Splende nei secoli l'Eterna (reloaded)

Capitolo 27

Quando l'ultimo dei contingenti nemici visibili si avvicinò alla fattoria difesa fagli Aquilei, fu travolta dal fuoco concentrato dei frombolieri e dei dardi cittadini, e poi finita dal contrassalto congunto di Rurales ed Aquilei...non un solo nemico rimase in piedi...i Romani non fecero prigionieri...alo stesso tempo i Diocleziani, non avendo nulla di utile da fare ad est, vennero spediti ad ovest a sorvegliare il territorio prospicente al mare per impedire che da lì nascessero nuovi accampamenti barbari.

"E' il momento del contrattacco Tullius...disse il pater familias Cassio al suo omologo Rotilio..."Due Torme di guerrieri, una coorte di arceri...portiamo la campagna sul suolo nemico".

"Dai gli ordini".

 

Capitolo 28

"O padre...potranno farcela i nostri soldati a sconfiggere le orde nemiche ?" chiese il fanciullo intento a brandire la sua mazza di legno ad un tempo gioco di guerra ed attrezzo per disciplinare i boves della sua fattoria.

"Dubiti forse della potenza e del valore dei guerrieri di Roma figlio mio...sappi che un giorno i figli in armi di Roma faranno tremare l'intera Latina e nessun barbaro oserà mai più alzare la mano contro l'Urbe eterna.

"Frooombolieri....in marcia !!"...arrivò secco e perentorio l'ordine del centurione di coorte alla guida del reparto...finiti gli ultimi nemici, i micidiali tiratori di Roma si mettevano al seguito delle Torme romane per la campagna offensiva.

 

Capitolo 29

"Il piano per la prosecuzione della campagna è semplice"...il Dux Mario Caio Varo, comandante in capo dell'esercito romano spiegò ai comandanti delle sue unità.

"Avanziamo sui due lati del Vlanuvio con tutte le forze...spianiamo la strada con i frombolieri ed attacchiamo il villaggio barbaro a nord. Se la banda a Sud vuole attaccare Roma, ci penseranno i dardi cittadini a respingerli; una volta completata la missione volgeremo a sud e ci occuperemo dell'altro accampamento.

Anco Cassio stava istruendo il messo da mandare al cospetto di Caio Varo.

"Riferirai al Dux che le forze che ha a disposizione dovranno bastargli...la politica di Roma adesso volge all'esplorazione dei mari circostanti ed all'equipaggiamento delle famiglie di coloni...fagli sapere che per quando la seconda ondata di coloni sarà pronta mi deve assicurare la copertura della pendice sud est dell'Isola.

Tutte le forze di Varo si andavano disponendo per la campagna...I rurales a nord, guadagnavano le propaggini est delle colline a nord del deserto per negare quel terreno favorevole al nemico, mentre gli Aquilei a sud costruivano un campo fortificato speditivo per resistere all'eventuale assalto della torma di barbari che li fronteggiava. La II coorte di frombolieri sfilava in parata dalla porta est dell'Urbe

 

Capitolo 30

"Maledetti idioti"...imprecava Varo alla volta dei veterani Rurales...ci andò di mezzo il milite di collegamento del magister di costoro.

"Avevo ben detto...specificato...al tuo comandante di attaccare solo con la copertura dei frombolieri...sia stramaledetto lui e la sua fame di gloria dannata...Torna indietro e digli che se mi fa un altro scherzo del genere lo faccio impalare vivo ed essicare al sole...che si fortifichi ed attenda la II coorte...fa capire a quel pazzo senza cervello che non sono diponibili altre forze per questa campagna...e che quindi lui risparmi le sue se non vuol esser causa di disfatta per tutto l'esercito...

Poi Varo gettò l'occhi oltre la collina desertica, dove la torma di barbari he lo fronteggiava era oramai prossima alla rotta...lui...a differenza d quell'idiota del Rurales sapeva come coordinare gli attacchi fanteria/frombolieri, ed i risultati si vedevano.

