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SPMBT AAR Un mio vecchio pallino: Guerra Civile

Discussione in 'Le vostre esperienze: AAR' iniziata da Luigi Varriale, 9 Marzo 2015.

  1. StarUGO

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    Non direi,non ho notato miglioramenti cosi' importanti in questo.
     
  2. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Sto facendo degli esperimenti con l'AI per la ripresa della guerra civile.
    Ragazzi non vi sembra che l'AI bari spudoratamente nell'efficacia del suo fuoco...ho spesso nemici con 3 o 4 % di possibilità di colpire che spesso e poco volentieri, mi ammazzano della fanteria o mi distruggono veicoli APC con i lanciagranate.
     
  3. DistruttoreLegio

    DistruttoreLegio

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    Per me bara col rally
     
  4. StarUGO

    StarUGO

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    Per me l'AI non e' che @GyJeX che ogni volta vi si traveste.... :p
     
  5. DistruttoreLegio

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    @GyJeX chi? Non conosco nessuno che è capace a giocare a SP che risponde a quel nome
     
  6. StarUGO

    StarUGO

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    Piccolo off-topic.
    Ieri sera ero a Monza,per la precisione al Porto di Mare di v.Lecco
     
  7. DistruttoreLegio

    DistruttoreLegio

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    Sarà contento @Luigi Varriale che usiamo il suo post per le chiacchiere? ... potevi avvisare ti offrivo o un caffè buono
     
  8. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Nessun problema
    Ho diminuito un po' la precisione di fuoco dell'AI...perché per me bara. Non è possibile che gente con 40 di experience siano tutti dei cecchini nati
     
  9. DistruttoreLegio

    DistruttoreLegio

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    e come si fa?
     
  10. StarUGO

    StarUGO

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    Cosi' ad occhio direi nelle preferenze,voce "hitting".
    Immagino che @Luigi Varriale abbia abbassato quella percentuale.
     
  11. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Sto cominciando a scoraggiarmi.
    Sto provando a generare una campagna con i green da una parte e l'Italia dall'altra.
    A partire dal 2000, qualunque tipo di compagnia mettiate di fronte all'Italia in modalità campaign o Battle, l'AI compra solo 2 o tre ariete. Se gli mettete di fronte un battaglione compra qualche ariete in più e magari un paio di centauro.
    Se mettete qualcun altro al posto dell'Italia, pare invece l'AI, compri in maniera adattiva a quello che avete comprato voi.
    FRUSTRAZIONE
     
  12. DistruttoreLegio

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    Te li gioco io i Green se vuoi tu dammi solo il profilo che devo tenere ... lo faccio volentieri
     
  13. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Grazie Mille per la proposta...ma oramai è questione di principio: devo riuscire a costruire una campagna giocabile da un giocatore contro l'AI. Adesso ho scoperto che le campagne si possono creare collegando scenari fatti con l'editor. Questo apre nuove ed interessanti prospettive.
    Il primo scenario (Attacco alla caserma CC di Benzoni, l'ho finito e lo sto testando). I green hanno un cecchino che si chiama Geometra Nutti. :asd:...cacciatore di cinghiali di giorno, e geometra incazzato contro le tasse di notte.
     
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  14. StarUGO

    StarUGO

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    Be',fa i tu gli acquisti e lascia all'AI solo la disposizione delle forze sul terreno.
     
  15. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Fattibile in BATTLE MODE, ma non credo in GENERATED CAMPAIGN MODE
     
  16. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Ok...lo scenario 1 della campagna "An Italian Revolution" è a punto. AAR in arrivo nel prossimo post.

    Varini, il BPSA ed i suoi due plotoni di insorti puntano all'azione dimostrativa per scuotere l'opinione pubblica della futura "Rebubblica Nordalpina": l'attacco e la conquista della caserma dei Carabinieri di Dullo.

