Splende nei secoli l'Eterna (reloaded)

Capitolo 55 800 AC

"Che nessuno fiati...o per Minerva gli faccio tagliare la lingua"

...gli scout diocleziani sbarcarono nel silenzio più assoluto sulle spiagge orientali dell'isola di Jarnevis, come era stata battezzata dalla comunità sacerdotale di Gerusalemme. Lo sciabordio provocato dai loro agili caicchi in avvicinamento non superava quello naturale delle onde.

Publio Ratinio al comando del reparto appena ricostituito con giovani elementi scelti di Claudia, sgusciò oltre la battigia con due esploratori di scorta e si fermò ad ascoltare...dal villaggio barbaro non un suono...solamente i bagliori delle braci e dei fuochi in via di esaurimento...

"Questi idioti...non hanno vedette"...apprezzò Ratinio rivolto al suo luogotenente.

"Sembrerebbe di no mio dux...come suggerisci di procedere"

"Raccatta gli altri...e disponili lungo quella fila dietro quella collina di dune...al mio ordine attacchiamo tutti insieme".

Il luogotenente scomparì nell'oscurità.

Seguì una buona mezz'ora tra osservazione ed organizzazione, ma senza dubbio dal villaggio non veniva nessun segno di vita.

Quando Ratinio apprezzò che tutto era pronto, i DIocleziani si mossero come un sol'uomo e piombarono sulle palizzate esterne dell'accampamento...nessuno oppose resistenza...i pochi uomini abili rimasti di arresero senza combattere, e chi guerriero non era, si offrì alla mercè dei Romani.

La mattina dopo, oltre il fiume, i Diocleziani poterono osservare un reparto di arcieri Ebraici, accampato su di una foresta collinosa e capirono il motivo per cui i barbari erano stati ridotti così al malpartito.

"Alla faccia dei pacifici sacerdoti"...fece presente Ratinio al suo decurione

"Già...le cose non sono mai quello che sembrano".

Nonostante la soluzione incruenta della contesa, la città di Gerusalemme riservò grande onore ai Romani, che furono ricevuti dal Rabbino della città, che pubblicamente ringraziò Ratinio a nome di tutta la cittadinanza. Roma avrebbe goduto dell'amicizia di Gerusalemme.

Nonostante la conclusione incruenta di quella contesa,

 

Capitolo 56 760 AC

Il manipolo di punta dei Diocleziani si ritrovò al limitare nord della foresta. Si erano congedati il giorno prima dai fasti di Gerusalemme ed avevano cominciato l'esplorazione in direzione nord, dove i notabili della città stato gli avevano detto essere celati importanti e sinistri misteri.

Marius Severus si bloccò di colpo e scostò alcuni rami per vedere meglio. Poi volse lo sguardo al collega: "che diavolo sono quelli ?"

Di fronte a Severus un branco di quadrupedi molto diversi da quelli che erano abituati a vedere a Latina: eleganti, slanciati, nobili ed indubbiamente molto potenti...correvano liberi nella prateria facendo rimbombare tutta l'area circostante.

Alla sinistra, in distanza, sempre in mezzo alla prateria, si stagliava un gruppo di rovine, che fece sorridere in maniera particolare Marius e, notizia meno confortante, una glalera barbara ancorata nella baia a nord est del promontorio.

"Ok...piazziamo il campo qui...vai ad avvertire il decurio".

 

Capitolo 57 720 AC

Aurelio Drone, sbarcò un contingente dei suoi comandati dal suo vice a Tiro, e si recò personalmente con un altro gruppo dell'equipaggio dell'Audax presso Adrianopoli, dove funzionari della civiltà detta di Bisanzio, attendevano con curiosità i nuovi venuti. Dai Bizzantini si cavò nulla, che erano tutto sfarzo e poca sostanza, ma la città stato di Tiro, come gli riferì il suo comandante in seconda al ritorno a bordo dell'audax, era della massima importanza.

"CI hanno portato in visita presso le loro miniere...estraggono dalla montagna un metallo durissimo, di incredibile solidità...lo chiamano Hamtàh...Ferro, e ci costruiscono armi di enorme potenza".