 

Capitolo 31

"Ti ho mai detto quanto amo questa città ?"...chiese Melsonia al marito mentre si avviavano alla loro casa al calar del sole dopo la giornata lavorativa.

"I suoi campi ordinati e le spiaggie scoscese, le verdi foreste ancora inviolate ed il mare ai suoi lati che ne comprimono i fianchi"..."la amo davvero questa nostra città".

"Mi fai pensare al contrasto tremendo e fatale"...replicò le sposo tra la bellezza della nostra terra e lo scenario apocalittico del deserto dell'est...dove il sangue dei nostri è sulla terra più abondante dell'acqua.

"Vinceranno" ?

"Devono...nessun'altra strada è tracciata per la grandezza di Roma"

 

Capitolo 32

Quando i frombolieri della II coorte arrivarono a distanza sufficiente dal nemico, iniziarono il tiro con effetti visibili...i barbari a difesa del loro accampamento si sfasciarono non poco sotto il martellamento dei dardi.

Gli Aquilei si riunirono ai Rurales aggirate le pendici del Vlanuvio e così Varo potè di persona istruire il magister subordinato su come condurre quella fase della campagna...Il Rurale voleva infatti attaccare approfittando dello scompiglio nemico, ma Varo lo impediva, adducendo che al turno successivo i fromboli avrebbero finito il nemico e lui avrebbe potuto avanzare nell'esagano gratis.

Per grazia degli dei, da sud tenuto sotto il vigile occhio della I coorte, ancora nulla

 

precisazioni:

chiamo frombolieri quelli che sono in realtà arcieri...

...prima licenza poetica.

Ho deciso che mi sono stufato di considerare gli anni effettivi da un turno all'altro, che mi impedisce di sviluppare i miei personaggi come vorrei...da adesso in poi...se voglio sviluppare dei personaggi, questi vivranno (nel gioco) abbastanza a lungo per poter essere protagonisti di eventi di largo respiro.

seconda licenza poetica

 

Fanne quante ne vuoi. .. basta che scrivi. ..

Premetto che non conosco il gioco ma due domande mi vengono:
L'amata Roma com'è messa con la flotta navale? Abbiamo in ballo barche da pesca o altro? Tempi di sviluppo? No perché essendo una città costiera Non c'è rischio che scendano i Normanni (licenza poetica) via mare a bastonarvi?

Quella che hai a Sud ovest è una penisola? O solo un lembo di terra che porta da feroci nemici? Nel primo caso perché non creare un villaggio a ovest del Monte come avamposto per truppe appiedate e tenere in scacco l' unico esagono d entrata alla ridente penisola romanica? (Se non ho capito male le città da no un bonus in difesa)

 

Ho già la tecnologia navale per le triremi/barche da pesca e sto studiando quella per imbarcare le unità terrestri.
Prima di costruire le prime navi volevo almeno fondare una colonia. Sfortunatamente, in una città si può costruire una cosa alla volta.

Se per penisola a sud ovest, intendi quella dive ci sono i dioclezaini (scouts), quello alla loro sinistra è l'ultimo esagono. Poi c'è il mare e poi altra terra con indovina cosa sopra ?? Un villaggio barbaro. Se invece intendi a sud del monte Vlanuvio, credo che sia una penisola che finisce con un esagono di indovina cosa ?? Un altro villaggio barbaro.

Invece a nord est del monte, c'è probabilmente altra terra al di là del vilalggio barbaro. Insomma, ovunque vai ci sono questi miserabili selvaggi.

La difesa passiva contro i barbari, mi pare di aver capito va bene fino ad un certo punto...continuano a venire e a venire, fino a quando non gli stronchi i vilalggi...ma questi si riformano sugli esagoni fuori dalla "Visuale" di unità regolari o città. Quindi il modo per debellarli definitivamente è civilizzare il territorio con colonie, altrimenti continuano a riformarsi. Ho visto una partita con i barbari nell'età dell'informazione (ultima età del gioco) tipo Somalia.

