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SPMBT AAR Un mio vecchio pallino: Guerra Civile

Discussione in 'Le vostre esperienze: AAR' iniziata da Luigi Varriale, 9 Marzo 2015.

  1. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Durante le tre settimane del boia; addestramento all'assalto. Invece di sparare alla destra dell'assaltatore, un soldato ha sparato nella schiena dell'assaltatore.
     
  2. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    grazie per le gentili parole.
    L'idea è proprio questa. Comportarmi esattamente come se mi trovassi nella situazione reale. Ed è un rischio. In questo primo scenario, o è almeno vittoria marginale o la campagna è finita.
    Proverò ad usare Steel Panther come se fossi in una campagna vera, è farò di tutto per trasmettere questo senso di veridicità. Dopo tutto il livello di realismo del programma, pur avendo molti limiti, è sufficiente per fare questo tentativo.
     
  3. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Pressi della caserma dei carabinieri di Dullo

    Il signor Mangano, il Signor Iamurdo e tutti i comandanti di squadra, tra cui il signor Toppa, erano assiepati nel bosco retrostante la casa della Famiglia Rutuli, che aveva concesso il magazzino della sua azienda agricola come postazione per l’apprestamento di una base di fuoco, ed il granaio, come posto di comando del plotone del signor Mangano. Tutti erano molto tesi, sul volto di qualcuno si leggeva l’incertezza ed un po’ di paura. I reparti erano già schierati nell’oscurità per l’azione imminente. Il momento del “grande botto” era arrivato.

    Il signor Varini guardò uno ad uno i suoi subordinati, specialmente i comandanti di squadra, che erano i leader senza esperienza militare se non quella fatta in quei pochi mesi. Le facce annerite come misura di mimetizzazione in quella notte con metà luna davano agli uomini un aspetto sinistro, ed insieme alle espressioni preoccupate, anche piuttosto buffo.

    “Allora...faremo tutto come in addestramento, né più né meno”...il signor Varini si rivolse al singor Iamurdo.

    “La sua squadra comando piazzata nel magazzino fornirà il fuoco di accompagnamento al resto del suo plotone ed a me, che costituiamo la forza d’urto. Avrà con sé il geometra Nutti che mi farà sparire qualunque bersaglio di opportunità si presenti tra il posto di guardia della carraia e la strada...geometra mi raccomando...freddezza e precisione, come con i cinghiali”...sorrise il signor Varini al cecchino.

    “Signor Amato...la mia squadra guiderà l’assalto alla carraia, lei con la sua squadra seguirà me...dove vado io...va lei...Signor Toppa” Varini si rivolse al bombarolo...”La sua squadra è riserva di plotone; seguirà lo sforzo offensivo a 50 metri e se mi dovesse succedere qualcosa, prenderà la testa dell’attacco, agli ordini del signor Iamurdo”.

    “Signor Mangano...il suo plotone aggirerà la caserma sulla destra...si tenga lontano durante il movimento aggirante, approfittando dell’oscurità, e quando giunge alla “casetta di Pavlov” mi converga a sinistra, mi si avvicini al muro di cinta spinato; lo tagli, come abbiamo fatto in addestramento e mi penetri nell’armeria...mi raccomando l’unità delle forze...per nessun motivo le sue squadre si disperderanno...neanche in caso di fuoco nemico...tutte le sue squadre attaccano l’armeria. Questo è il suo primo obiettivo”.

    “ Signor Iamurdo...sul posto di guardia della carraia...voglio un fuoco ininterrotto e devastante fino a quando i carabinieri non saltano fuori, ed a quel punto li ammazzate tutti...se non sono crepati tutti nel posto di guardia stesso. Nessun rischio, nessun eroismo”.

