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Operazione Diamante

Discussione in 'Wargames - Generale' iniziata da Luigi Varriale, 24 Marzo 2019.

  1. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Battaglia di Mawergha Turno 8

    E' con questo turno che l'offensiva delle milizie di Harrar viene spezzata.

    Dalla posizione dello sniper team della sezione G si ha una frammentaria visione di quello che accade nel decisivo turno di questa battaglia: I governativi riescono a piazzare un'ultima sezione mitraglieri alla sinistra dell'uscita dell'autostrada. Deux ne vede i traccianti da destra a sinistra verso sud est. Il fuoco sostenuto dura per qualche minuto. Poi, all'improvviso un'intera squadra di fanteria nemica perde la testa, alza i tacchi e prende a ritirarsi verso la stazione di polizia. DEUX è efficientemente spietato e dà calme e misurate istruzioni al suo tiratore:

    "Fanteria nemica in ritirata ore 12 verso ore 10; ingaggia"

    PAPA aveva già i bersagli nel cannocchiale ed attendeva solamente l'ordine. Un colpo, 10 gradi a sinistra della massa in movimento per compensare il forte vento. Uno dei due barellieri, che stava già trasportando un ferito, stramazza al suolo. Duro mestiere quello del cecchino!

    "Ore 9, MG nemica, oltre muro di cinta; ingaggia"

    Una sezione mittraglieri di Harrar, appostata lungo la recinzione della stazione di polizia stava per prendere di mira il reparto, che non era più mimetizzato.

    PAPA si gira in quella direzione e con lui il suo Dragunov. Un altro colpo; mitragliatrice ed operatore scompaiono dietro il muro. Il proiettile, questa volta con il vento in coda, fracassano elmetto e testa del mitragliere nemico. Anni ed anni di addestramento ossessivo, pagano adesso i dividendi dovuti; del resto il suo addestramento è costato e costa centinaia di migliaia di euro alla Repubblica. Per di più il nemico è goffo, lento e non molto coordinato nei movimenti. Gli analisti da scrivania NATO dicono che il Dragunov è un'arma imprecisa. PAPA non concorda. Altri lampi provengono dalla distilleria. Si spara da tutti i pertugi e la battaglia non sembra cessare.

    Poi d'improvviso invece la battaglia cessa. Un'altra squadra di fanteria nemica riesce a trascinarsi fin dentro alla stazione di polizia sotto il fuoco delle truppe di Jalloud, ma questa DEUX non la vede che all'ultimo momento; impossibile avvertire PAPA in tempo. A ore 8 i resti di una sezione nemica RPG muove cauta in ritirata; anch'essa vista la mala parata getta la spugna. Evidentemente gli attaccanti ne hanno avuto abbastanza. La radio di sfera riprende a gracchiare in Arabo stretto e veloce. Il medico si rivolge a DEUX dopo qualche secondo di ascolto:

    "L'autostrada è sgombra. Jalloud comunica che è finita. Dice di lasciare andare le forze di Harrar senza molestarle. Non vuole perdere altri uomini in un inseguimento ed ha ordini precisi in merito dal suo governo"

    Per questa volta, Misrata è salva. Adesso occorre muovere verso il Rendez-Vous con CERBERO e GAMMA, fare il debriefing di scenario e valutare quanto è costata alle forze del primo ministro Al Maanay questa vittoria.
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  2. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Forte Braschi ROMA bunker sotterraneo di massima sicurezza

    PAPA e DEUX seduti ad una scrivania di ferraccio stanno di fronte a due ufficiali analisti dell'AISE. Sono di pessimo umore, come sempre in queste circostanze quando la loro missione deve essere passata al microscopio ad uso e consumo dei posteri e dell'intelligence nazionale.

    "Innanzi tutto il conto del macellaio signori" esclamò lo spione dell'AISE seduto alla sinistra del suo capo.

    Gli effettivi della forza G sono soliti chiamare in maniera dispregiativa ogni tipo di agente o funzionario dei servizi, nonostante la forza lavori quasi esclusivamente per loro. Li chiamano SPIONI in quanto si sa che il lavoro dei servizi di informazione sul campo è piuttosto strisciante. La sezione interviene solo quando c'è da fare un lavoro diretto, come quello che abbiamo visto nell'ultimo scenario, o per tutte le altre missioni tipiche delle forze speciali. La sezione G è infatti addestrata dalle forze speciali ed interviene ogni qual volta la missione non solo deve essere coperta, ma deve anche essere garantita la negabilità dell'origine italiana della stessa.

    "Secondo l'anlisi post combattimento" rispose PAPA, stimiamo che il nemico abbia avuto non meno di quattro morti accertati e cinque feriti, di cui almeno due gravi. Li ho visti personalmente trasportati in barella. Anzi, un barelliere lo ammazzato personalmente negli ultimi minuti dell'azione a fuoco. Le forze del GNA hanno avuto un morto e due feriti leggeri, e questo è sicuro e documentato"

    "Cosa può dirci di preciso sull'esito della missione"

    Qui prese la parola DEUX

    "Vittoria decisiva nostra:15 punti a noi per aver impedito l'uscita di qualunque unità di Tobruk dalla mappa di scenario verso nord, -3 punti di perdite fa ancora 12 punti. Il nemico ha -9 punti di perdite accertate e niente dal lato dell'attivo. Totale, 21 a 0; vittoria stra decisiva.

    "Le tattiche impiegate dal nemico" incalzò uno degli spioni

    "le informazioni che possiamo darvi sono solo approssimative" mise le mani avanti DEUX "scarso ccordinamento dei reparti, scarso addestramento generale. Farei attenzione al morale, che si è rivelato buono. Prima di mollare hanno subito parecchi danni e sono stati vicinissimi a raggiungere il loro obiettivo"

    "Cosa ci dite delle tattiche delle milizie amiche"

    "Difficile a valutarsi: avevano compiti di difesa statica. Il fuoco per quanto ho visto io era abbastanza disciplinato, specialmente sul finire dello scenario. La struttura e la qualità del comando le definirei carenti; da entrambe le parti"

    "Passiamo a voi. Quante volte avete sparato e chi ha sparato"

    "Ho sparato io; sette tiri, sei centri. Due posso confermarli come uccisioni" rispose PAPA apparentemente senza alcuna emozione. Una leggerissima incrinazione della voce fu però notata sia dagli spioni che da PAPA. Il solo sopetto di stress da post combattimento, comportava l'immediata esclusione dalla sezione per passare a compiti diversi.

    "La decisione di evacuare GAMMA. Ci parli di questa DEUX"

    DEUX guardò fisso negli occhi il suo ufficiale interrogatore per qualche secondo. [Tu schifosissimo burocrate che non hai mai neanche tirato un cartoccio con la cerbottana...guerriero da scrivania del mio cazzo]

    "Il team GAMMA era compromesso. Mi comunicò di essere sotto il tiro di un cecchino nemico, che se vuole la mia opinione non era formato da personale libico, o se lo era adoperava materiale NATO di alto profilo". Lo spione prendeva rapidissime note su un tablet. "I parametri di missione indicavano chiaramente di non mettere a repentaglio alcun elemento se non strettamente indispensabile. Ho preso una decisione sul campo"

    "Poteva comportare il fallimento della missione" commentò lo stratega in poltrona

    "Poteva" [ma tu non eri lì, testa di cazzo]

    "Si giustifichi"

    "Ho valutato che le forze amiche schierate nel settore di competenza fossero sufficienti anche senza GAMMA. Al tempo mi era già noto che le forze nemiche erano in difficoltà" - mentì DEUX - "e così ho preso la mia decisione, unitamente a quella di muovere la mia sezione a compensazione della perdita di GAMMA"

    "Ci parli dell'artiglieria nemica"

    "Impressionante ma molto imprecisa. Il volume però era considerevole; almeno una batteria al completo. Se si arrivasse mai ad un confronto in un centro abitato, andrebbe tenuta nel debito conto"

    "Va bene" intervenì lo spione più anziano. Adesso continueremo il debriefing in stanze separate.

    Lo spione giovane fece cenno a PAPA di seguirlo in un'altra stanza, il che fece senza obiettare, con aria rassegnata.

    Qui veniva la parte più inutile di tutto il debriefing; quando gli elementi dovevano riferire sul comportamento dei loro compagni.