 

Capitolo 33
Il culinares ed il suo aiutante stavano preparando il rancio per la truppa diocleziana, quando il ragazzo smise quello che stava facendo e cominicò a fissare al largo della spiaggia...

"Cosa diavolo stai guardando Tullius...mettiti al lavoro per gli Dei, non sei mica nel tuo giorno di riposo !"

Ma il giovane pareva non aver nemmeno sentito quello che il suo principale gli disse e continuava a fissare inebetito un punto a sud.

"Il cucinales si volse anche lui incuriosito a guardare da quella parte".

E quindi la vide...avanzare bassa sull'acqua, fuori e dentro le nebbie mattutine, silenziosa come uno spettro, una bestia nera, enorme con due file di lunghi bastoni uscenti dai suoi fianchi, ed una grande tunica quadrata impiccata ad un albero...L'uomo cercò di mettere a fuoco la figura, in preda parte allo sgomento, parte alla curiosità...

"Senza dubbio una macchina prodotta dall'ingegno umano" pensò mentre la zuppa andava bruciacchindosi sul fondo del pentolone".

Aveva sentito dire da qualche parte che i saggi stavano studiando un marchingegno del genere a Roma, ma per quanto lo riguardava si trattava di fantasticherie di vergini vestali...lui aveva provato a immergersi nell'acqua più di una volta...non c'era nessun modo che un corpo pesante come il suo potesse evitare di affondare e morire...imaginarsi poi un mostro come quello.

Eppure era là sull'acqua e si muoveva pure...chiunque l'avesse realizzata, doveva essere in possesso di una potente magia.

 

Capitolo 34

Caio Varo misurava a grandi passi la scars distanza nella sua tenda, e ad ogni passaggio si fermava a contemplare la mappa delle operazioni disegnata nella sabbia. Era certamente arrivato il momento di rischiare.

"Anzio...mandami qui i messi dei Rurales e chiamami il comandante della coorte di frombolieri"

Poi attese pazientemente, ma non tanto, che gli ufficiali arrivassero.

"Ho deciso di spingere a fondo la campagna...a questo scopo divideremo le forze"

messi e militi si scambiarono sguardi di preoccupazione.

"E' necessario...è un rischi calcolato...voi...correte dai Rurales e dalla II coorte e comunicategli che distruggano di iniziativa il villaggio barbaro che hanno di fronte...non mi interessa come, ma lo distruggano...badate solo di specificargli che non ci saranno rinforzi da Roma...gli uomini ce perdono dovranno sostituirli addestrando i fanciulli dei barbari".

"noi"...proseguì Varo volgendo lo sguardo al magister della sua coorte di frombolieri...volgiamo le terga a sud...l'esplorazione mi comunica nuovi nemici in arrivo da quella parte...la tua coorte mi copre le spalle, mentre io la difendo da atacchi diretti...in questa formazione ci dirigiamo fino alla posizione conosciuta del loro villaggio e lo prendiamo d'assalto..."

"...domande ??"

Nessuno fiatò

"muovete le terga"

 

E perché non costruisci altre città?
Sti barbari sono ovunque paiono funghi o lumache (visto che si muovono) dopo la pioggia

Gli esagoni esplorati rimangono in visuale attiva o se ti sposti tornano nella nebbia?

Ora la cosa più importante per Giove e Somnus messi insieme alle 6 di sabato mattina si dorme

Edit: mi sparì una mappa con tutto il mondo esplorato?

 

Ho appena ultimato l primo settler...si dirigerà all'estremità ovest dell'isola per fondare la prima colonia.

Tornano nella nebbia; e con la nebbia, possibilità di nuovi accampamenti barbari.

Non se hai la responsabilità di un'intera civilizzazione umana.