    “Sulla posizione del nemico abbiamo solo due certezze: una squadra alla carraia e la sezione comando del maresciallo Benzoni, che è quasi sempre nelle vicinanze della sala operativa. Alla sala operativa ci arriveremo per gradi...il posto di guardia lo voglio annientato subito”.
    “Signor Iamurdo...non abbiamo certezza che il nemico abbia forze posizionate per contrastare il suo movimento verso l’armeria...a meno di contrordini...anche questa la voglio nelle nostre mani subito”.

    “Per quanto riguarda tutti: nessuno avanza se l’obiettivo della vostra avanzata non è stato devastato dal fuoco, che siate a conoscenza o no della presenza di qualcuno...questo vuol dire, comandanti di plotone, che terrete sempre una delle vostre squadre a turno ferme per sparare sull’obiettivo...nessun movimento...solo fuoco d’inferno...che il nemico ci sia o non ci sia...perché se c’è e sanguina non può contrastare il movimento...se invece non c’è non può contrastare il movimento lo stesso”.

    “Come facciamo a sapere se il nemico non c’è o c’era ma è morto”...chiese ingenuamente il signor Mangano.

    “Non lo sappiamo” rispose il signor Varini...”ci affidiamo al culo...ma se non abbiamo rovesciato un torrente di fuoco sul presunto nemico, non possiamo dire di avere fatto tutto quanto era necessario”.
    “Dobbiamo evitare le perdite...sparate su tutto quello che vedete...che sia nemico” si corresse il signor Varini suscitando risatine nervose...e anche su quello che non vedete prima di avanzare...e soprattutto...muovetevi velocissimi se la distanza al riparo successivo è corta e molto lentamente se è lunga”.

    Varini ridiede un occhiata alla mappa...guardò ancora i suoi collaboratori...come per scrutarne le emozioni...e poi concluse:

    “Non dimenticatevi di comunicarmi qualunque cosa succeda, per radio...io sono alla carraia e penetrerò nella caserma da nord, ma ho a memoria tutta la planimetria dell’obiettivo...se mi comunicate dove siete, cosa fate e qual è la situazione, posso darvi ordini chiari e precisi per tirarvi fuori dalla merda se ci finite....se mi ammazzano, fate rifermento al signor Iamurdo".

    "Se ti ammazzano, il movimento è finito" si levò una voce dal bosco.

    "Silenzio bastardi...se no vi ammazzo io uno ad uno" il signor Varini emise in tono strozzato, poi rivolse di nuovo l'attenzione ad i suoi interlocutori vicini.

    “Signor Mangano...quando prenderà l’armeria e sbucherà nell’area del cortile, mi raccomando...niente fuoco amico...a quel punto, il suo plotone prima di sparare guarda a chi spara...non vogliamo altre cazzate come in montagna.
    “Signori...mi raccomando...velocità sorpresa, e fuoco insostenibile. Non dategli il tempo di capire cosa sta succedendo”.

    il signor Varini strinse la mano ad ognuno dei suoi luogotenenti e si avviò per primo alla sua squadra.
    Lentamente, l’assemblea si dissolse e tutti i comandanti si portarono alle loro unità. Il tentativo sarebbe stato quello di trasmettere ai loro uomini lo stesso senso di sicurezza che il signor Varini aveva trasmesso a loro.

    Stay tuned boys, prossimo post: AZIONE

    ScreenHunter_05 Mar. 25 06.02.gif
    Traccia del piano iniziale del signor Varini con gli attacchi di primo balzo; il resto è da improvvisare a seconda di cosa fa il nemico.
     
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  4. cohimbra

    cohimbra

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    Dopo queste sovversive parole sappi che sarai attenzionato.

    ps. dove ci s'arruola? io porto il vino e un paio di farde. i gommini portali te.
     