    A meno che non esistesse un motivo davvero fondamentale per tradire un fratello d'armi, questa parte del briefing era una totale perdita di tempo. Questo stava al giudizio dei rispettivi fratelli e componenti della sezione. Normalmente un operatore delava su un collega solamente per difendere la vita del suddetto o la sicurezza del reparto. Esempio; un operatore che aveva fatto davvero enormi cazzate e che metteva a rischio gli altri. Normalmente questi casi erano brevemente discussi tra fratelli prima del debriefing, durante l'esfiltrazione, e quindi c'era l'accordo di tutti. A questa parte del briefing si aggiunse anche SFERA che ebbe anche lui il suo spione psicologo e la sua stanzetta assegnata. Per inciso, nella storia della sezione, nata nel 1956, un caso di accordo per sputtanare un fratello davanti agli spioni si era avuto solo due volte, ed entrambe le volte era stato lo stesso interessato ad autodenunciarsi.

    Il briefing "delazione" seguì il solito copione. Solo per un attimo SFERA fu tentato di riferire della pedina Combat Stress ai piedi del suo comandante alla fine del turno sette. Ma si era concordato tra tutti che si erea trattato di un episodio; e poi che cazzo, anche la sezione G era composta da esseri umani. La situazione era stata brillantemente recuperata e non vi erano state ripercussioni né sull'esito della missione e né sull'efficienza operativa del reparto durante l'azione.

    Alla fine dell'intero processo, che durò praticamente un'intera giornata, si valutò anche giustamente a mio parere, che l'impiego della sezione G in questa missione era risultato decisivo per la vittoria delle forze governative. Senza il tiro spietato di PAPA, ben osservato e guidato da DEUX e la pronta azione di collegamento di SFERA con le forze amiche, le milizie avversarie sarebbero probabilmente riuscite a passare.

    Un'altro successo quindi all'attivo di G. Peccato non proterlo raccontare o decorare gli uomini.

    Ultimissima parte del Briefing era la cosiddetta analisi interna, dove gli uomini, levatisi dalle balle gli spioni, davano il loro giudizio e valutavano i possibili effetti e lezioni apprese nell'ultima missione.

    Il Team GAMMA non era elegibile per l'analisi in quanto non aveva ingaggiato il nemico, pur essendo stato ingaggiato. Ma il team comando e tiro di precisione soddisfava entrambi i requisiti, e quindi la fase finale poteva cominiciare.

    Innanzi tutto DEUX si complimentò con i suoi uomini per aver portato a termine la missione senza subire perdite.

    "Grazie a te fratello. Hai comandato da Dio, come il codice di ogni nostro comando impone. DEUX!!" in coro gli uomini risposero.

    GAMMA 1 e 2 si accomiatarono dalla riunione e rimasero nella stanza sotteranea di Forte Braschi solo i tre elementi del team di comando.

    "Ok" disse DEUX rivolgendosi a SFERA. "Tira fuori il dadone da 10"

    SFERA aprì una grossa borsa da palestra blu, e tirò fuori il dadone multifacce di colore arancione. Lo tenne con entrambe le braccia, che era piuttosto pesante, e guardò intensamente i suoi compagni". Nelle unità militari terrestri italiane questo era un procedimento che eseguivano solamente i comandanti. Nella sezione G invece, come anche nelle forze speciali ufficiali, ogni elemento lo eseguiva per conto proppio, anche perché nella forza G non c'erano comandanti fissi; a seconda della missione il soggetto più adatto veniva designato al comando e identificato come DEUX. La sezione non ha nemmeno gradi militari.

    "Lancia" si limitò a dire DEUX, con la stessa flemma con cui dava le direttive in azione.

    Il dadone lasciò le braccia di SFERA e si abbatté al suolo con plastico fragore. Rotolò fino alla parete opposta della piccola sala, rimbalzò sulla parete e si fermò: tutti buttarono l'occhio alla faccia superiore del dado: 3

    Una sensazione di rassegnato sconforto si impadronì dei fratelli. A PAPA sfuggì persino una bestemmia. Il regolamento parlava chiaro: da 2 a 5, nessuno sviluppo o miglioramento per il team.

    Poi alla fine DEUX, dopo aver dato un'ultima occhiata in cagnesco al dadone, si voltò verso i suoi compagni.

    "Sempre meglio che 1 ragazzi: COMBAT FATIGUE

    e tutti si fecero una risata e si prepararono alla baldoria della sera in qualche bordello.
     
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  3. Luigi Varriale

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    Intermezzo: il dispositivo a terra del gruppo navale 17

    Mentre di combatteva la battaglia di Mawergha, il gruppo navale completava le operazioni di sbarco a Misrata e si sistemava in modo da poter assolvere alla sua missione.

    Le esigenze del contingente erano quelle di garantire la protezione della metà est della città, ed in primo luogo la zona portuale; costruire i baraccamenti per le unità operative, arrecando il minor disturbo possibile alla popolazione civile; trovare un edificio adatto per il comando, le operazioni amministrative e per gli accertamenti e le pratiche di immigrazione; impiantare una zona dedicata all'assistenza della popolazione, completa di ospedale e servizi di supporto per le ONG civili che avessero in futuro collaborato alla missione; garantire un servizio di pattugliamento lungo le periferie costiere della città per contrastare imbarchi clandestini non originanti dal porto; organizzare, nel caso, un servizio di pattugliamento nella parte ovest dell'abitato allo scopo di far sentire la presenza del contingente in supporto alla popolazione.

    Come si vede, una missione complessa e che andava organizzata nei minimi dettagli.

    L'idea iniziale di utiizzare il compound dei pescatori come base per il contingente, abbiamo visto essere sfumata nel primo scenario terrestre della campagna. Giocoforza, il gruppo navale dovette adattarsi ad utilizzare l'ampio spazio aperto alle spalle del compound stesso. Nella parte destra di questo pratone si sistemò il complesso logistico agli ordini del Capo Scelto Vergottini, che vi attendava un centro sanitario ed il parco logistico del contingente. Parte dello spiazzo era ripulito ed organizzato per farvi operare l' EH-101.

    Nella parte sinistra dello spiazzo, quella più esposta, si acquartierava la 1a squadra del Capo Daroni (il napoletano gigante). Il piazzamento della squadra prevedeva una posizione esterna con il mezzo corazzato a presidio dell'accesso sulla strada a scafo sotto in una posizione preparata e rinforzata con sacchetti di sabbia ed altri apprestamenti speditivi, ed una posizione interna, anche questa guardata da posizioni rinforzate che ospitava gli attendamenti veri e propri.

    La seconda squadra del Capo Arnaldi era posta a presidio del porto ed aveva stabilito il suo acquartieramento in un paio di edifici che costeggiavano la banchina. Anche questa posizione prevedeva il posizionamento del mezzo corazzato in posizione preparata a sbarramento della via d'accesso al porto. Oltre ai compiti presidio, questo reparto aveva anche il ruolo di rincalzo generale di plotone.

    La terza squadra, quella del Capo Brittacolo, aveva trovato alloggiamento all'interno di un ufficio delle poste in disuso. Questa era la forza di reazione rapida del contingente, in caso di problemi che si sperava non sarebbero mai occorsi. La posizione fortificata di primo allarme era piazzata sul marciapiede dello spiazzo antistante, anche questa imperniata sul mezzo AAV-7A1 di squadra in postazione preparata. Il mezzo controllava direttamente la strada principale per il porto e le spiagge.

    Per il controllo sulla strada trasversale, si era provveduto con un posto di blocco ed osservazione presidiato dalla sezione esplorante/tiro di precisione del Capo Greconese, affiancato dal fedelissimo Oreali. La postazione era anch'essa fortificata con apprestamenti difensivi e sacchetti di sabbia. Si trattava di un'ottima posizione dalla quale si controllava la rotabile fino all'incrocio centrale sulla destra, e la via d'approccio all'intero dispositivo sulla sinistra.

    Per ultimo, il Sottotenente di Vascello Vaini si era messo daccordo con le autorità locali per installare la squadra comando alle spalle della sede del dipartimento di polizia, in un vecchio complesso carcerario che era stato usato dalla polizia segreta di Gheddafi per la detenzione e gli "interrogatori" degli oppositori politici al regime. Il posto dava i brividi solo a vederlo da fuori, per non parlare delle sensazioni che provocava a viverci ed a lavorarci dentro. In ogni caso non vi era stata scelta. Il complesso fu riattato per quanto possibile e trasformato in uffici del comando del contingente e delle le pratiche burocratiche di immigrazione, per le quali ancora si attendeva il personale dell'ambasciata proveniente da Tripoli. All'interno si installavano oltre a Vaini, anche il Capo Scelto Verdotto ed il Sottotenente Gregori dell'EI per il collegamento con i Mangusta. La Guardiamarina Maria Sangani era stata invece destinata al parco logistico ed aggregata alla sezione relazioni con i civili. Il Lince della squadra comando era parcheggiato nel cortile antistante all'edificio.

