "Ci limiteremo a fare quello che abbiamo fatto finora. Perseguiremo i nostri obiettivi difendendoci da qualunque attacco. In caso di situazioni ambigue, sta a noi elevare un grado sufficiente di difesa passiva che ci consenta in ogni caso di discriminare tra persone armate e pericolose, e normale popolazione civile.

    "Questa distinzione è spesso difficile, come evidenziato da anni di operazioni" proseguì il giornalista di Mediaset"

    "Assolutamente si, ma per noi l'autocontrollo è assolutamente indispensabile, anche a costo di prendere qualche rischio in più. Non accetteremo nessun armato in prossimità delle nostre forze che non abbia un riconoscimento ufficiale, di qualunque fazione faccia parte ed a meno che la sua fazione non abbia speciali convenzioni con il mio governo"

    "Brittney Gorman CNN. Ammiraglio quanto lei ha appena detto varrebbe anche per l'esercito del Generale Harrar dovesse penetrare in città? Anche in considereazione dei rapporti tesi tra l'Italia ed il governo di Tobruk dopo l'incidente del Mirage"

    "Quanto ho detto vale per chiunque. Naturalmente io spero che il mio governo mi metta in condizione di evitare altri incidenti con il Governo di Tobruk". In ogni caso, ho ordini tassativi di non immischiarmi nelle vicende interne della Libia. Ad oggi il governo di accordo nazionale ha una convenzione apposita per la missione che le mie forze stanno svolgendo. Se l'area di operazioni dovesse cambiare pardone, penso che la logica vorrebbe di negoziare anche con lui"

    "E se non si raggiungesse un accordo"

    "E' una domanda che deve rivolgere ai politici"

    "E adesso signori vi prego" si congedò l'ammiraglio, devo tornare al lavoro. Abbiamo fatto preparare un buon pranzo per voi. Vi lascio in compagnia del personale del servizio stampa e vi ringrazio per il costro tempo e per la vostra attenzione
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  16. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Intermezzo 2

    Terminata la rottura di balle della confrenza stampa, il contrammiraglio Utili aveva faccende be più urgenti da sbrigare. Si recò quindi in quadrato ufficiali di nave S.GIORGIO, dove attendevano i comandanti delle sue varie forze a mare ed a terra. Presenti anche due ufficiali dell'AISE che avevano appena finito di condurre il debriefing dei due scenari precedenti ed erano lì per portare le loro conclusioni ed i loro suggerimenti.

    Dopo i convenevoli, per la verità assai brevi, al dolce rollio del S.GIORGIO che pendolava a 4 nodi su due punti fissi di mare al largo di Misrata, la riunione cominciava con in collegamento in tempo reale da Roma la Ministra della difesa ed il capo di stato maggiore della Marina Ammiraglio Manfredi.

    La Signora prendeva la parola per prima, salutando tutti gli ufficiali partecipanti.
    "Commodoro sono stata appena aggiornata sui risultati dello scenario presa di terra e della vittoria marginale italiana 45 a 41. Mi rammarico solamente dell'uccisione di un civile all'interno dell'area definita compound dei pescatori. Il personale dei servizi che ha svolto il debiefing con i suoi marinai mi ha assicurato che tutto si è svolto entro i limiti delle regole di ingaggio"

    "Glie lo confermo signora ministra. Vi era un elemento disarmato in mezzo al personale appiedato che ha attaccato una nostra sezione di fucilieri. Il suo comandante ha ordinato un fuoco selettivo di soppressione nel tentativo di limitare i danni. Ma il civile è stato comunque raggiunto da un proiettile."

    "Il personale dell'AISE mi ha anche riferito di un sottufficiale non ritenuto idoneo alla continuazione della missione, per carenze di carattere psicologico" La ministra si riferiva al Capo Gregonese, che in sede di debriefing non aveva fatto una bella impressione"

    "Questa è l'opinione dei colleghi che io ovviamente rispetto. Dal momento che, dopo aver parlato con l'ufficiale in comando dei fucilieri, non mi sento di condividerla, sono pronto ad assumermi la responsabilità della permanenza del sottufficiale nei ranghi del contingente; si tratta del mio miglior tiratore scelto e membro fondamentale del team da ricognizione.