    L'armamento è improvvisato. Fucili e granate artigianali. Nella compagnia di ventura c'è anche il Geometra Nutti, noto localmente come fanatico cacciatore di cinghiali ed appassionato di militaria. Sbeffeggiato dai compaesani fino ad alcuni mesi fa per le sue passioni guerrafondaie, trova adesso l'apprezzamento di Varini ed i suoi luogotenenti. Porta con sé il suo fucile di precisione da caccia grossa "per fare il pieno di Romani morti" dice lui...ohibò...davvero un fanatico !!

    Stay Tuned boys !!...
     
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  17. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Introduzione

    Gennaio 2015 Nord Italia
    La famosa goccia che fa traboccare il vaso era stata versata la settimana prima: ancora una famiglia, la quarta in quel mese, fatta sgombrare di forza dalla propria casa dai carabinieri, come conseguenza di un mutuo andato a male. Moglie, marito e tre figli sgomberati, nonostante il tentativo della popolazione del paese di impedire l’esecuzione forzata del misero trilocale alla periferia di Dullo, un paese nel Nord Italia. L’ufficiale giudiziario, scortato dai militi dell’Arma aveva regolarmente eseguito il suo lavoro, incurante della tragedia nella quale l’ennesimo nucleo familiare veniva gettato. E come erano stati efficienti i carabinieri dell'oramai odiato maresciallo Benzoni uno stronzetto di fresca nomina con la divisa dei carabinieri ma con l'animo del questurino; sotto la pressione della popolazione e dei numerosi amici e conoscenti dei novelli senzatetto, i militi avevano caricato la folla e fatto quattro feriti, di cui uno ricoverato in ospedale con due costole fratturate ed un ematoma cranico di non lieve entità.

    Dullo, un paese di non più di 4.000 abitanti non era che uno degli innumerevoli borghi colpiti dalla devastante crisi economica, con una famiglia su cinque sotto la soglia della povertà , su cui infierivano la cieca burocrazia comunale, provinciale, regionale e statale e quella cinica di equitalia. Ma questo borgo, dagli altri aveva qualcosa di diverso: qui, un gruppo di valligiani aveva deciso che la misura era colma, e già da mesi era andato preparando qualcosa di grosso; qualcosa di mai visto in Italia dai tempi della guerra civile che aveva a suo tempo insanguinato valli, montagne e colline del circondario.

    Un signore in particolare, che chiameremo Varini, si era messo in testa che la popolazione andava difesa in qualche modo, e che non era più tempo di proteste; occorreva passare all’azione. Il signor Varini aveva quindi fondato con altri due signori, il signor Mangano ed il Signor Iamurdo il movimento chiamato appunto "Basta con le Proteste si Passi all’Azione" che verrà immortalato per i posteri come il mitico BPSA. L’ideologia di questo movimento era una sola: fare un botto talmente grande in Italia, che avrebbe dovuto essere sentito in tutto il mondo. Questo botto avrebbe potuto avere due e soltanto due conseguenze: la fine immediata e violenta o lo scatenamento di una rivolta generalizzata, che avrebbe dovuto rovesciare il marcescente stato italiano.

    Quello che questi tre signori avevano in comune era una dose considerevole di “palle” vieppiù ingigantita dalla disperazione, ed una certa esperienza militare, in quanto il signor Varini aveva per tre anni comandato una squadra e poi un plotone del 2° reggimento straniero di fanteria, mentre i signori Mangano e Iamurdo erano entrambi ex sottufficiali dell’Esercito Italiano, ed entrambi erano stati vittime degli ennesimi “tagli allo scopo di migliorare la qualità dello strumento militare”; e pure loro avevano mutui da pagare, medicine da comprare e figli da sfamare. Nei primi contatti tra il signor Varini e i due, essi avevano giurato che a loro nessun carabiniere li avrebbe fatti sgombrare da casa. Il signor Varini aveva a qual punto lasciato cadere che piuttosto che farsi ammazzare dai GIS, quando si fossero barricati in casa con brutte intenzioni, tanto valeva farsi ammazzare in una vera e soprattutto ben più clamorosa azione di guerra sotto una bandiera, una causa e con l’uniforme indosso e le armi in pugno; l’uniforme e le armi del BPSA. I due si erano guardati, poi avevano guardato il signor Varini, e da lì tutto era cominciato.