    E con questo il 17° gruppo navale era pronto a cominciare la suma missione.
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  4. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Scenario Land 3: operazione "Incontro" Misrata Libia. Premesse strategiche ed intento operativo

    All'interno del centro di combattimento del S.GIORGIO, dove avveniva tutta la pianificazione strategica dell'operazione Diamante, il contrammiraglio Utili ed il Capitano di Fregata Bruni erano in videoconferenza con Roma. Nella privacy della sala conferenze destinata al personale del comando di gruppo, l'Ammiraglio di Squadra Avanzi sollecitava il comando del 17° Gruppo Navale a prendere l'iniziativa e comunicava che il personale d'ambasciata era in arrivo per cominciare a lavorare nell'ufficio immigrazione. L'Ammiraglio Avanzi riferiva anche che era in arrivo da Tripoli il personale della stazione AISE libica per il lavoro di supporto e di informazione alla missione Diamante. Questo personale non sarebbe stato agli ordini del gruppo navale ma avrebbe fornito il supporto di intelligence al contingente. Quindi era a disposizione per richieste da parte del comando della missione. La task force dell'AISE era formata da due elementi di cui uno per il lavoro investigativo e di creazione di reti di informatori e l'altro per la sicurezza e le eventuali azioni dirette.

    "Ti avviserò quando gli elementi saranno sul posto, in maniera che possano venire a farti visita a bordo"

    "Ma è sicuro farli viaggiare via terra da Tripoli a qui?" domandò Utili.

    "Loro affermano che è sicuro, quindi è sicuro" rispose Avanzi senza esitazione.

    "Ascolta, adesso che hai sistemato le tue truppe a terra il nostro obiettivo è quello di tastare il polso alla città. Dobbiamo identificare le problematiche politiche che possono essere causa di instabilità, le infiltrazioni della fazione di Tobruk all'interno dell'abitato. Le nostre informazioni dicono che Misrata è la roccaforte militare del governo nostro. Se Harrar prende Misrata, l'esistenza del GNA è finita. Quindi fino a quando il governo appoggia il Primo Ministro Al Maanay, mi devi garantire la difesa della città contro chiunque. Secondo obiettivo, mi devi mettere ordine in quel territorio. Se c'è un'opposizione me la devi levare di mezzo, e se c'è un'autorità me la devi rafforzare."

    "Carlo, non è che mi stai chiedendo poco" ribatté Utili al suo superiore. "Le risorse che ho qua sono limitate"

    "Ok, allora vedi di usarle bene. Non esitare a chiedermi i supporti che ti servono dal punto di vista degli affari civili. Dal punto di vista militare, dovrai fare con quello che hai perché quelle sono le forze assegnate, e come sai di più non ce ne sono. Abbiamo ancora in corso le missioni in Libano ed Afghanistan e le nostre scarse risorse sono al limite. Diamante comunque ha lo status di primaria missione per il governo.

    "Va bene, avvertimi quando gli spioni arrivano a Misrata, magari li posso usare per capire quali sono le intenzioni ed i piani dell'opposizione. Dopo gli incidenti durante la missione di presa di terra del contingente, tutto è rimasto calmo e quieto fino ad ora. Ma è evidente che un'opposizione ai nostri piani ce l'abbiamo, se non altro da parte di quelli a cui minacciamo di rovinare il businness"

    "Assolutamente; tu intanto predisponi lo stabilimento di pattuglie di presenza e sorveglianza; magari qualche dato puoi cominciare a ricavartelo da solo, intanto che ti mando il personale specializzzato. Fatti vedere dalla popolazione, cerca di capire quali sono gli umori"

    "Daccordo, mi muovo subito. Gli approcci alla città devo considerarli sicuri?" chiese Utili al suo comandante prima di accomiatarsi.

    "Assolutamente si. L'offensiva di Harrar a sud è stata fermata dalle truppe governative"

    Utili riportò alla mente il transito del personale della sezione G sul S.GIORGIO, prima di essere elitrasportato in Italia via lo stesso vettore che lo aveva introdotto in teatro ed infitlrato in area di operazione. La cisterna che avrebbe rifornito in volo lo speciale UH-1 CERBERO dell'Aldebaran era pure apparsa sui suoi radar per parecchie ore. Sorrise mentre la faccia dell'Ammiraglio Avanzi veniva sostituita dallo stemma del S.GIORGIO sullo schermo del computer.
     
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    Ultima modifica: 26 Aprile 2019
  5. Luigi Varriale

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    Operazione "Incontro" Briefing; Misrata Libia

    Presto la mattina, il capo scelto Verdotto venne convocato nell'ufficio di Vaini, un'umida e scura stanza che era appartenuta al direttore del carcere. Ci sarebbe voluto il genio militare per rimettere in sesto quel merdoso edificio, e per il momento, la natura della missione non lo consentiva.

    "Comandi" Verdotto si mette sull'attenti di fronte al suo ufficiale comandante.

    "Verdotto..." il Sottotenente di Vascello lo squadrò per bene sollevando gli occhi dal mucchio di scartoffie con le richieste del plotone per il comando di gruppo.
    "Si prenda Sangani e mi organizzi un pattugliamento della zona dietro al quartiere residenziale. Il Maresciallo As Maalani mi informa che è il quartiere più povero e malfamato della città. Cominceremo da lì a prendere contatto con la popolazione ed a farci vedere. Sono gli ordini del comando di gruppo. Se fosse per me, mi limiterei alla difesa del nostro perimetro ed all'assolvimento della missione di filtro emigranti. Ma il comando di gruppo vuole assumere un attegggiamento proattivo. Quindi prenda Sangani e la porti alla terza squadra; è quella che ho scelto per condurre la missione. Se vuole aggregarsi alle truppe sul terreno ne ha facoltà. Siamo in attesa del personale civile, e nel frattempo l'ammiraglio vuole che facciamo qualcosa. Domande?"

    "Gli obiettivi specifici per la missione e suoi particolari desiderata per l'esecuzione" si limitò a chiedere Verdotto con aria impassibile.

    Nessuno obiettivo ulteriore, e le modalità di esecuzione se le decide da solo. Stia solo molto attento; non ho respirato una buona aria da quando sono sbarcato in questo cesso"

    [e quando mai sei stato all'aperto per respirare qualcosa tu, paraculo e figlio di paraculi]
    "Signorsì" continuò Verdotto, fissando un punto sulla parete dritto di fronte a lui. "Mi porto alla terza squadra e decido io come condurre la missione, che è di pattugliamento e PR presso la popolazione civile residente alle spalle della strada perpendicolare" ripeté il sottufficiale anziano, secondo le procedure standard di ricevimento verbale degli ordini.

    "Libero", Vaini si rimise a far finta di esaminare le sue carte.

    Il capo scelto fece il regolamentare saluto, girò sui tacchi e si diresse verso la sala comunicazioni, dove il Tenente Gregori dell EI era già bell'è pronto e pure sbarbato.

    "Allora?"

    "Si va in guerra"

    "Vengo anch'io?"

    "No, non credo che avremo bisogno dei suoi Mangusta. E anche se ne avessimo bisogno, dubito che là dove andiamo ne sarebbe consentito l'utilizzo"

    "Rimanete in città?"

    "Si; pattugliamento conoscitivo in zona densamente abitata. Mi chiami il Guardiamarina Sangani per cortesia. L'avverta che ci incontriamo sulla rotabile del porto per raggiungere la 3a squadra fra 5 minuti"

    il capo scelto chiese il favore all'ufficiale dell'esercito, mentre preparava il suo armamento ed il suo equipaggiamento.

    La Guardiamarina Maria e Verdotto si incontrarono proprio all'uscita del comando del contingente e si incamminarono verso le posizioni della 3a squadra 200 metri più a est in direzione del porto.

    "Andiamo in missione Maria" disse Verdotto, procedendo ARX penzolante sul petto e pieno assetto da guerra con elmetto e tutto. La ragazza fece il saluto militare e poi strinse la mano al suo comandante di campo.

    "Si tratta di una missione dove la sua presenza sarà indispensabile Maria; andiamo a visitare la popolazione civile nella zona della casbah e voglio rendermi esattamente conto di quali sono le condizioni di questa gene. Vaini mi ha lasciato carta bianca e la utilizzerò in pieno per condurre la missione come dico io.

    I due arrivarono in breve tempo alla postazione di preallarme della 3a squadra sulla strada del porto, ed il marinaio di guardia fuori dalla cupola dell'osservatore del mezzo corazzato AAV-7 anfibio salutò i papaveri in arrivo. Il capo ricambiò il saluto e si diresse verso l'ufficio postale diroccato che era sede della squadra del Capo Brittacolo.