    "Sta bene Commodoro, lei si assume la responsabilità. Ora, sempre dai nostri servizi arriva l'informazione, corroborata dai loro colleghi statunitensi sul terreno, che il Generale Harrar si prepari ad avanzare du Misrata. Le forze del governo di Tobruk si sono enormemente rafforzate ed hanno ricevuto massicci rifornimenti di armi nelle ultime settimane. Abbiamo tracciato i porti di origine di queste spedizioni; si tratta di viaggi fatti dal Mar Nero e dalla Siria, quindi abbbiamo pochi dubbi sulla natura dei fornitori di queste armi. Gli Americani ci hanno mostrato delle foto satellitari, dove si vedono moderni missili anticarro e artiglieria con cui le forze di Harrar stanno essendo equipaggiate ed addestrate. Ci risulta, anche da contatti diretti con il Colonnello Al Barghani che le milizie governative intorno alla città sono poche. In caso di attacco il Colonnello non garantisce la tenuta della difesa, anche vista la scarsezza di buone posizioni difensive a sud di Misrata."

    "Artiglieria?" chiese preoccupato Utili. "Se le milizie di Tobruk hanno artiglieria, le difese vanno immediatamente ritirate direttamente in città per inibire l'uso di queste armi pesanti alle milizie di Harrar"

    "E' proprio questo il punto Commodoro, nessuno è sicuro che le milizie di Harrar non farebebbero uso di queste amrmi anche all'interno della zona abitata. Per questo motivo il Colonnelo Barghani ha ordinato di schierare la difesa a sud".

    "Ma se la documentazione che vedo qui è affidabile" l'ammiraglio consultò le carte davanti a lui messe a disposizione dall'AISE, "le forze di Harrar hanno una superiorità di tre a uno oltre che a godere del vantaggio dell'armamanto pesante. Le milizie governative non hanno nessuna speranza di difendere con successo le loro posizioni. Sconfitte queste forze, Harrar prenderebbe la città senza incontrare ulteriore resistenza"

    "Noi Commodoro non possiamo fare nulla per evitare quello che accadrà, ma il ministro degli esteri sta già cercando di avere un abboccamento con rappresentanti del governo di Tobruk oer definire la nostra situazione in caso le milizie avverse al GNA prendano la città. Le politiche anti immigrazione dovremo poi concordarle con loro in questo caso"

    La ministra proseguì con una domanda assai delicata.

    "Lei Commodoro è in grado di garantire la difesa della sua zona di operazioni con le forze a disposizione?"

    Utili scrutò per qualche minuto i rapporti sulla consistenza e tipologia delle forze del Governo di Tobruk. Poi deciso alzò la testa dalle scartoffie.

    "Ministra, se posso utilizzare tutti i miei assetti pesanti potrei anche difendermi adeguatamente, ma sarei anch'io in inferiorità numerica. Viste le armi che schiera il potenziale avversario, si tratterebbe di una battaglia campale in terreno urbano e densamente abitato. sarebbe un disastro per la popolazione residente e per gli scopi politici della nostra missione"

    Utili si rivolse al suo superiore sullo schermo da Roma.

    "Hanno armi antiaeree i miliziani?"

    L'ammiraglio Manfredi prese la parola. "Non risulta, però di garantirglielo non me la sento"

    "Allora dovremmo affrontare le forze di Tobruk fuori dalla città, dovremmo schierare i reparti a sud a copertura delle forze governative"

    Il Sottotente di Vascello Vaini ebbe una mezza sincope mentre fissava sconcertato il suo comandante.

    "Se lo scordi Commodoro" intervenne la Signora Mastrosei. Non possiamo organizzare un'operazione militare che non sia l'autodifesa delle nostre forze nell'area di operazioni in cui si trovano attualmente. Quello che propone lei sarebbe un interferenza negli affari interni libici. Il governo non approverebbe mai una cosa del genere, per non parlare dei governi stranieri a cui abbiamo dato precise garanzie"

    Il Contrammiraglio Utili si agitò nervosamente sulla sedia e rimase pensoso per qualche attimo. Poi sparò:

    "Allora dobbiamo essere pronti a reimbarcare il contingente in caso le milizie di Harrar si impongano sul terreno ed il loro governo dovesse chiederci di sgombrare"

    "Forse una via d'uscita ci sarebbe" intervenne il capo di stato maggiore.