  5. Mappo

    Mappo

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    Complimenti Luigi, stai riuscendo a creare l'atmosfera giusta per una storia che altrimenti rischierebbe di diventare da subito surreale.
    Da ex carabiniere permettimi di fare alcuni rilievi sul piano d'attacco di Varini. I tuoi insorgenti stanno attaccando una Stazione, non un Comando Compagnia, quindi niente guardia alla carraia, che nelle Stazioni, quando c'è, si limita ad un semplice cancello o al massimo ad una porta metallica stile garage. niente Centrale Operativa, presente solo dal livello di Compagnia in su, niente piazzale, di solito la Stazione di un paese di 4.000 anime come Dullo è costituita da una villetta a due o tre piani recintata, al piano terreno gli uffici, l'armeria, la sala da pranzo e la cucina, al primo piano e nell'eventuale secondo piano l'alloggio del maresciallo e dei militari celibi. La Stazione addirittura fuori dall'orario d'ufficio è chiusa e in caso di emergenza bisogna chiamare il 112, quindi nessuna guardia. Al massimo in tutta Dullo e sue frazioni sarà possibile incontrare una pattuglia di due carabinieri automuniti, nel caso sia previsto un servizio notturno, più il passaggio ad orari prestabiliti della gazzella del locale Radiomobile che di norma risiede presso il Comando di Compagnia. La Stazione in quanto tale al massimo può avere una forza di 7/8 militari di cui nel migliore dei casi non più di due in servizio notturno e gli altri a casa propria. Quindi se vuoi movimentare un po' le cose ti conviene promuovere la Stazione di Dullo a Compagnia e il nostro Benzoni quanto meno a Capitano. Attaccando una Compagnia avrai comunque a che fare con un piantone armato e con l'operatore della centrale operativa più eventualmente, se attacchi ad esempio verso l'una o verso le 7 del mattino, con i quattro militari dell'equipaggio montante e di quello smontante del radiomobile, più il capitano, il maresciallo e tutti gli eventuali militari celibi buttati giù dal letto al momento dell'attacco, diciamo al massimo non più di dieci persone, in pigiama e frastornate. Da molti anni poi le MG sono state ritirate persino dai comandi di compagnia, quindi se attacchi ad esempio nel momento in cui il Radiomobile entra o esce, oppure ti fai aprire con l'inganno dal piantone il portone principale l'intera caserma cadrà nel giro di un paio di minuti e con il minimo spargimento di sangue.
    Ovviamente: "FORZA BENZONI"
     
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  6. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Mappo
    Grazie per le gentili parole.

    Per quanto riguarda tutte le tue indicazioni su consistenza e ubicazione dei reparti territoriali dei Carabinieri; hai assolutamente ragione. La mia intenzione iniziale era quello di ricreare la caserma del battaglione mobile di Moncalieri (TO), che conosco bene, perché mio padre anni fa rifece tutti i tetti. Poi mi sono reso conto che per il primo scenario, sarebbe stato un po' troppo impegnativo, anche perché il battaglione è (o almeno era quando l'ho visto io) un reparto da guerra con mortai, almeno una compagnia meccanizzata ecc.
    Ho optato quindi per una "forzatura" dell'organico di una "super caserma" dei carabinieri, supponendo astrattamente che un maresciallo possa comandare una plotone (ridotto) di una ventina di uomini (come alle volte capita agli MSU in missione all'estero). La planimetria della caserma è grandina per una caserma reale, anche qui hai assolutamente ragione (con carraia ecc.), ma se avessi dovuto farla a grandezza reale, l'obbiettivo sarebbe stato di uno o al massimo due esagoni.

    Però, se mi dici che in una caserma di compagnia, in servizio ci trovo almeno un plotone, ed un equipaggio radiomobile, promuovo istantaneamente Benzoni a Capitano. In questo scenario i Carabinieri sono armati con M-12 e 92SB; niente di pesante. Spero che questo almeno sia corretto.
    Ah per inciso: questa caserma non cadrà in un paio di minuti...questo te lo assicuro. I carabinieri in questo scenario non sono né in pigiama, né frastornati. Tuttavia, ho abbassato leggermente il loro livello di morale per via della sorpresa.