    Entrò e lo trovò che completava il controllo dell'equipaggiamento suo e di quello dei suoi uomini che aiutava nei loro compiti come mamma papera con i suoi pulcini.
    [Brau Fieul pensò Verdotto nel suo dialetto piomentese] sorrise al suo subordinato, che salutò militarmente dandogli il buongiorno

    "Prepari i suoi uomini Eros. Briefing missione tra 10 minuti"

    "signorsì, comandi" Brittacolo sparì nel retrobottega a prendere a calci il resto dei suoi figli.

    In meno di dieci minuti tutti i componenti della squadra, tranne i due addetti al mezzo corazzato che non partecipavano alla missione, erano riuniti all'aperto per ascoltare cosa Verdotto avesse in mente per la mattinata. Brittacolo in particolare aveva le orecchie ben tese.

    "Ok, ascoltate bene ed ascoltate tutti" esordì Verdotto. "Vi porto fuori stamattina in pattuglia. Il nostro obiettivo è la via Tripoli, dove forse qualcuno di voi saprà nel 2011 si è combattuta una terribile battaglia tra le forze di Gheddafi e la popolazione che difendeva la città. Si tratta probabilmente del quartiere più disastrato di Misrata e cominceremo il pattugliamento proprio da lì, per dare un segno alla popolazione che non abbiamo timore a cominciare dalle aree più difficili a prendere contatto con loro.

    Sguardi interrogarivi degli uomini.

    "Dovremo stare molto attenti" continuò Verdotto rivolto agli uomini. Nella fase di presa di terra si sono avuto alcuni conflitti a fuoco con bande irregolari di gente non ancora ben identificata, quindi dobbiamo presumere la possibilità di atti ostili e comportarci di conseguenza. Spero abbiate fatto una buona colazione perché ci muoveremo appiedati con tutto l'armamento al seguito, comprese le armi pesanti.

    Verdotto aprì la carta su un grosso contenitore di immondizia in ferro per mostrare la loro area di operazione. Brittacolo, la Sangani e gli uomini gli si riunirono attorno.

    "Ok fate bene attenzione ragazzi. Ci muoveremo da qui, lungo la strada del porto verso ovest fino all'attraversamento della perpendicolare. Poi svolteremo a sinistra lungo la via Tripoli, dove comineremo il pattugliamento vero e proprio. La via Tripoli è il nostro obiettivo principale; il suo imbocco qui, e la sua fine qui, dove c'è il vecchio palazzo dell'assicurazione, all'uscita sulla via perpendicolare"

    Verdotto indicò i due punti dell'inizio e fine pattugliamento chiaramente sulla carta. Il Palazzo dell'assicurazione era stato il punto dal quale i cecchini di Gheddafi avevano fatto una mezza strage nei combattimenti del 2011 contro le inesperte milizie degli insorgenti.

    "Ci dividiamo in due gruppi; movimento tattico per scaglioni. Io sarò in quello di testa con un fuciliere che il vostro comandante vorrà assegnarmi. Arretrato ci sarà il corpo principale della squadra, con il comando, le armi pesanti ed il Guardiamarina Sangani che ci servirà per il collegamento con la popolazione civile. Le regole di ingaggio sono le solite: difesa proporzionata all'offesa dopo aver fatto di tutto per scoraggiare l'eventuale minaccia. Su questo punto mi raccomando in maniera particolare ragazzi. Ricordatevi che ogni volta che vi contenete ed usate la testa correte è vero più rischi, ma nel lungo termine è la strategia vincente. Se siamo attaccati, guardate bene a cosa o a chi sparate prima di farlo. Vogliamo mostrare fermezza, ma soprattutto equilibrio; vogliamo sempre essere dalla parte della ragione; mi sono spiegato?"

    Gli uomini del S.Marco, per nessuno dei quali questa era la prima missione oltremare, annuirino tutti quanti.

    "Quando siamo usciti dalla Via Tripoli, ci rimettiamo in cammino, e senza abbassare la guardia, sulla perpendicolare e poi risvoltiamo a destra sulla strada del porto e rientriamo alla base. All'uscita dall'area di pattugliamento ci dovremmo trovare sulla destra la posizione della sezione di Greconese, per cui mi raccomando i segnali di rionoscimento; non vogliamo farci sparare addosso dal quel pugliese di merda"

    Gli uomini risposero con risate nervose alla battura; molti componenti del S.Marco erano Pugliesi e l'unità aveva in Puglia la sua base.

    "Ci sono domande?"

    Il Capo Brittacolo intervenne: "permesso di essere nella sezione di punta. Se succede qualcosa...non è meglio che coordini lei la forza principale?"

    "Negativo Eros. Se succede qualcosa i suoi uomini sono certo che saprà comandarli come si deve. Voglio rendermi conto di persona di cosa ci sta di fronte minuto per minuto"

    Brittacolo non era contento, ma decise che quello che diceva il comandante aveva senso.

    "Va bene allora; il mio nominativo è Alpha. Il grosso è Bravo...Preparate la roba, ci muoviamo fra un quarto d'ora"
    jj1.png
    Si discutono gli ultimi particolari della missione mentre gli uomini completano i preparativi: Eros Brittacolo a sinistra, Sergio Verdotto al centro e Maria Sangani a sinistra.
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    Ultima modifica: 26 Aprile 2019
  6. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Strada del porto, Misrata Libia

    All'inizio del movimento il Capo Scelto Verdotto procedeva in testa alla 3a squadra con immediatamente dietro di lui il Fucliliere Stefano Gay. Un centinaio di metri alle loro spalle muoveva il resto della squadra al comando del Capo Eros Brittacolo che aveva aperti cento occhi perché la situazione non sembrava molto buona. La strada del porto era infatti infatti deserta cosa che non è mai buon segno.

    Verdotto e Gay procedevano ARX in guardia, scannerizzando tutti i 180 gradi alle loro ore 12 in segno di qualunque attività nell'area di pattugliamento. All'inizio del turno 2, quando l'avanguardia era quasi giunta all'incrocio con la perpendicolare, un singolo ed isolato gruppo di persone comparve dalla parte opposta dell'incrocio stesso proveniente proprio dalla via Tripoli. Immediatamenete Verdotto andò ginocchio a terra, ma non cambiò la posizione dell'arma, che rimase di traverso sul suo petto, canna bassa rivolta a sinistra. Alzò il pugno destro chiuso per segnalare l'arresto a Gay che procedeva qualche metro davanti a lui, poi portò la bocca al microfono.

    "Bravo qui Alpha, contatto ore 12 gruppo apparentemente di civili. visualizzo adulti ed adolescenti; apparentemente niente armi. Avvicinatevi a contatto e mandatemi Sangani sul mio esagono...con calma" puntualizzò Verdotto enfatizzando le due ultime parole.

    All'inizio del turno 3 Maria arrivò alla posizione di Verdotto e osservò brevemente l'assembramento di persone di fronte al reparto. Gli individui che durante il turno precedente si erano semplicemente assembrati sul marciapiede dell'angolo basso dell'incrocio, adesso si agitavano alla volta della sezione avanzata italiana che si teneva a debita distanza.

    Con la massima calma, Brittacolo venne sulla frequenza di squadra flemmatico come se stesse annunciando un cambio della direzione del vento:

    "Alpha qui Bravo, visualizzo personale armato ore 1 nel primo edificio dell'angolo alto dell'incorcio cambio"

    La sezione di Brittacolo, di iniziativa andò in poszione di overwarch e si orientò immediatamene nella direzione indicata, spianando la Minimì e tutti gli ARX. Brittacolo stesso, controllò istintivamente la sicura del panzerfaust, assicurandosi che fosse pronto a fare fuoco, ma non lo mosse dalla posizione dorsale nella quale lo trasportava, continuando invece ad imbracciare basso il suo fucile d'assalto.

    "Bravo, assumete vigilanza e attenzione alle minchiate; non vogliamo cominciare la terza guerra mondiale qua" Nel dare le disposizioni alla sezione retrostante, Verdotto istintivamente si girò all'indietro per controllare lo stato dei suoi, e li vide armi puntate nella direzione della minaccia indicata. Si sforzò di rimanere calmo:

    "Bravo, abbassate le armi per Dio"

    "Roger Alpha" rispose veloce Brittacolo..."avete visuale anche voi sul contatto?"

    "Affermativo, si sta muovendo fuori dall'edificio...gli armati si posizionano dietro ai non combattenti"

    Un'ondata di nervosismo si propagò per tutta la squadra; quel tipo di movimento poteva voler dire una cosa sola.