Su Jarvenis intanto i Diocleziani, dopo aver invano cercato di avvicinarsi ai cavalli, trovarono un tesoro in antiche monete nella città perduta ealtre risorse vicine.

 

Capitolo 58 720 AC

Si formalizza in Roma la divisione dei poteri tra il Re e le principali due famiglie nobiliari dei Cassii e dei Claudii
Ai Cassii il potere "consultivo" (in realtà con diritto di veto sui decreti reali) sulla politica estera. Al re l'assoluto potere di gestire la politica interna, e l'economia. Ai Claudii la gestione relativa alla colonizzazione di nuove terre. L'Unità dei Diocleziani e tutti i Sttler, passano sotto l'autorità dei Claudii, a meno che non interferiscano nella politica estera o di difesa dell'urbe.

Tra l'altro i Claudii hanno un problema...una galera barbara è apparsa nei mari prospicenti la loro città e terrorizzando i pescatori locali, hanno portatoad una crisi alimentare nella seconda città della corona.

"Cosa intendiamo fare Maestà a proposito di questa minaccia agli stomaci dei miei concittadini ?"

"Le soluzioni sono due"...rispose Arcinus Vladus Rotilius: o mandiamo la Testugo, non appena risistemata (la nave infatti era giunta a Roma la settimana prima per iniziare i lavori di raddobbo), o mandiamo una carovana di soccorso a Claudia".

"A proposito di carovane"...si intromise Fabianus Cassius..."Mi giunge notizia dai frombolieri della II coorte di guarnigione vicino ai confini con la Polinesia, che navi da carico di mercanti locali si dirigono a Roma, pieni di oro e di averi da scambiare con noi sul nostro locale mercato".

"Bene"...rispose il Re..."rafforzerà le nostre relazioni diplomatiche con loro".

 

Capitolo 59
Il consiglio dei Claudii decide di inviare l'appena acquisita familia di coloni nella lontana isola di Iotar, invece che al confine con la Polinesia, allo scopo di accaparrarsi i giacimenti di ferro colà situati.

La prima nave mercantile polinesiana fa scalo a Roma e ne riparte dopo aver contrattato tutti gli scambi di merci

Il Re, raggiunge un accordo con i Claudii per la costituzione e l'istruzione di una nuova familia di coloni da realizzarsi in 5 turni. Le discussioni in consiglio sono serrate, per l'opposizione dei Cassii, preoccupati della stagnazione demografica della città.

I Diocleziani mettono piede a terra in un'isola a nord di Jarvenis ma vi trovano una brutta sorpresa

 

Capitoli 60 e 61 560 AC
Miracolosamente i Diocleziani riescono a reimbarcarsi senza essere attaccati, ma lasciano in mano ai barbari delle interessanti rovine.
Cominiciano i lavori di bonifica intorno a Claudia

 

Capitolo 62 520 AC

Nella battaglia navale di Hittica, L'Audax attacca e distrugge una galea barbara per salvare una nave da trasporto bizzantina, appare una seconda galera nemica a tribordo...a sud, in posizione riparata...i Diocleziani, di cui l'Audax ha momentaneamente abbandonato la scorta ravvicinata.

A roma nasce la prima caserma ufficiale della corona per l'addestramento formalizzato del personale militare

 

Intermezzo: la profezia di Hittica

"Lascia che ti dica cosa penso"...il caput navis Aurelio Drone disse al suo nocchiere e primo ufficiale:
"Penso che uno di questi giorni noi tutti scompariremo in battaglia in fondo al mare insieme all'immensa Audax"

 

Capitolo 63 480 AC
"Neeemico in vistaaaa !!" strillò la vedetta della Testugo in navigazione lungo il promomtorio sud di Latina. "A babordooo due esagoni"

Armalione non esitò un secondo..."Tutti gli uomini in coperta...preparare la nave all'azioneeee ! Segnalate alle navi civili di farsi da parte"...

Il nemico era stato avvistato anche dai frombolieri acquartierati sul promontorio sud e questi si prepararono a ricevere il nemico dopo aver ricevuto il segnale dalla Testugo.