    "E sarebbe?" chiese la ministra.

    "Potremmo appoggiare la difesa delle forze del GNA a sud della città con un'operazione clandestina"

    "Si spieghi meglio" incalzò la ministra della difesa.

    "Potremmo schierare forze a terra senza identificativi che si confondano con le milizie governative per aiutarle a vincere ed a disinnecare la crisi. Di queste forze potremmo negare l'appartenenza se l'operazione dovesse essere compromessa"

    "Si rende conto della complessità e dei rischi di un'operazione del genere ammiraglio?" chiese la signora.

    "Se non vogliamo provare una soluzione del genere non ci resta che quella proposta del contrammiraglio: prepararci a chiudere bottega se il governo di Tobruk non ci dà il permesso di tenerla aperta"

    La ministra ci pensò su per un po' prima di dare la sua risposta all'Ammiraglio Manfredi.

    "Non è una decisione che posso prendere unilateralmente" disse guardinga. "Devo consultarmi con il Presidente del Consiglio. Un'operazione del genere potrebbe essere intrapresa senza informare il Parlamento, ma comunque va decisa in sede di consiglio superiore di difesa. Occorrerà coinvolgere anche il Presidente della Repubblica"

    "Lo faccia" intimò convinto il capo di stato maggiore della marina. E lo faccia in fretta. Se l'autorità politica da il via ad una missione del genere ci vorrà un po' di tempo per prerpararla.
     
  17. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Stato Maggiore della Difesa per:
    Comando Interforze Operazioni speciali (COFS)
    Ordine di allerta 192
    Livello di segretezza NEBULA (Operazione negabile coperta)

    Ordine di preallarme: Operazione Scudo Opaco
    Unità attivate:
    Esercito Italiano
    3° Reggimento Elicotteri per Operazioni speciali "Aldebaran"
    Marina Militare
    Gruppo Operativo Incursori (Sezione G Operazioni Black)

    Area di Operazione
    Mawergha Sud di Misrata Libia

    S-1 Personale
    Esercito Italiano Assetto CERBERO
    Pilota Elicottero Identificativo "Aquila"
    Navigatore Identificativo "Ulisse"
    Operatore d'arma Identificativo "Sfinge"

    Marina Militare Assetto LUNA
    Team Tiro di Precisione e comando
    Operatore Identificativo "Papa"
    Comandante operazione ed assistente Identificativo "Deux"
    Medico ed assetto di collegamento con GNA Identificativo "Sfera"

    Team di manovra "Gamma"
    Operatore arma d'appoggio Identificativo "Gamma 1"
    Assistente ed assetto di collegamento con GNA Identificativo "Gamma 2"

    Team di manovra "Rieti"
    Operatore arma d'appoggio Identificativo "Rieti 1"
    Assistente ed assetto di collegamento con GNA Identificativo "Rieti 2"

    Team di Supporto "Ferro"
    Operatore arma pesante Identificativo "Ferro 1"
    Assistente ed assetto di collegamnento con GNA Identificativo "Ferro 2"

    S-2 Intelligence
    Fonte: B Normalmente Affidabile
    Dati: 2 Probabilmente corretti

    S-3 Concetto Generale di Esecuzione

    Fase Politica
    Il Ministero degli Affari Esteri contatta i servizi di informazione militare del GNA e li informa dell'inserzione di un Team di "contractors privati" (LUNA) per l'appoggio alla difesa dell'area di operazione oggetto dell'offensiva delle forze ostili. Di tali contatti non deve esistere alcuna traccia. Si accerta della disponibilità del GNA di accettare questo supporto e ne da comunicazione allo Stato Maggiore della Difesa, che nel caso dà il via all'operazione, rendendo esecutivo il presente ordine di allerta. Della reale provenienza degli assetti impegnati, il GNA e i suoi servizi non devono essere informati.