    Verdotto afferrò una gamba del Guardiamarina Sangani, pietrificata dalla scena di fronte a lei, tirandola verso il basso, volendo significare che si abbassasse anche lei. Quando la testa della ragazza fu al livello della sua, le si rivolse freddo, tenendo lo sguardo fisso sul personale armato in movimento di fronte a loro.

    "Maria, ho bisogno che lei dia una calmata a quei civili là davanti. Finché sono posizionati là non possiamo avanzare o svoltare in sulla via Tripoli. Veda se riesce gentilmente a farli muovere.

    "Ma capo, e con gli armati dietro di loro come la mettiamo?" chiese ansiosa la ragazza.

    "Lei cominci a fare quello che le ho detto" replicò il sottufficiale senza il minimo segno di alterazione.

    La Sangani mise mano al megafono che portava dietro la schiena (ebbene si, c'è chi sulla schiena porta un Panzerfaust 3 e chi un megafono) e cominciò ad indirizzarsi alla gente. Vi faccio una traduzione maccheronica dall'Arabo:

    "Popolazione, vi parlano i marinai d'Italia comandati qui dal vostro governo per portare aiuto alla vostra città, in maniera che nessuno sia più costretto a lasciare la propria casa o a temere violenza e disordine. Abbiamo bisogno anche del vostro aiuto. Questa mattina siamo venuti a chiedere il vostro aiuto e la vostra ospitalità. Non possiamo fare nulla senza l'aiuto di Dio e quello vostro"

    Maria mise a terra il megafono e continuò ad osservare. Non parve che il suo pistolotto avesse nessuno effetto. La gente, adesso c'erano delle giovani ragazze in prima fila, né che accennasse a spingere la piccola folla a muoversi o a disperdersi. In compenso continuarono a agitarsi nei confronti dei nuovi arrivati in uniforme.

    "Cosa dicono Maria" domandò Verdotto alla guardiamarina.

    La ragazza rimase qualche secondo in ascolto, sporgendosi all'indirizzo del gruppo assembrato.

    "Qualcosa circa soldati infedeli sulla loro terra. Non qui, non in Libia"

    I due si guardarono non troppo contenti.
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  7. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Operazione incontro turno 4

    La situazione richiedeva evidentemente una certa dose di sangue freddo da parte del Capo Scelto Verdotto, il quale si aggiustò ancora una volta il microfono davanti alla bocca per comunicare con la sezione di Brittacolo dietro di lui

    "Bravo, rimanete in posizione e state pronti. Io e Sangani andiamo a parlamentare con i tizi qua davanti. Abbiamo bisogno di spazio di manovra per poter cominciare la nostra missione cambio"

    "Alpha dietro i civili c'è personale armato, volevo solo ricordarvelo cambio". Brittacolo non poteva vedere questi armati dietro al gruppo di civili, ma li aveva visti muovere nel turno precedente.

    "Bravo ricevuto; state pronti; io vado avanti con Sangani; se succede qualcosa, qualunque cosa, ripiegate lungo la strada principale ed andate a fare rapporto a Vaini. Intanto mandatate un uomo a raccattare le mie armi e quelle di Sangani cambio"

    "come?"

    "Brittacolo faccia quel cazzo che le dico io!" Per la prima volta Verdotto si alterò leggermente alla radio.

    La sezione di Brittacolo si sistemò in posizione per coprire la strada, mettendosi a due lati di questa per ottenere un minimo di copertura. Il fuciliere Sforza andò a terra con la Minimì.
    Brittacolo, ginocchio a terra dietro un cumulo di rottami osservava il suo comandante una quarantina di metri davanti a lui, ben sapendo che in caso di problemi non avrebbe potuto fare che eseguirne gli ordini. Ordinò al fuciliere Villani di andare ad eseguire gli ordini del comandante.

    Verdotto, sempre piantato allo scoperto in mezzo all'incrocio, si tolse l'elmetto ed il giubbotto antiproiettile. Poi si levò la parte superiore della mimetica rimanendo con la T-shirt nera dei fucilieri di marina. Posò a terra tutta la "Beretteria" corta e lunga. Infine si ri sistemò la baionetta in fondina pettorale sopra la T-shirt

    "Maria, via l'elmetto e lasci qua le armi"

    La guardiamarina lo guardò interdetta, ma da esperta del mondo arabo quale era, capì dove voleva andare a parare Verdotto.

    Maria si tolse l'elmetto, il che le lasciò in piena vista il Sahib blu notte che le copriva il capo ed il volto, tranne gli occhi. Anche lei si sfilò il kevlar e l'elmetto, ma null'altro.

    Mentre Villani arrivava al trotto a recuperare l'armamentario, Verdotto, si avviò insieme alla guadiamarina dritto sulla folla di civili che stava davanti a loro.

    "Maria, mi cammini due o tre metri dietro".

    La ragazza comprese benissimo quello che il sottufficiale voleva dar a vedere. Rabbrividì al pensiero che il suo capo volesse affrontare un gruppo di Arabi armati usando i loro stessi argomenti. Una cosa era studiare all'università per Dio, un'altra era mettere in pratica! La pratica Dava molta più strizza al culo della discussione della tesi di dottorato. Tuttavia, Verdotto era in comando e lei lo avrebbe seguito.

    Quando il gruppo di civili si vide arrivare i due Italiani in quelle condizioni, smise di rompere i coglioni e si fece semplicemente da parte per farli passare. Molti addirittura se ne andarono, pr tornare alle loro faccende. Verdotto non li degnò neanche di uno sguardo; come era normale nella cultura locale quando si preprava o proponeva un incontro, si doveva mantenere l'attenzione sulle persone importanti, in questo caso i miliziani armati. Qualunque gesto di cortesia nei confronti delle persone di secondaria importanza sarebbe stato interpretato come un segno di debolezza e di ignoranza.

    Verdotto si portò davanti al gruppo di miliziani, in un misto di uniformi desertiche e scarpe da ginnastica, con fare pacato e si rivolse a quello che sembrava il capo . Il tizio Impugnava un AK-74 neanche troppo ben tenuto. [Buon per te che è un'arma affidabile o nelle tue mani sarebbe già inutile]. Terminata la breve fase di studio, Verdotto disse nel suo Arabo maccheronico da eccesso di missioni in buchi di culo simili a quello dive si trovava adesso, che da quel momento si considerava ospite dello sgherro che gli stava di fronte e chiedeva cibo, acqua ed un incontro formale.

    I libici armati si guardarono tra loro, in preda alla più viva incertezza, ma certo non potevano perdere la faccia di fronte a due stranieri. Forse non era vero che tutti i soldati stranieri erano barbari incivili.

    Dall'altra parte della strada, in un edificio alto che fungeva da magazzino per la stazione di polizia del GNA, un osservatore munito di binocolo telscopico osservava tutta la scena. Aveva lavorato in passato con gli Italiani, precisamente con il nono assault regiment della loro airborne brigade in Afghanistan, Iraq, Sudan, Yemen e Repubblica Centroafricana.

    Il civile col binocolo supersofisticato aveva gocce di sudore che gli calavano lungo il collo; il suo compare, pure lui in abiti borghesi, era seduto su un divano con un Heckler und Koch MP-5 corto appoggiato sulla coscia destra.

    "How are they doing?" chiese quello seduto al collega in osservazione.

    "Fucking Italians!!" si limitò a rispondere quello.
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  8. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Operazione Incontro Turno 5

    Verdotto si rese conto di essere stato forse un po' troppo ottimista nella condotta dell'operazione, nella frazione di secondo che gli occorse per accorgersi che il rumore dei vetri che si frantumavano alla sua destra era frutto dell'impatto di proiettili. Nella seconda frazione di secondo sentì gli spari: AK-47; rumore secco ed inconfondibile. Prima che potesse reagire in alcun modo, la Guardiamarina Sangani lo spinse per terra con un placcaggio rugbistico, e gli si buttò sopra facendogli scudo con il suo corpo. Le raffiche cessarono altrettanto velocemente di quanto erano iniziate. Un occhio ai Libici che stavano di fronte a lui nel turno precedente, gli consentì solamente di vedere l'ultimo che se la batteva all'interno di un negozio lungo la strada del porto. Non erano stati loro a sparare; Verdotto ne era sicuro.

    50 metri più indietro, Brittacolo si attaccò alla radio, dimenticando completamente gli ordini che il capo gli aveva dato.

    "Charlie A qui è Bravo...mi ricevete?" cercava di mettersi in contatto con la sezione del veicolo corazzato di squadra.