I frombolieri della I coorte romana diedero una prima razione di dardi ai barbari che non avevano notato la presenza delle truppe terrestri e sfilavano ignari dandogli il fianco destro. Furono quindi colti alla sprovvista dal tiro da terra, e quando la Testugo si unì al coro, dovettero ammainare la bandiera.

Dalla parte opposta del mondo, i Diocleziani pensarono che il comandante Drone fosse idiota o ubriaco...con la sua azione aveva salvato i Bizzantini che adesso sbarcavano indisturbati su Hittica per occupare quelle rovine che loro non erano riusciti ad occupare...sempre che i barbari non li ammazzassero prima.

 

Capitolo 64 400 AC
I settler della famiglia Lucinia si mettono in viaggio per fondare la seconda colonia di Roma al confine con la Polinesia.

Prosegue la missione dei Diocleziani per chiarire la geografia a nord di Latina

 

Come sei messo a tecnologie?

 

Sembra solo a me o sei stato sfigato (la sfiga non esiste è come il buio) a livello di risorse e fortunato a livello tattico? geograficamente parlando

 

Mi pare ci siano ancora due civiltà con cui ancora non ho stabilito alcun contatto.

 

Capitolo 65 360 AC

Cambiamento nei piani dei coloni romani...si decide di farli sbarcare nel continente ad est di latina dove c'è la natural wonder e nuove rovine da esplorare, e di ritardare la colonizzazione dell'isolotto con il ferro.

Allo stesso tempo, usando il suo potere di iniziativa quale comandante sul campo, Aurelio Drone decide di far rotta verso Claudia per il raddobbo dell'Audax, piuttosto che rischiare di incontrare nuovi pirati con una nave non in piena efficienza.

 

Cambiamento:
Cambio la dizione "Capitolo" con la dizione "Turno"...per sincronizzare i post con i turni nel gioco

 

Turno 67 320 AC

Publio Vracco stava quasi per addormentarsi al suo posto di guardia lungo la palizzata esterna dell'accampamento della II coorte frombolieri. Da anni la routine al confine con la Polinesia si ripeteva sempre uguale, e da anni, a parte le licenze a Roma, Publio osservava lo stesso panorama: colline e foreste nei pressi del confine polinesiano e la piantagione a granoturco oltre la fascia collinare.

Ma quel giorno, per la prima volta vide qualcosa di diverso: un gruppo di guerrieri dalla pelle scura in addestramento nel campo di grano ridotto a zero data la stagione e usato come area addestrativa. I Polinesiani eseguivano i loro canti di guerra ed una caratteristica danza dall'aspetto eloquente: "se mi capiti a tiro non ne esci vivo".

"Sono questi dunque"...pensò Publio..."I famigerati guerrieri Maori"

"E sempre un onore riceverti Teiki"...Fabiano Cassio accolse l'ambasciatore polinesiano glissando sul protocollo e rivolgendosi invece allo stretto rapporto personale che aveva con lui.

In alcuni minuti, i due uomini, comodamente assisi sugli eleganti divani della sala conferenze di Villa Cassia, esaurirono i convenevoli e vennero al sodo.

"Fabianus...Il Proconsole Ahamaba mi incarica di felicitarmi con te per gli eccellenti rapporti che intercorrono tra i nostri rispettivi stati...il mio governo è particolarmente orgoglioso dello sviluppo dei nostri rapporti commerciali e naturalmente anche della dichiarazione di amicizia reciproca...mi incarica anche di dirti che, allo stato in cui si trovano le nostre relazioni, vedrebbe molto bene un trattato di libera circolazione, non solo delle merci ma anche delle persone, una collaborazione tra la nostre forze armate, che potendo transitare liberamente attraverso i territori rispettivi, potrebbero compiere esercizi congiunti. Il trattato migliorerebbe ovviamente di molto la sicurezza della navigazione, potendo le nostre navi trovare riparo e transito nelle rispettive acque territoriali".

Il sommo Cassio, dovette usare tutte le sue arti diplomatiche per non far trasparire nulla delle sue emozioni...ma quello che l'ambasciatore gli aveva appena detto, non gli piaceva neanche un po'.

"Teiki...mio caro amico...non c'è nulla che mi onora di più di questa manifestazione di stima e di fiducia da parte del governo polinesiano...aggiungo che la sottoporrò immediatamente al mio sovrano e che sarà sicuramente presa in considerazione molto seriamente nel momento in cui questi nostri confini saranno meglio definiti".