    Se l'operazione viene attivata:

    Fase Logistica
    CERBERO preleva dalla Madrepatria LUNA e lo trasporta su Nave S.Giorgio al largo della zona di operazioni. CERBERO viene rifornito in volo nel Mediterraneo Centrale da una cisterna dell'Aeronautica Militare (non parte dell'operazione).

    Fase di Infiltrazione (metodo elitrasporto)
    Nel momento in cui si riceve certezza che le forze amiche nell'AO sono state informate dell'arrivo degli assetti di supporto, CERBERO trasferisce LUNA in un'area protetta nelle vicinanze dell'AO. LUNA si porta all'interno della stessa con i suoi mezzi. CERBERO segue una rotta che ne dissimuli il punto di origine. LUNA prende contatto con gli elementi combattenti del GNA, conferma il ruolo dell'assetto e comunica l'intento operativo.

    Fase di Azione Diretta
    LUNA conduce operazioni difensive a supporto del GNA mantenendosi aperte le linee di ripiegamento e rendez vous con CERBERO in ogni momento. Il livello di segretezza dell'operazione prevede la completa ed assoluta negabilità di tutti gli assetti impiegati.

    Fase di esfiltrazione
    Indipendentemente dal risultato dell'operazione, CEERBERO preleva dai punti di rendez vous prestabiliti l'assetto a terra nei tempi predeterminati e lo riporta su Nave S.Giorgio per il debriefing.

    S-4 Equipaggiamanto
    Classe I Viveri ed Acqua per 7 giornate di combattimento
    Classe II BDU mimetica desertica senza contrassegni o distintivi. Copricapo foggia araba
    Classe III Carburanti necessari alle operazioni CERBERO
    Classe IV Materiale per trinceramento e rinforzo speditivo posizioni
    Classe V Munizionamento da 5.45mm 9mm e razzi per RPG-7
    Classe VI Omissis
    Classe VIIA Aeromobili: Elicottero UH-1 Iroquois senza contrassegni o distintivi
    Classe VIIG Comunicazioni: Radio individuali Motorola di modello antiquato. Apparato di comunicazione VHF criptato per collegamento CERBERO (da distruggere ed occultare in caso di compromissione)
    Classe VIIK Omissis
    Classe VIIL Armi Pesanti: RPG-7
    Classe VIIM Armamento: Fucile di precisione Dragunov, Fucili d'assalto AK-74, Mitragliatrici RPK, Armi Corte FN-35HP
    Classe VIII Kit medico livello 2
    Classe IX Omissis
    Classe X Omissis

    Ordine di operazione
    Da compilarsi a cura dei reparti assegnati all'occorrenza
    cerbero.jpg
     
  18. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Prevailing Weather Conditions: Storm
    Sea State: Hurricane
    Visibility: Clear

    Turn 3

    Nella furiosa tempesta imprversante nel Mediterraneo centrale Il S.Giorgio ed il Pola, si barcamenavano come potevano alla ridicola velocità di tre nodi nel tentativo di stare a galla.
    Avevano dovuto allontanarsi entrambi dalla costa per evitare di andarci a sbattere contro, tirati dal furioso vento di Ghibli che imperversava su tutta la zona. Non che il tempo fosse brutto, anzi il sole aveva splenduto (l'accademia della crusca ha detto che splenduto si può usare, o meglio si dovrebbe usare) per l'intera giornata, e nella notte la visibilità era ancora ottima se non fosse stato per le enormi ondate che sommergevano con asfissiante cadenza entrambe le navi. L'unico che se la passava bene, a 160 miglia dallla terraferma africana, su una rotta di pendolamento nord ovest sud est, era il sommergibile Giuliano Prini, che a 80 metri di profondità stava da dio, placidamente spinto dai suoi motori elettrici alla velocità di pattuglia di 6 nodi. Le navi di superficie del Gruppo Navale 17 erano invece in un settore interno, più o meno a 30 miglia dalla costa libica ed avevano considerevolmete aumentato la distanza tra di loro per sicurezza. Anch'esse navigavano, si fa per dire, su una rotta pendolare, più corta però di quella del sommergibile.