    Raffiche di statica furono la risposta immediata.

    "Charlie A qui è Bravo...siete in ascolto? Cambio"

    Ci volle ancora un po' prima che il Sottocapo Gianfranco Vanza si muovesse fino al veicolo per abbrancare la radio.

    "Interrogativo su frequenza 613...qui Charlie A cambio"

    "Cristo Vanza dove cazzo eri!!" Brittacolo violò il protocollo radio.

    Il Sottocapo abilmente aggirò la domanda. "Abbiamo sentito degli spari ma non capiamo da dove provengono cambio"

    "Charlie A portate il mezzo qui; incrocio tra la perpendicolare e la strada del porto. Abbiamo un contatto probabilmente dall'area della via Tripoli; conferma"

    "Copiato, Bravo...mi metto subito in movimento. Chiudo"

    Brittacolo guardò a giro d'orizzonte la posizione dei suoi fucilieri.

    "Preparatevi a muovere, ci spostiamo verso gli edifici sulla perpendicolare non appena il corazzato di squadra di sorpassa. Domande? gridò Brittacolo per essere sicuro che tutti lo sentissero.

    L'operatore della Minimì, ancora sdraiato a terra dietro a Brittacolo alzò lo sguardo:

    "Verdotto ha detto di ripiegare sulla base"

    "E io dico che avanziamo e andiamo a soccorlerlo coglione! Lui e Sangani sono disarmati ed in mezzo alla strada; devo ripeterlo due volte?"

    Il mitragliere si chetò di colpo.

    "Sangani, lo sa che potrei denunciarla per molestie sessuali?"
    niente pedina di combat stress per Verdotto, ne tanto meno per La Sangani che come leader aveva addirittura un +2 al dado.

    "Capo pensiamo e levarci da qua prima e poi vedremo" rispose la ragazza ancora sopra al capo scelto.

    Piano piano i due cominciarono a strisciare verso l'edificio più vicino, nell'angolo sud est dell'incrocio.

    "Ha visto chi ha aperto il fuoco?"

    "No ma proveniva dalla via Tripoli...ne sono certa" rispose la Guardiamarina.
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  9. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Operazione Incontro Turni 6-9

    Nel turno 6, immediatamente dopo che Verdotto e Sangani erano stati fatti oggetto di fuoco, i due trovarono riparo dietro all'edificio posto nell'angolo sud dell'incrocio tra la strada del porto e la sua perpendicolare. Al momento erano impotenti. Mentre Verdotto meditava sul da farsi, gli sferragliò alla sinistra l'AAV-7 della terza squadra con i portelli chiusi, dato che ad inizio turno il Sottocapo Vanza aveva tirato un 2 sul controllo di esposizione del capocarro, ed il 2 indicava che non aveva avuto le palle di starsene fuori dalla cupola per una migliore osservazione. Comunque se pur a portelli chiusi, il corazzato si fermò ad una quarantina di metri dopo l'incrocio, in corrispondenza del punto dove i Libici armati si erano dileguati verso nord ovest.

    Verdotto e Sangani mossero nell'edificio che aveva assorbito i colpi in arrivo. La porta era diroccata e l'edificio, che sembrava un locale commerciale, era vuoto. Un altro momento di panico seguì quando smossa la porta un ordigno, grazie a Dio di scarsa potenza detonava all'improvviso, forse azionato da un cavo o qualcosa del genre. Una specie di petardo artigianale che con provocava danni a nessuno dei due a parte la strizza maxima. Nel frattempo arrivarono il resto degli appiedati, vale a dire Brittacolo e compagni con le armi e le radio portatili di Verdotto e di Sangani.

    "Ok ragazzi, non capisco ancora un beneamato cazzo di quello che sta avvenendo qui" esclamò il capo scelto, ancora pituttosto scosso.

    Poi, ad aggiungersi al casino, sulla frequenza di plotone venne la voce concitata di Greconese,che stazionava col suo posto di osservazione dall'altra parte della perpendicolare. Il Tiratore scelto informava tutte le unità che persone armate si muovevano dalla zona alle spalle della caserma della guardia costiera verso ovest. Greconese che aveva visto tutto il movimento degli Italiani alla sua destra, avvertì che questo nuovo elemento, se lo sarebbero probabilmente trovato a sud in caso di contatto.

    Verdotto si fermò per qualche secondo a pensare e poi comunicò verbalmente i suoi ordini.

    "Brittacolo, prenda la sua sezione e si porti alla fine della zona di pattugliamento, dalla parte della torre delle assicurazioni. Faccia il giro largo dalla strada perpendicolare. Noi entriamo da Via Tripoli. Fate attenzione; chi ha aperto il fuoco potrebbe ancora essere nei paraggi. I tizi con cui stavo parlando sono spariti anche loro. State attenti al movimento comunicato da Greconese; massima allerta e sempre all'occhio con le regole di ingaggio. C'è troppa maledetta gente armata qua intorno: occhi spalancati. Completiamo il pattugliamento e vediamo se possiamo parlare con qualche civile. Uno degli scopi vitali della missione è capire come stanno le cose in questa dannata città. Rimanete in contatto; Andate"

    "Il corazzato?"

    "Lasciatelo di guardia dove si trova adesso".
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  10. DistruttoreLegio

    DistruttoreLegio

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    Due cose

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  11. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Distruttore,
    sempre lieto di darvi una piacevole lettura.

    Mi sto divertendo un sacco con questa campagna. Dai un'occhiata a "Force on Force" della Ambush Alley Games". Ci si possono fare delle cose che con SPMBT te le sogni di notte, e c'è anche una variante per la seconda guerra mondiale.
     
  12. DistruttoreLegio

    DistruttoreLegio

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    Non avrai altro gioco al infuori di SP
    Non nominare SP in vano
    Ecc ecc se no mi becco una querela

    Comunque e' sempre un piacere leggerti ... Mi sono emozionato quando c'è stato lo stupro sotto fuoco nemico ... ribadisco i miei complimenti
     
  13. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Già; mi ero dimenticato di non discutere mai di religione:whistle:
     
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  14. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Operazione Incontro situazione all'inizio del turno 10 + nota tecnica.
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    Prima cosa, brutte notizie non solo dal punto di vista tattico ma pure da quello strategico: se guardate vicino alla caserma della guardia costiera, noterete un nuovo gruppo di armati: inutile che vi dica chi sono questi nuovi venuti che si nascondono in una pescheria del compound dei pescatori, perché si capisce dal colore.

    Poi buone notizie per Verdotto: una moltitudine di civili viene fuori dalle sue catapecchie e baracche, che già prima della guerra non erano proprio dei residence; immaginarsi adesso. Vedremo cosa Verdotto e Sangani potranno tirare fuori da questo primo contatto con la popolazione.

    Poi vicino all'obiettivo azzurro 2, indicante l'esagono di fine pattugliamento, ci sono gli armati segnalati da Greconese nel turno precedente.

    Ho modificato i bordi di tutte le pedine per differenziare meglio le fazioni. Per il momento contiamo almeno tre fazioni libiche diverse: i bordo verde, che sono le forze regolari del GNA, i bordo nero, che non si è ancora capito chi sono ed i bordo rosso che sono quelli che solitamente sparano. E poi ci cono i civili arancioni che non parteggiano per nessuno ma possono essere influenzati dai leader delle altre fazioni per diventare personale loro, sempre che le forze regolari non li disperdano prima. Come avete visto nel primo scenario sia disperdere pedine di civili, che convertirle in milizie delle varie fazioni, porta punti vittoria a chi riesce in queste imprese, oltre che fornire un'aggiunta di materiale umano grezzo alle fazioni irregolari. E' la classica lotta politica per il controllo della popolazione, che dipende strettamente dal livello di insorgenza, che dipende a sua volta dagli esiti degli scenari.
     
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    Ultima modifica: 30 Aprile 2019
  15. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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  16. Luigi Varriale

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    Operazione incontro turno 10

    In questo turno Verdotto e la Sangani hanno il tempo e l'opportunità di cominciare ad esplorare la via Tripoli, cioé i bassifondi più bassi della città di Misrata. Una fila interminabile di case e catapecchie mezze disastrate dai combattimenti più e meno recenti, e mai veramente riparate. Qua si vedono tutti gli effetti del completo abbandono e del degrado conseguente ad un permanente stato di guerra.