    "Non esito a definire i Carabinieri italiani coma la migliore polizia militare del mondo"
    Generale David Petraeus" capo della CIA
     
  7. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Su suggerimento di Mappo (vedere post sopra) la caserma dei carabinieri di Dullo diventa un presidio territoriale di compagnia e il maresciallo Benzoni, diventa il capitano Benzoni.
    Ore 02:00
    1
    L’attacco del BPSA cominiciò con il fuoco improvviso e sostenuto della squadra del signor Iamurdo e del geometra Nutti sul posto di guardia della carraia e con le bestemmie a bassa voce del signor Varini che vedeva impattare i proiettili ovunque, meno che dove dovevano essere diretti. Il signor Varini afferrò per un braccio l’operatore radio che gli passò subito il microfono. Sempre calmo il signor Varini si portò il microfono alla bocca:

    “India 0 qui Vanguard...se non sparate dritto, quando superiamo l’avvallamento della strada, siamo morti...mi raccomando !!”

    Il signor Varini cominciò quindi il movimento all’avallamento che dava sulla strada e si fermò lungo l’argine. Sporse la testa leggermente al di sopra della linea di visuale. Qualunqe rumore era coperto dal fuoco dei Garand inframmezzato dal crepitio intervallato del Remington del geometra Nutti. Dalla caserma nessuna reazione. Il signor Varini pensò che era normale; il nemico stava probabilmente cercando di capire cosa stava succedendo.
    Il plotone del signor Mangano si mosse velocemente e silenziosamente dal granaio della famiglia Rutuli alla casetta di Pavlov.

    2
    Il fuoco della squadra del signor Iamurdo migliorava, ma non di molto, ed il signor Varini adesso doveva decidere: muovere o aspettare. Sempre con il microfono della radio alla bocca il signor Varini diede il segnale:

    “India 0 qui Vanguard...ci muoviamo...continuate a coprirci”. Il Signor Iamurdo rispondeva con due scatti del microfono.

    Il signor Varini diede il cenno di avanzata alla sua squadra, che come un sol uomo si alzò e cominciò ad avanzare cautamente verso la caserma. Il signor Varini notò qualche movimento all’interno del posto di guardia e fece l’errore di chiamare su di sé la squadra del signor Amato per assicurarsi un maggiore fuoco di copertura. Amato prontamente eseguiva l’ordine, ma proprio in quel momento apparivano vampe dalle finestrelle del posto di guardia e il piombo calibro nove cominciava a piovere (orizzontale) sulle due squadre assiepate. Cadeva il primo volontario del BPSA.
    Nel vedere i suoi che si buttavano a terra terrorizzati, il signor Varini per la prima volta quella notte si incazzò:

    “rispondete al fuoco per Dio...siamo allo scoperto in mezzo alla strada...risspondeeeete al fuoco !!” e per dare l’esempio, puntò il Galil da inginocchiato e aprì il tiro sul posto di guardia. Con la coda dell’occhio, vide un’Alfa 156 parcheggiata nel cortile. Il fuoco del signor Varini, preciso e selettivo, due colpi singoli alla volta, non era certo sostenuto, ma la precisione allenata con anni di pratica ebbe il suo effetto...al quinto “double tap” un gruppetto di carabinieri schizzò fuori dal fabbricato.

    “Brutta mossa” sorrise tra sé il signor Varini e continuò a sparare. I carabinieri si buttarono a terra ed uscirono dalla linea di tiro. Vide alcuni di loro nascondersi dietro all’Alfa.