    Stay tuned boys...
     
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  18. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Preparazione al “Grande Botto”
    Nei mesi precedenti ai fatti che stiamo raccontando, il signor Varini ed i suoi luogotenenti si erano trovati di fronte al problema di organizzare da zero una forza militare o per lo meno "para militare". Con una paziente opera di sensibilizzazione ed aiutati dal diffuso malcontento che oramai serpeggiava tra la popolazione, in un paio di mesi il “triumvirato” riuscì a mattere insieme una sessantina di volontari disposti a tutto. Le reclute erano gente di tipo diverso, dai facinorosi da piazza agli idealisti, fino agli ultras da stadio. Mettere insieme questi volontari fu la parte facile; quella difficlie venne quando si dovette dare a questi uomini almeno una parvenza di addestramento militare. Molti credevano all'inizio che si trattasse di una specie di gioco; tutti dovettero rendersi conto in breve tempo che così non era.

    Fortunatamente i volontari, pur essendo in maggioranza teste calde ed individui apparentemente di scarso affidamento, sotto la guida ferrea del signor Iamurdo e del signor Mangano, dimostrarono un certo attaccamento alla causa. Collante definitivo della compagine, si rivelarono l’esempio e le tremende doti di leadership del signor Varini, che era dappertutto, vedeva tutto e faceva tutto, essendo magicamente in tutti i posti in cui aveva bisogno di essere contemporaneamente, mostrando una totale affezione agli uomini, e creando in breve tempo quello spirito di corpo, necessario a tutte le unità combattenti (o presunte tali) sin dall’epoca preistorica.
    Training.jpg
    Soft Air e Paint Ball alla fine dell'estate 2014; tutti stanchi ma allegri

    L’addestramento, ripeto, fu l’aspetto difficile. Per tre mesi, dieci, dodici ed anche quattordici ore al giorno, i volontari si addestravano al combattimento sotto la guida del signor Varini e dei signori Iamurdo e Mangano. In un secondo tempo si aggiunse all’armata del BPSA un paffuto geometra del comune di Dullo, che di lavorare ai piani urbanistici proprio non ne poteva più; Il geometra Nutti, oltre ad essere geometra era pure un provetto cacciatore di cinghiali ed esperto tiratore con il suo Remington semiautomatico. Dopo che il geometra, durante l’addestramento diede prova delle sue abilità, venne ufficialmente nominato “squadra armi pesanti”. Una squadra costituita da un solo milite e da un solo fucile a lungo raggio. Il Remington del geometra poteva infatti colpire un bersaglio fino a 750 metri di gittata utile. Fino a che il BPSA non avesse ottenuto armi più idonee al combattimento come mitragliatrici e mortai, il geometra Nutti avrebbe fornito il fuoco di accompagnamento.
    Geom NU.jpg
    Marce, di giorno e di notte, mimetizzazione, navigazione terrestre, movimento, fuoco, fuoco e movimento in coordinazione, copertura, pattuglia e ricognizione, erano le principali materie che i volontari dovettero imparare di gran lena e con poco tempo a disposizione; infatti il problema era che non sarebbe stato possibile tenere nascosto il movimento per un lungo periodo, dato che prima o poi le sue attività avrebbero cominciato a dare nell’occhio, per quanto il signor Varini ed i suoi aiutanti tentassero di tenerle nascoste. Le marce erano camuffate da scuola di sopravivenza, e gli addestramenti al combattimento di fanteria, fatti “in bianco” o camuffati da attività di soft air o di paint combat. I volontari, per tutto il periodo di addestramento non spararono mai un colpo vero, dal momento che questo avrebbe davvero dato nell’occhio, o per meglio dire nell’orecchio delle autorità.
    L’incognita era quindi quella di tutti i reparti combattenti: come avrebbero reagito i volontari quando il piombo vero avesse cominciato a circolare per aria. Di tutti, l’unico che avesse esperienza di combattimento vero era il signor Varini, che aveva visto azioni in Africa con l’esercito francese; anzi dall’Africa aveva pure riportato indietro un Galil Commando (versione corta) donatogli da un ufficiale ciadiano. Questo Galil costituiva la punta di lancia dell’armamento del BPSA. Il Galil, era stato dal signor Varini gelosamente nasosto per tutto il tempo dal suo ritorno in Italia due anni prima.
    Galil SAR.png
    Il Galil SAR del signor Varini