    Adesso tutti gli appiedati della squadra sono riuniti in Via Tripoli, con la sezione di Brittacolo che si prende cura della sorveglianza dello sbocco sud della strada, dal momento che seppur a debita distanza, dalla parte opposta della piazza del mercato ora deserta, staziona un gruppo di tre armati libici in abiti civili, uno dei quali impugna una mitragliatrice leggera RPK tenedola per la canna con il calcio appoggiato al suolo. Gli altri due, in posizione altrettanto tranquilla, sono seduti su un muretto con a tracolla gli onnipresenti fucili AK.

    Alcuni degli uomini di Bittacolo si sono portati in appoggio a Verdotto e Sangani. L'impressione visiva dei locali, così come si presenta ai nostri marinai, è alquanto miserevole: una serie di bambini sporchi, malnutriti, con gli occhi all'insù all'ordine dei militari italiani sono per i militi del S.Marco una scena poco piacevole. Alcuni bambini hanno le lacrime agli occhi e si guardano intorno spauriti a seguito dell'ennesima sparatoria appena conclusasi. Altri invece frignano apertamente nascondendosi dietro alle loro madri, spaventati dalla presenza degli Italiani armati fino ai denti. Non è la prima volta che vedono gente in mimetica, e quando gente in mimetica si presenta nel quartiere sono sempre brutti momenti, soprattutto per i più giovani. Gli adulti non sono in posizione di molto migliore: donne e ragazze, avvolte nei loro caratteristici copricapi scrutano i nuovi arrivati con indifferenza e sospetto, specialmente da quando secondo le notizie del quartiere un ragazzo di 20 anni è stato ammazzato per la strada dagli Italiani; altri dicono dalla polizia. Gli adulti maschi non sono meno diffidenti della donne.

    L'unica nota che inspira sicurezza è la presenza di una donna tra gli Italiani, anche lei in mimetica, anche lei munita di copricapo di un bellissimo blu scro. La ragazza parla un Arabo con pesante accento tunisino ma comprensibile ed inspira calma e sicurezza.

    I fucilieri cominciano a svuotare zaini e tasche di tutti i dolciomi che hanno, gomme da masticare, cioccolata ed altri generi non proprio regolamentari, ma che ogni militare tende a portarsi dietro anche in zona di guerra. Sigarette vengono anche offerte ai civili maschi, tanto per stemperare un po' tensione e diffidenza.

    La Sangani, con una bella bambina sporchissima ma sorridente in braccio tutta intenta a divorarsi un Twix dopo l'altro, inizia a condurre le indagini sulla situazione del luogo. Occorre non poca pazienza per convincere i locali a parlare con ordine uno alla volta, capacità che avrei dei dubbi gli Italiani possano insegnare a chicchesia. Tutte le persone presenti hanno rimostranze, lamentele, frutto spesso di disperazione, privazioni e violenze subite. La Sangani fa una fatica d'inferno a capire qualcosa nel generale casino. Un uomo di Brittacolo riprende tutto con una telecamera per inviare il video al comando di plotone e di gruppo navale in un secondo momento.

    In sintesi la situazione del quartiere e dei quartieri limitrofi è la seguente: la gente muore di fame, non c'è cibo o se c'è costa troppo caro per le famiglie che sono rimaste senza un lavoro dopo la caduta del regime di Gheddafi, che qui quasi tutti rimpiangono. Le forze armate che girano per la città sono pericolose: per un nonnulla, arrestano, maltrattano ed in qualche caso sparano. Una volta arrestati dalla polizia o dalla guardia costiera non si sa che genere di maltrattamenti i prigionieri possono subire, specialmente quando sono donne. Le visite ai prigionieri sono proibite.

    Esiste una milizia armata di difesa formata per difendere appunto la popolazione. Questa milizia non ha nulla a che fare con il governo, ma chiede molti soldi o prestazioni in natura per assicurare la difesa del quartiere; quindi tale difesa tende ad essere da molto scarsa a inesistente. Questa specie di mercenari, sono molto più attivi nelle zone residenziali a nord, dove vivono le famiglie più benestanti: impiegati governativi, militari, notabili e mercanti. Quelli hanno tutta la protezione che vogliono.

    In pratica qui la popolazione vive in uno stato di semi cattività, visto che non ha molto da offrire. alcuni giovani se ne sono andati per arruolarsi nella milizia della difesa, dove almeno hanno due pasti al giorno e alle volta anche una paga.
    In città esiste anche una pericolosa banda militare, dedita al traffico di droga con l'Europa e con il traffico degli emigranti africani, ma solo con quelli che possono pagare bene per il viaggio.

    In definitiva, concludono la Sangani e Verdotto guardandosi in facci, un gran complicato caisno.

    Sangani si sforza di tradurre tutto quello che il Capo Scelto Verdotto vuole comunicare.
    Essenzialmente Verdotto vuole che gli abitanti sappiano le seguenti cose:
    - è attivo un ospedale italiano nella zona portuale alle spalle del compound dei pescatori
    - chiederà al comando il permesso che forze italiane assumano la difesa del quartiere
    - organizzarà un servizio di aiuti umanitari di prima necessità ai residenti
    - i servizi non saranno donati ma dati in cambio dell'aiuto che la popolazione darà agli Italiani per svolgere la loro missione.

    Mentre tutte queste discussioni si sviluppano sulla sinistra della mappa, i ceffi del Dahiish che sono apparsi nel turno precedente presso il compound dei pescatori tramite l'hot spot numero 3, decidono di montare un assalto a sorpresa al centro logistico ed all'ospedale da campo del contingente italiano. Queste sono milizie che non rispondono a nessuno. Sono considerate tra le più violente del panorama estremistico islamico e la loro presenza in città è piuttosto recente. Come tutte le milizie irregolari presenti nella campagna, la loro Troop Quality all'inizio è 6, ma visto che questi sono pericolosi e fanatici, il loro morale è 10. Comunque fanatica o no, un'unità di fanteria prima di iniziare un assalto per il combattimento ravvicinato deve superare un test di qualità truppe. In questo caso, i ceffi devono tirare un 4+ con un dado da 6. Tirano un 1 e quindi l'unità perde la sua attivazione per il turno e rimane invece sul posto. Della serie "Fratelli, rimandiamo il martirio al turno seguente!"

    In più, l'uno al dado tirato di cattivi, attiva anche un evento casuale, che si rivela essere un malfunzionamento della Browning del cingolato del Sottocapo Vanza. La mitragliera è fuori gioco per tutto lo scenario. Non bene. Sto Vanza mi comincia a puzzare di lavativo, sia nella prontezza nelle procedure radio che nella manutenzione delle armi.

    "Cazzo succede alla mia M-2 ?!"
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  17. Iscandar

    Iscandar

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  18. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Sapevo che appoggiavamo la guardia costiera, ma non dell'ospedale
     
  19. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Operazione incontro turno 11

    La terza squadra si preparava ad accomiatarsi dal quartiere via Tripoli, con un'idea più chiara, anche se non definitiva, di qual'era la situazione in città, almeno dal punto di vista dello strato più fragile della popolazione civile. Adesso c'era da completare l'itinerario della pattuglia, riportarsi sulla strada perpendicolare e ritornare alla base. Da ultimo andava stilato il rapporto per il comando. Verdotto si concentrò sui compiti immediati. Mentre pensava come condurre il resto della missione, sulla frequenza della squadra il Sottocapo Vanza comunicava che l'armamento principale del mezzo corazzato era in avaria e non riusciva a rimetterlo in funzione.

    "Charlie A qui Alpha...prendete il veicolo e riportatevi alla base lungo la strada del porto; vi raggiungiamo a missione conclusa cofermate passo."

    "Qui Charlie A ricevuto eseguiamo chiudo" rispose sollevato il sottufficiale capocarro della 3a squadra, che di starsene in mezzo alla strada col veicolo disarmato proprio non ne aveva voglia.

    Poi Verdotto acchiappò per la giacca il suo vice Brittacolo. Occorreva affrontare la situazione alla mano con il gruppo di libici armati di RPK che ancora stazionava davanti alla torre delle assicurazioni.

    "Eros, mi ascolti bene" Verdotto si rivolse al comandante della 3a. "Mi dia un fuciliere; io, Sangani e lui ci muoveremo con calma incontro a quei miliziani. Voi state pronti ad intervenire se fanno qualche cazzata. Non voglio apparire invadente, ma nemmeno sprovveduto. Se non hanno compiuto alcun atto ostile fino adesso, c'è da sperare che contiinuino così...ci sono domande?"

    Brittacolo per tutta risposta cominicò a schierare i suoi, Minimì in testa a copertura del movimento di Verdotto.