    Il signor Mangano ed i suoi intanto si erano quasi portati a ridosso del muro di cinta e la squadra de signor Lavi si apprestava ad arrampicarsi per neutralizzare il filo spinato.
    Mangano squad 2.jpg
    La squadra di punta del plotone del Signor Mangano si porta al muro di cinta

    turn 02.gif
    3

    La prima decisione in modificazione del piano originale doveva adesso essere presa dal signor Varini: il piano prevedeva di muovere alla carraia come primo obiettivo, ma adesso la squadra di carabinieri era in mezzo al cortile. Il signor Varini non la vedeva direttamente, ma probabilmente era stesa a terra in attesa che lui facesse una cazzata. Avendo il signor Iamurdo ed il signor Nutti sospeso il fuoco per mancanza di bersagli, adesso il Signor Varini poteva sentire voci concitate provenire dalla caserma...poi all’improvviso, forte rumore di incidente stradale...alzò la testa e vide che l’Alfa 156 si era spiattellata contro un muro nel tentativo di fare qualche manovra.

    “India 0 qui è Vanguard...avete una linea di tiro sul nemico nel cortile ? Cambio”

    Scariche...scariche...elettrostatiche...

    “Negativo Vanguard”

    “Muovete il culo e portatevi sulla strada...con...cautela...ci serve il vostro fuoco di copertura...cambio”.
    “Ricevuto Vanguard”.

    Il signor Varini si girò per guardare i suoi uomini e quelli della squadra del signor Amato...
    “Sparate a martello sulla posizione a destra dell’Alfa...li c’è il nemico...mi coprite il culo mentre io mi porto a ridosso del muro...cambiamento di piano...non mi fido più a passare per la carraia”.
    Il signor Varini urlò poi alla squadra del signor Toppa:

    “Riserva di plotone su di me !! Riprendiamo il movimento...Amato mi raccomando...fuoco sostenuto”.
    I dubbi dal signor Varini furono confermati quando gli uomini del signor Amato, sdraiati sulla strada accenarono ad un timido fuoco di copertura. La risposta dei Carabinieri fu immediata. Tutti di nuovo a terra, compresa la squadra del signor Varini.

    “Cristo...sono ancora vivi e vegeti sti bastardi”...il signor Varini mugugnava tra se, stringendo il Galil. Nel frattempo arrivava la squadra del signor Toppa, che istintivamente deviava sulla destra per defilarsi al fuoco proveniente dal cortile.

    Il plotone del signor Mangano arrivava nel frattempo al muro di cinta dall’altra parte della caserma ed iniziava a lavorare sul filo spinato, mettendoci sopra coperte e stuoie preparate in precedenza. Ottima disciplina, tutto si svolgeva nel più assoluto silenzio.

    Continua...
    turn 03.gif
    4
     
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    Ultima modifica: 26 Marzo 2015
  8. cohimbra

    cohimbra

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    Scherzi a parte, penso sia uno degli scenari meglio 'interpretati' della storia. Complimenti sinceri. Viva la revolution!

    PS. lo renderai giocabile anche per noi poveri cristi?
     
  9. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Cohimbra; grazie per l'incoraggiamento

    L'obiettivo è di farne una campagna che poi distribuirò per tutti gli utenti. L'altro obiettivo è quello di avvicinare il più possibile di persone a questo gioco, che nonostante l'età e le meccaniche un po' datate, rimane nei fatti una delle più realistiche simulazioni di combattimento tattiche mai prodotte.
     
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  10. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Il signor Varini intravvide alla destra dei suoi uomini la squadra del signor Toppa, anch’essa giunta all’argine della strada, e gli intimò a gesti di continuare il movimento fino al muro esterno della caserma, cosa che gli uomini del signor Toppa fecero; poi si risolse a cercare una soluzione al suo problema più immediato; il nemico nel cortile.

    “Vanguard, qui è Delta; sono in posizione e vedo il nemico. Mi dia un minuto per sistemarmi e poi cominico a ingaggiare”.

    Era il geometra Nutti che, in compagnia della squadra comando del plotone del signor Iamurdo aveva abbandonato l’azienda agricola della famiglia Rutuli, per portarsi a supporto del signor Varini.
    “Ricevuto Delta,...quando siete pronti, sparate dove sparo io”.