L'ambasciatore aggrottò un sopracciglio.

"In verità pensavo che lo fossero"

"Beh...esiste una fascia di territorio sotto la nostra...diciamo giurisdizione di fatto...che deve ancora essere da noi sviluppata e ci stiamo lavorando"

"Ti riferisci al territorio cuscinetto ad est del monte Vlanuvio ?

"Esattamente...abbiamo condotto diverse campagne contro i barbari in quella zona e abbiamo fino ad ora stabilito una presenza militare per pacificarla...la nostra intenzione era di rendere quell'area...diciamo...più civilizzata tramite la fondazione di una colonia...questo naturalmente aumenterà il volume dei commerci tra di noi"-

Il contegno dell'ambasciatore polinesiano si fece improvvisamente riservato ed anche un po' guardingo, cosa che Fabiano non mancò di notare.

"Bene...bene...concluse l'ambasciatore...ti ringrazio di avermi ricevuto e riferirò senz'altro al nostro ministro del risultato di questi nostri colloqui".

Congedato che si fu il Polinesiano, Fabianus Cassius convocò immediatamente il magister civitas nella sala del consiglio:

"Non appena abbiamo portato a termine la fondazione di Lucinia, richiama la seconda coorte a Roma...urge equipaggiarla con le nuove armi segrete".

Composite Bowman

 

Turno 70 200 AC
I Romani fondano la città di Horia, che da anche il nome all'isola.

 

Turno 71 160 AC
I romani fondano la ittà di Lucinia, al confine con la Polinesia.


La Testugo, continuando le sue esplorazioni a nord, si imbatte in catamarani polinesiani con famiglie di coloni a bordo.

 

Turno 72 120 AC

In occasione dell'inaugurazione del primo stadio gladatoriis si tenne in Roma un consiglio generale, il primo a cui parteciparono tutte le famiglie nobili romane, ed i delegati delle nuove colonie nella nuova sala oligarchie a Villa Cassia.

La discussione fu lunga ed a tratti agitata; le linee guida della politica romana per gli anni a venire furono le seguenti:
Collegare Roma a Claudia tramite una strada
Ottenere a tutti i costi una fonte di ferro per costruire almeno due legioni (impensabile proclamò Fabianus Cassio andare avanti con i guerrieri con armi di pietra come principali truppe da mischia, considerato che Roma costruiva già archi compositi)
Qualcuno fece notare che le legioni potevano essere equipaggiate con armi di bronzo, ma si concluse che non era la stessa cosa, anche perché si sarebbero dovute addestrare truppe ex novo...non era possibile upgradare i Rurales ed gli Aquilei a Spearmen. Si decise quindi che il successivo settler, saebbe stato dirottato sull'isolotto di Bramur, dotato di giacimenti di ferro, allo scopo di iniziarne lo sfruttamento, nel contempo occorreva perfezionare la costruzione di porti, per poter collegare Bramur a Roma.

Si arrivò poi alla politica estera; la Polinesia era considereata, l'avverario più potente e pericoloso; avava la tendenza ad espandersi per mare a velocità superiore a Roma; nel lungo termine occorreva pensare come frenarne l'espansionismo.

Le città stato: Roma aveva avuto la sfortuna di averle tutte lontane dalla madrepatria...occorreva sviluppare le comunicazioni navali allo scopo di portare queste entità sotto l'influenza di Roma...in particolare Bisanzio era alleata con Tiro, che a sua volta possedeva giacimenti di ferro...questi giacimenti erano della massima importanza per Roma.

 

Turno 73 80 AC

Lo schiavo romano Libeo, devoto della setta di Masfar, fonda la religione romana che diventa nota come Mesfarismo. Rprende i temi di felicità collettiva e di armonia tra i credenti con l'aiuto anche di strutture materiali.

Le discussioni a villa Cassia circa questa religione sono generalmente di favore, ed in accordo con i piani espansionistici di Roma.
Questa espansione procede con la scoperta di nuove terre a nord ovest di Latina, presso la quale sia l'Audax, sia i Diocleziani si stanno dirigendo.