    Nella sala conferenze assegnata al Contrammiraglio Utili, si stava consumando una tarda cena rigorosamente fredda visto che di cucinare in quelle condizioni di mare manco se ne parlava. Quindi panini tramezzini ed acqua in bottigliette di plastica tappate ed assicurate negli appositi sostegni basculanti a bordo tavolo. Oltre allo staff del contrammiraglio era presente il Capitano di Vascello Valeria Ardito comandante del S.GIORGIO sul quale Utili aveva issato come sappiamo la sua insegna. Il Contrammiraglio era appena tornato dalla sala comunicazioni dove gli era stato consegnato un messaggio cifrato solo per i suoi occhi che doveva quindi far decifrare dal suo staff personale. Quindi mentre si consumava la cena frugale, Utili si leggeva il messaggio messo in chiaro, che poi altro non era che l'ordine di allerta che vi ho descritto nel post precedente.

    Terminato di leggere il dispaccio, Utili si rivolse al Capitano Ardito con aria tra il solenne ed il preoccupato.

    "Capitano, dobbiamo preparare la nave per ricevere a bordo un aeromoble dell'esercito ed un distaccamento del GOI".

    "Missione?" chiese ordinariamente il comandante.

    "La missione Capitano ha livello NEBULA", quindi lei preparerà un'area della nave totalmente isolata per l'accoglimento del distaccamento e del personale dell'Esercito. Nessun contatto dovrà avvenire tra il personale della nave e questo personale imbarcato.

    Il Capitano alzò un sopracciglio stile Signor Spock con aria sorpresa.

    "Ammiraglio mi scusi, sul S.GIORGIO ospitiamo abitualmente gli operatori del GOI. Molti dei miei ufficiali li conoscono di persona".

    "Capitano, forse non mi sono spiegato bene" rispose Utili con pazienza. "La squadra che riceveremo a bordo fa parte della sezione G"

    La Valeria sbiancò in volto, pur facendo di tutto per nascondere l'effetto sorpresa. Anche gli ufficiali di staff dell'Ammiraglio ebbero un sussulto di allarme.

    "Ho capito Ammiraglio; se lei me lo consente vado immediatamente a dare le disposizioni del caso. Se secondo lei è sufficiente, farei sterilizzare l'intera area poppiera del ponte 2, anche per poter ospitare l'elicottero. Può almeno dirmi di che aeromobile si tratta?"

    "UH-1"

    "Chiedo il permesso di congedarmi ammiraglio"

    "Concesso"

    Il Capitano Ardito, si trascinò dietro un paio dei suoi ufficiali e scomparve.

    Nello stesso tempo Il Capo Scelto Brachini, operatore anziano del Sonar del Prini, fu svegliato dal suo torpore da guardia notturna dall'apparizione in cuffia di un contatto al limite della terza zona di convergenza, per circa 90 gradi rispetto al battello. Non ebbe da fare gran che per informare il comandante; praticamente gli stava alle spalle. Il Prini aveva in corso una manovra di risalita a quota medio alta di routine per dare la possibilità agli apparati idrofonici passivi di variare le loro condizioni di ascolto. apparentemente la manovra aveva dato qualche risultato.

    "Comandante, contatto per 90 debolissimo, impossibile verificare conteggio eliche o tipologia di piattaforma. Se iniziamo un'analisi passiva, tra qualche minuto posso però forse darle la rotta del contatto. Lo definisco sul tattico come Sierra 1"

    Il Capitano di Corvetta Doi si sporse verso il suo sottufficiale e gli chiese di dargli la cuffia. Rimase in ascolto per qualche tempo e confrontò con l'immagine proiettata visivamente su schermo della traccia sonora.

    "Cristo...cosa diavolo può essere in navigazione con questo mare di merda. Se non lo abbiamo sentito fino adesso e lo ascoltiamo cambiando quota può essere un contatto di superficie ma anche un sottomarino" Doi colloquiò con il suo addetto sonar.

    "Per quanto mi riguarda, il contatto può essere anche più di cento miglia ad est della nostra posizione. Se la mia proiezione è corretta, dovrebbe essere all'imbocco della Sirte" rispose il sottufficiale. "Inoltre comandante, data la distanza presunta e le condizioni del mare, per me è un sottomarino. Se fosse una nave di superficie, non la sentiremmo; le condizioni atmosferiche sono troppo avverse"

    "Un sottomarino?? E di chi?"