 

Capitolo 35

"Cosa ne facciamo di questi ?" chise il decurio al Magister populi della Torma dei Rurales

Coperto di polvere, fango e sangue, il magister tutto voleva fare meno che occuparsi di donne e bambini, ma la cattura dell'accampamento nemico aveva prodotto un certo numero di prigionieri...la battaglia non era stata violentissima...la II coorte aveva spazzolato per bene il campo prima dell'assalto finale e molti corpi di guerrieri e non guerrieri barbari, giacevano ancora al suolo, trafitti dai dardi.

"Portateli a Roma...i magistrati sapranno cosa farne"...il decurio girò sui tacchi per dare le disposizioni.

Nella piazza prospicente al mare, una folla di cittadini si era assiepata per osservare i lavori di costruzione della prima grande nave romana. Una trireme dallo scafo basso e slanciato era per metà completata sull'arenile.

"Occorrerà approntare un vero e proprio cantiere navale se vogliamo costruire questi mostri un po' velocamente"...osservò il capo ingegnere impegnato a girare intorno all'imbarcazione

 

Capitolo 36
"Madre...quanto ancora prima di giungere a destinazione...viaggiamo oramai da mesi e la meta non si vede ancora"

Era la Gens Claudia quella destinata a fondare la prima colonia romana ad ovest di Roma, mentre l'esercito pacificava la zona est.

I guerrieri Rurales pensavano di potersi riposare un po' dopo la distruzione del villaggio nemico, ma furono assaliti di sorpresa da un'altra banda di scalmanati e facinorisi...con l'aiuto della II coorte domarono anche quest'assalto ma era chiaro che per loro doveva prospettarsi una pausa nelle operazioni, pena la dstruzione per sfinimento.

Più a sud le altre forze di Varo, presa la decisione di separarsi dai Rurales marciavano circospetti, sotto la protezione della I coorte con obiettivo il delendo ultimo (si sperava) insediamento barbaro sull'isola di Latina.

 

Bene, comincia l'era delle esplorazioni!

 

eccellente ... ma seguendo questa logica io avrei mille e mille tra carri armati e fanti sotto la mia responsabilità ... il segreto è delegare e dormire fino alle 11 ...

 

Capitolo 37
Il Caput Navis Tarquinio Armalione non era affatto contento di come stavano andando le cose...in primo luogo la sua trireme non aveva avuto un varo o una benidizione ufficiale da parte delle autorità e questo era un cattivo auspicio. La sua "Testugo"...la prima unità navale romana, secondo lui il più bell'oggetto mai creato dall'uomo, avanzava placida lungo il promontorio nord di Latina. Il suo ufficiale di navigazione, scrutava attentamente la linea costiera in cerca di segni di vita, ma l'unica cosa che si vedeva era vegetazione mista a lussureggianti colline.
In secondo luogo, stava ancora cercando di capire come governare la sua nave, e come lui l'intero equipaggio si arrabbattava tra remi e vela, ancora a tentoni e con molta incertezza...erano giunti rapporti di navi pirate intorno all'isola e se lui ne avesse incontrata una, il battesimo del fuoco lo metteva in apprensione.

In Roma poi, la discussione in consiglio era assai animata:

Presenti Nonius Cassio, e Valerius Primus Rotilio in rappresentanza delle famiglie più abbienti, si era unito a formare un triumvirato anche Lucius Claudius rappresentante di quella gens Claudia che aveva dato il nome alla prima colonia di Roma.

"il momento è delicato"...asserì il Cassio in preda alla più viva agitazione; "la cittadinanza è in fermento...troppo lavoro da fare, poco svago, il pericolo costante delle invasioni barbariche. La partenza della gens claudia dall'Urbe ha dato il colpo di grazia.