    "Ragazzi...base di fuoco a copertura del movimento del comandante" Brittacolo si affrettò ad organizzare i suoi. Lei Fratta, col lanciagranate qui. Federico, mi piazzi quell'arma d'appoggio dietro al muretto. Gli altri a copertura là e là". In men che non si disse, Brittacolo aveva la sua sezione pronta a polverizzare chiunque avesse anche solo provato a volgere le armi contro la sezione di Verdotto. La tensione e l'adrenalina correvano veloci, e per il momento impedivano ancora di essere stanchi. Era stata una missione lunga, e Brittacolo non vedeva l'ora di portarla a termine. Questi Libici, cominciava ad averli sul culo.

    Quando Verdotto si mise in movimento, dimostrò come sempre calma e compostezza. Si mosse senza impugnare l'arma, ma tenendola appesa lungo il petto, con una mano appoggiata sopra al calciolo avanzando con la massima nonchalance. La Sangani, ed in maniera più riluttante, il fuciliere Gay ne imitarono l'atteggiamento, camminando immediatamente dietro al loro comandante. Ebbero cura di avanzare lungo la parte destra della piazza del mercato, lasciando alla base di fuoco una linea di tiro completamente libera.

    I miliziani, vedendo avanzare gli Italiani verso di loro, e ben consci di avere un'altra mezza dozzine di bocche da fuoco che coprivano i tre che si avvicinavano, si limitarono a raccattare il loro armamentario ed a ritirarsi tra gli edifici a sud della piazza, senza un gesto e senza una parola. L'ultimo della fila, con l'RPK, camminava all'indietro per controllare cosa facessero gli infedeli. Di sparare agli Italiani per il momento non avevano intenzione, ma di avere contatti con loro, nemmeno.

    Verdotto, camminando verso la torre delle assicurazioni, tirò un bel sospiro di sollievo; la parte più difficile della giornata, pareva alle spalle. Non sapeva quanto si sbagliava.

    Dall'altra parte della mappa, un ceffo del Daiish che nel turno precedente aveva protestato con il suo capo che attaccare l'accampamento italiano con un assalto corpo a corpo sarebbe stato troppo pericoloso, riusciva a convincerlo che era invece meglio avanzare in modo defilato tra le viuzze strette del compund dei pescatori, prendere posizione nell'ultimo edificio all'angolo col muro di cinta, e poi aprire il fuoco da lì, ammazzando il più alto numero di cani infedeli.

    Il comandante della squadra dell'ISIL convenne con il suo sottoposto e tutti e sette i componenti del commando si misero in movimento, silenziosi attraverso i vicoletti formati tra una baracca e l'altra del compound.

    Sul fatto che al Capo Scelto Mario Vergottini la posizione scelta per il parco logistico del contingente non piacesse, non c'era stato mai alcun dubbio. Lui aveva suggerito di piazzarlo nel mezzo dello spiazzo Garibaldi, come era stato soprannominato subito dagli Italiani l'enorme zona aperta ad ovest del compound dei pescatori. Lo avrebbe voluto in mezzo, con la protezione di una squadra di fanteria meccanizzata a 360 gradi intorno al complesso. Ma Vaini aveva detto di no perché ciò non avrebbe lasciato abbastanza esagoni per l'acquartieramento della squadra, che avrebbe dovuto quindi requisire alcuni edifici per potersi sistemare in uno spazio sufficiente. Questo era contrario al parametro di missione che prevedeva che si doveva arrecare il minimo disturbo ai civili. La posizione risultante del complesso logistico e dell'unità ospedaliera era di consguenza tatticamente una merda: le prime tende dell'ospedale da campo erano addossate al muro di cinta che separava lo spiazzo dal compound dei pescatori, e per di più confinava con una parte del compound fortemente edificata; ciò avrebbe permesso a qualunque malintenzionato di avvicinarsi all'ospedale, coperto e di sorpresa. Vaini aveva minimizzato, apponendo il fatto che la zona era comunque coperta dalla Guardia Costiera libica ed invitando Vergottini a smettere di rompere i coglioni.

    Il difetto tattico della posizione della squadra logistica e di sanità era stato notato anche dal comandante del commando del Daiish che si preparava ad attaccare. Il Dottor Salah Miyaz, Saudita, intellettuale e combattente del califfato, aveva una laurea in storia contemporanea, e dopo aver esaminato nei giorni precedenti lo schieramento degli infedeli camminando "in borghese" lungo il perimetro, aveva concluso che la posizione degli Italiani era peggio di quella che avevano a Sidi Barrani nel 40. Decisamente gli Italiani non avevano mai nella loro storia imparato a combattere. Oggi lui, gli avrebbe dato un'altra sonora lezione, con l'aiuto di Allah si intendeva.

    "Ammazzate più di quei cani che potete" incitò i suoi sgherri durante il movimento, parlando a bassa voce. I suoi combattenti erano ancora novellini. Lui stesso non aveva partecipato a più di un paio di scontri fugaci in Siria contro l'esercito di Assad. Ma adesso, per la prima volta, aveva una squadra tutta sua da comandare e dalla parte centrale della Libia, era riuscito ad infiltrarsi fino all'interno della roccaforte del GNA; con il governo che aveva chiuso tutti e due gli occhi sulla sua presenza. D'altra parte non dovevano forse essere uniti tutti i fratelli mussulmani contro i bastardi apostati e miscredenti di Harrar? I suoi uomini pur essendo inesperti erano comunque fedelissimi alla causa, avevano morale 10 e quindi sarebbero stati un avversario formidabile per chiunque.

    La squadra dell'ISIL avanzò in fila indiana facendo il meno rumore possibile verso il muro di cinta dietro al quale c'era l'accampamento italiano. La cosa non fu difficile; il compound era deserto e l'avanzata fu assai rapida. Poi improvvisamente si trovarono di fronte al grande edificio angolare che dava direttamente sul muro di cinta. La squadra si appostò nell'edificio. Myaz schierò tutti i suoi fucili d'assalto alle finestre dell'edificio. Poteva charamente vedere personale italiano all'interno dell'attendamento grazie al fatto che le tende avevano una parte trasparente a fungere da finestre lungo i tre lati chiusi. Le grandi mezzalune rosse dipinte su tutte le facciate degli attendamenti non fecero altro che aumentaare il suo odio per gli infedeli che usavano i simboli mussulmani da ipocriti quali erano.

    Il sottocapo Baresi stava mettendo in ordine gli strumenti chirurgici all'interno della tenda operatoria mentre conversava amabilmente con il suo comandante, Capo Scelto e Chirurgo del contingente Mario Vergottini. La tenda chirurgica era vuota a parte loro due, e nella tenda degenze il fuciliere Staffa stava sistemando i letti da campo, che sperava non si sarebbero mai riempiti. Staffa Guardò fuori per vedere se il tempo cambiava con l'approssimarsi della sera, e gli cadde l'occhio sulle finestre del grande e piatto edificio attaccato al muro perimetrale del compound dei pescatori. L'ultima cosa che vide fu un certo numero di fiammate che provenivano da quelle finestre. Poi cadde a terra colpito. Si trovò a pensare [meno male che sono in un ospedale].

    "Contaaaaaatto!!" strillò Vergottini all'unica persona che in quel momento poteva ancora sentirlo, vale a dire Baresi. Entrambi corsero verso l'angolo destro della loro tenda dove erano appoggiati i fucili e risposero nella generica direzione da cui proveniva il fuoco che li aveva sorpresi. I proiettili forarono la parete posteriore della tenda nel dirigersi verso i bersagli e vennero disturbati nella loro traettoria. Non che quelli stessero mirando a nulla di preciso in ogni caso. Inutile dire che il loro fuoco fu del tutto ineffettivo.

    "Uomo a terra!!" gridò Baresi quando vide Staffa mezzo fuori e mezzo dentro la tenda degenze, messo in orizzontale. "Staffa e stato colpito!"

    "Vieni qua a sparare cazzo, che ci lasciamo la pelle tutti e due!!" ordinò Vergottini al suo infermiere.

    Mentre sparava due colpi alla volta, uscendo dalla tenda, Vergottini pregò la Madonna che la squadra di Daroni, dall'altra parte dello spiazzo si muovesse veloce o quella sarebbe stata una battaglia davvero corta. Intanto vide il pilota dell'EH-101, Tenente di Vascello Bashlet, chr correva verso di lui impugnando una Beretta 92.

    "Comandante, vada a chiamare Daroni!! Siamo sotto attacco!"

    Bashlet, inchiodò, sgommò vistosamente verso destra quasi perdendo l'equilibrio e si lanciò verso le posizioni della 1a squadra.
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    Ultima modifica: 1 Maggio 2019
  20. Amadeus

    Amadeus

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    Giusto per capirci, stai usando queste regole per gli scenari terrestri?
     

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