    "Ho paura che per questo ci vorrà tempo e pazienza comandante"

    [Bella rottura di coglioni] pensò il nostro intrepido Capitano di Corvetta. Già pregustava il tepore della sua piccola cabina e la gioia di uno o due capitoli di "Primo Comando", romanzo storico sulle avventure del comandante Jack Aubrey della Reale Marina Inglese, prima di farsi un meritato sonno.

    [Non ci sono contatti per miglia e miglia, e con questo mare non mi stupisco, e l'unico contatto in ore di navigazione mi deve essere un possibile sottomarino. Ha senso! Comunque addio riposo]

    Rimase lì per un po' con la faccia da ebete sua tipica quando si metteva a pensare ad una linea di azione. Intanto era arrivato dalla parte opposta della camera di manovra, anche il primo ufficiale Tenente di Vascello Marras per un aggiornamento sulla situazione.

    "I suoi ordini comandante?" l'operatore sonar interrupe il corso dei cogitamenti del comandante.

    Doi si rianimò dalla sua trance e si rivolse all'ufficiale di rotta.

    "Giulio quanto manca alla fine del pendolo verso nord"

    Il Sottotenente di Vascello consultò la carta ed i suoi strumenti.

    "20 minuti comandante e due miglia"

    "Va bene; anticipiamo la virata di rientro. Rotta 110, alla via così. Mantenere velocità due terzi. Manteniamoci sulla rotta di pattugliamento. Capo mi tenga aggiornato su ogni cambio di rilevamento del contatto, man mano che ci spostiamo"

    "Signorsì comandante"

    E si preparò ad una lunga notte di sorveglianza.
    2.jpg
     
    Ultima modifica: 12 Aprile 2019
  19. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Turno 5

    Per due interi turni il capo scelto Brachini era riuscito a mantenere il contatto con l'entità scoperta al turno 3. Giacché il rilevamento della traccia cambiava solamente in ragione del movimento perpendicolare al sommergibile, la rotta del bersaglio doveva essere per forza vagamente intorno ai 250-270 gradi, cosa che il capo comunicò immediatamente al suo comandante.

    "Ho un conteggio eliche sul bersaglio comandante. 5 o 6 nodi, non di più. Il contatto è debolissimo e sono quasi certo che viene nella nostra direzione. E' per forza un sottomarino. Troppo veloce per essere una traccia biologica"

    "Maledettamente silezioso!" rispose il Capitano di Corvetta Doi

    "Dannatamente silenzioso" rispose Brachini. "Distanza tra le 30 e le 40 miglia. Ancora un po' e lo abbiamo a tiro"

    "ancora niente sulla classificazione?"

    "Sto provando comandante...un nucleare non è. Non sento alcun rumore di pompe o refrigerante. Potrebbe essere un Greco od un Turco. Silenzioso come un ladro, si avvicina quatto per sniffare la task force."

    "Magari un 209 egiziano?" Aggiunse Doi.

    "Magari concesse Brachini. La zona di incertezza è comunque incentrata tra questi due settori" Brachini picchiò col dito sullo schermo tattico. "Non più di dieci miglia di tolleranza"

    "Ci avrà sentiti Capo?"

    "50 e 50 comandante. A questa velocità potrebbe averci sentito"

    "Va bene. Primo ufficiale alla via così ridurre velocità ad un terzo, facciamo in modo che se non ci ha sentiti, continui a non sentirci...Capo, deve identificarmi il contatto. Voglio sapere cos'è"

    "Agli ordini comandante"

    Molto più a nord, sull'aerobase di Sigonella, si completavano i preparativi per il trasferimento degli assetti di Scudo opaco sulla Task Force. Il tempo in Sicilia era splendido a parte il vento, ma tutte le operazioni in Mediterraneo erano state sospese per le condizioni atmosferiche sul mare.
    Nonostante ciò, gli elementi della sezione G continuavano a perfezionare i dettagli dell'operazione.