"Stiamo ultimando la preparazione dei campi a coltivazione di spezie, e poi ho in animo di completare la costruzione degli attrezzi da lavoro per le miniere di marmo...abbiamo bisogno solo di un po' di tempo per cominciare a produrre quei beni agiati di cui la popolazione ha bisogno per dimenticare le fatiche della nascita di Roma...nessuno ha pensato che fondare un impero sarebbe stata una passegiata spero !!"

"Nessuno lo ha pensato, ma la popolazione non fa tutti questi calcoli...le spese di mantenimento dell'esercito gravano sulla comunità, la giornata di lavoro si è fatta più e più massacraante, e non si vedeva luce all'orizzonte...gli edili hanno cominciato a notare rallentamenti nel lavoro, e anche veri e propri casi di ostruzionismo".

"Non appena entreranno in produzione spezie e marmo...abelliremo la città e rendermo i pasti dei nostri cittadini migliori...stomaci pieni...cittadinni felici".

 

Capitolo 38
Con molta cautela, il picchetto d'onore della Testugo venne a terra, dove un gruppo di uomini altrettanto cauti attendevano. Potevano riconoscersi un gruppo di quelli che sembravano semplici lavoratori, sporchi e sudici, affiancati da un piccolo numero di persone di classe sociale nettamente più elevata che si erano evidentemente preparati a ricevere i Romani; nessun segno di armi.

Con molta attenzione l'equipaggio della Testugo portò innanzi una slitta con dei doni preparati prima della partenza da Roma, contenente oggetti tipici dell'artigianato dell'urbe. Gli indigeni erano tozzi, di corporatura medio grande e con pelle olivastra.
Gli inservienti della testugo depositarono i doni al cospetto dei notabili stranieri e fecero cenno che erano a loro destinati.

Seguì una settimana di contatti serrati tra quella cittadinanza e gli ambasciatori di Roma, dove si cercò di decifrare le rispettive lingue, con alterni risultati...gli indigeni, portarono ai Romani prodigiosi beni, tra cui degli strati di materiale leggerissimo e delicato, su cui vi erano affissi simboli neri...con molta fatica fu spiegato ai Romani che si trattava di carta e che su quella carta, i Polinesiani registravano con simboli tutte le informazioni in maniera da poterle conservare e tramandare.

I figli dell'Urbe erano particolarmete atterriti da alcuni animali allo stato brado presenti in quell'area...enormi quadrupedi di colore grigiastro, con un lungo naso che toccava quasi il suolo e da sotto il quale sbucavano lunghe e robustissime corna, evidentemente per l'offesa. Mai i Romani avevano veduto simili titani allo stato di esseri viventi. D'altra parte i Polinesiani erano esterefati nel vedere la Trireme Testugo maestosa sulle acque prospicenti la costa e mostravano il massimo interesse per questo congegno.

Nella seconda settimana, i figli di Roma si congedarono per continuare l'splorazione intorno a latina, non senza promettere che altri contatti sarebbero seguiti...occorreva dare la notiza al consiglio di Roma.

 

Capitolo 39

"Non mi rimane oramai molto da vivere mio caro e fidato Quartus...vorrei concludere queste campagne prima di incontrare gli Dei avendo donato a Roma sicurezza sulla sua isola per i tempi a venire.

"Mio generale"...rispose il decurione anziano degli Aquilei..."siamo al campo barbaro ed i frombolieri hanno cominciato ieri i loro attacchi preparatori...avrai anche questa vittoria da donare alla patria, questo è sicuro...piuttosto, dalle informazioni che ci giungono dai corrieri, pare che Latina sia ben di più che una piccola isola...a nord si continua ad esplorare e pare che la nostra terra prometta altri spazi ed altre risorse"

"Pensiamo all'ora dunque mio prode...sei sicuo che quell'imbarcazione barbara non possa frci alcun danno ?"

"Mio Dux, non si è mai udito ancora di naviglio barbaro equipaggiato per attaccare truppe a terra...concludiamo vittoriosamente questa campagna, ed i coloni potranno seguire".