    Venne poi il momento di creare "l'arsenale" del BPSA. E qui si racimolarono tutte le armi di cui i valligiani potessero disporre; vari tipi di pistole (regolarmente denunciate e non), fucili da collezione di varia provenienza ed una partita di M1 Garand (incredibilmente mai usati), comprati sul mercato nero con l’intercessione di un imprenditore della zona simpatizzante con la causa; il commendator Grassi. I Garand costituivano l’armamento principale del BPSA, ed i volontari, sotto la guida del signor Toppa, (esperto chimico e nominato seduta stante bombarolo ufficiale del movimento) avevano pure messo insieme una grande quantità di ordigni assimilabili a delle granate, che alle volte legavano assieme per formare delle super granate di maggiore potenza. Varini avrebbe voluto che il signor Toppa mettesse insieme anche degli ordigni fumogeni, ma la cosa risultò irrealizzabile per motivi tecnici. Sempre tramite il commendator Grassi, si erano anche procurate 3 radio a media portata per le comunicazioni tra i capi, per il comando e controllo. Le radio erano state assegnate rispettivamente alle squadre comando del signor Varini, del signor Iamurdo e del signor Mangano. Una più piccola, e di portata più limitata era stata data al geometra Nutti, che in tre giorni imparò ad usarla, montarla e smontarla da sveglio o da dormiente con la stessa facilità e velocità.
    maxresdefault.jpg
    La fidanzata di un volontario gioca con un Garand

    La parte finale dell’addestramento si svolse in alta monagna e fu un terribile “stage” di tre settimane, in cui i volontari dovettero imparare a sopravvivere all’aperto in climi rigidi e super rigidi (mese di dicembre) sotto la guida paterna del signor Varini, che a suo tempo aveva fatto addestramento estremo ospite della compagnia da montagna del secondo reggimento straniero di paracadutisti e con la 27a brigata Chasseurs Alpin dell’esercito francese. Qui il BPSA ebbe le sue prime perdite; due ragazzi uno morto per assideramento durante una notte particolarmente brutta ed un altro per incidente a fuoco. L’addestramento all’uso delle armi “vere” fu infatti concentrato tutto in queste tre infernali settimane, dato che la zona era totalmente deserta ed impervia ed era possibile qui, fare uso delle armi. Fu a questo punto che i volontari si convinsero definitivamente che non si scherzava, ed i morti stavano a dimostrarlo. Quando il BPSA fece il “grande botto”, i carabinieri di Benzoni stavano ancora investigando sulla somparsa di questi due giovani eroi del movimento. Le tre settimane “del boia” come vennero soprannominate dai volontari, ebbero termine nella metà del mese di gennaio dell’anno 2015 e quando i volontari tornarono a valle, non rimaneva che organizzare gli ultimi preparativi per il grande botto: l’attacco alla caserma dei carabinieri, la presa di Dullo e la sua elezione a capitale della “Repubblica Nord Alpina”.
    ScreenHunter_01 Mar. 24 16.34.gif
    Il signor Mangano durante le tre settimane del boia

    Stay tuned boys
     
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    Ultima modifica: 24 Marzo 2015
  19. DistruttoreLegio

    DistruttoreLegio

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    spettacolo ...
    non me lo dovevi fa :-(
    chi a sparato a chi? e come?
     
  20. StarUGO

    StarUGO

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    Background spettacolare.
    Incredibilmente credibile.
     

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