    Capo di Stato Maggiore della Difesa Ordine operativo OPORD 47 2020
    Riferimento Ordine di Allerta 192 livello NEBULA
    Destinatario: Comando Separato Operazioni Coperte G
    Identificativo comando e controllo LUNA
    Assetti subordinati identificativi GAMMA RIETI FERRO

    Situazione:
    a.Forze Nemiche Stimate in movimento per il contatto a sud di Mawergha
    3 sezioni di artiglieria media calibro 122
    2 squadre di fanteria appiedata
    2 team lanciarazzi appiedati
    1 team armi pesanti motorizzato su Pick up. Armamanto AT-5 KORNET
    1 squadra comando pesante motorizzato su Pick up armamento sconosciuto, ma probabilmente anticarro

    b.Forze Amiche del Governo di Accordo Nazionale schierate a difesa dell' AO
    1 sezione fucilieri carabine M-4
    1 sezione appoggio con mitragliatrice leggera M-240
    1 sezione motorizzata lanciagranate con Pick up
    1 Team mitraglieri dedicato con mitragliatrice leggera M-240

    c.Appoggi Assegnati:
    Omissis

    Missione:
    Le forze nemiche hanno preparato un'offensiva in direzione di Misrata con scopo nulla di meno della conquista della città per far crollare il governo libico appoggiato dall'ONU. Allo scopo di garantire il successo e la permanenza della nostra missione militare in Libia, questa operazione deve essere arrestata. Gli assetti dipendenti da LUNA si schiereranno nell'area di operazione secondo le modalità indicate nell'oerdine di pre allarme allo scopo di condurre operazioni di combattimento contro le forze del Generale Harrar, in appoggio del Governo di Accordo Nazionale. L'esecuzione tattica è a cura del comandante dell'assetto LUNA e si uniformerà alle seguenti direttive.

    Esecuzione:
    L'operazione dovrà condursi in chiave difensiva favorendo la manovra ed il fuoco difensivo, rimanendo occultati al nemico, in maniera da evitare ad ogni costo l'identificazione o peggio la cattura degli assetti impiegati, che sono ufficialmente contractors privati in missione autonoma alle dipendenze del Governo di Accordo Nazionale. Si conferma la piena negabilità dell'origine degli assetti da parte dell'autorità nazionale italiana. Scopo dell'operazione è l'arresto della progressione nemica e la rinuncia dell'autorità di comando nemica a proseguire l'operazione. Gli assetti verranno esfiltrati con le modalità previste dall'ordine di allerta 192 a missione conclusa, con carattere di immediatezza. Il comando LUNA è autorizzato a prendere contatto con le forze libiche amiche sul terreno, ma in nessun modo si porrà alle dipendenze o sotto il controllo del comando di queste. La missione è tesa a garantire la continuità del contingente italiano a Misrata ed in nessun modo a favorire l'una o l'altra fazione in lotta. Le regole di ingaggio sono total free fire nei confronti di elementi militari del governo di Tobruk e solo nei confronti di questi.

    Servizi di Supporto
    Elemento Cerbero 3° Reggimento Aldebaran

    Comando e Segnali.
    Omissis

    IL PRESENTE ORDINE OPERATIVO E' DA DISTRUGGERSI IMMEDIATAMENTE DOPO LA SUA LETTURA
    xtpsrei1pks.jpg
    Elemento Sezione G in addestramento intorno a Sigonella, nell'imminenza del via a Scudo Opaco
     
  20. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    "Whaaaaaaaaang" Il poderoso sonar di prua del sottomarino sconosciuto andò all'improvviso in modalità attiva colpendo lo scafo del Prini in pieno.

    "Un Kilo...un bastardissimo Kilo Russo...da dove arriva?" imprecò l'operatore sonar del Giuliano Prini.

    "Se non dalla Siria dal Mar Nero" rispose sconsolato il comandante del battello italiano

    "Distanza 8 miglia rilevamento 95...ha dato massima potenza e sta invertendo la rotta. Ci ha fottuti in pieno comandante"

    "Va bene" rispose Doi, "sigillate tutti i tracciati della missione e tutte le impronte sonore del bastardo; sicuramente serviranno al comando a Taranto" Il Capitano di Corvetta già vedeva la macchia nera sul suo personale stato di servizio. [Certo che però i Russi ne avevano fatti di progressi con il sonar, dai tempi di Tom Clancy]
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