    Si era adesso in una fase di calma della battaglia; fase che era a tutto svantaggio del BPSA, perchè meno il nemico era impegnato a evitare di crepare o a difendersi da attacchi, e più si poteva disporre ed organizzare. Oltretutto il piano prevedeva la rapida presa dell’obiettivo. Non ci si poteva mettere tutta la notte, con il rischio sempre presente che i carabinieri ricevessero dei rinforzi.

    Con questi foschi pensieri per la testa, il signor Varini, imbracciò il fucile e cominciò ad ingaggiare il nemico; svantaggio o no, non aveva intenzione di far ammazzare altri ragazzi per andare all’assalto improvvisando.

    La battaglia crebbe subito di intensità quando il signor Varini cominciò a indirizzare colpi sul nemico. Dalla posizione dei Carabinieri, una serie di grida e poi questi risposero al fuoco. Galil, M-12 e poi i Garand di Amato si aggiunsero al concerto in un crescendo sinfonico. Al signor Varini parve di vedere un carabiniere alzarsi e ricadere colpito.

    “Vanguard qui Mike 0 siamo nell’armeria, ripeto siamo nell’armeria; ho due feriti lievi per il filo spinato nessun contatto col nemico...attendiamo ordini cambio”

    “Finalmente una buona notizia” gugnì il signor Varini e riafferrò l’operatore radio:

    “Mike 0 qui Vanguard: procedete con cautela...ripeto cautela...come in addestramento...granate, fuoco di copertura e poi assaltate stanza per stanza... noi siamo alla sinistra della carraia, inchiodati da una squadra nemica nel cortile...mi mandi qulcuno a prendere questi pellegrini alle spalle...cambio”.

    “Ricevuto”. Il signor Mangano mollò il microfono e deglutì nervosamente: adesso per il suo plotone cominciava la parte pruriginosa; combattimento ravvicinato con gli occupanti dell’ala ovest della caserma: un compito stalingradiano.

    5

    Quando il geometra Nutti si unì al coro del fuoco di copertura, i carabinieri nel cortile capirono l’antifona abbastanza in fretta; tre colpi, un morto ammazzato; i rimanenti carabinieri girarono i tacchi, il che avrebbe permesso alla squadra del signor Varini di avanzare, se non fosse che questa non era ancora riuscita ad organizzarsi per riprendere il movimento. D’altra parte il signor Iamurdo, strillando come un vichingo e prendendo a calci nel culo i suoi uomini riuscì a far avanzare una delle sue squadre a ridosso del muro di cinta a nord. La cosa non fu facile, perché c'erano i feriti della squadra del signor Amato che gridavano come vitelli al macello ed il signor Iamurdo dovette convincere i suoi a lasciarli alle cure del signor Tammaro, paramedico del plotone.

    Nello stesso momento il signor Toppa che si era districato con i suoi uomini dal filo spinato, penetrò nell’ala ovest, venendo accolto da un nutrito fuoco calibro nove dei difensori. La squadra lasciò un uomo a terra e gli altri se la dettero a gambe al di fuori dell’edificio. Il signor Varini vide la squadra del signor Toppa ripiegare in gran fretta e si trattenne a stento dello sparargli addosso lui stesso. Non poteva comunicare direttamente col signor Toppa, ed anche il signor Iamurdo, comandante del plotone, non aveva il controllo dell’unità. Bisognò quindi osservarla ripiegare senza poter fare nulla. Unica nota positiva, il Signor Varini si era fatto un’idea abbastanza precisa di dove fosse il nemico. Era furioso perché la squadra del signor Toppa non aveva avuto le palle di mantenere il terreno occupato, e adesso occorreva ricominciare da capo. Mentre il signor Varini faceva queste considerazioni la radio gracchiò di nuovo:

    “ Vanguard...qui Mike 0 ho una squadra sul cortile che vede i suoi pellegrini; sembrano parecchio ridotti male; stanno cercando di curare un po’ dei loro... io sono nell’armeria, ed ho una squadra ancora fuori alle prese con le ostruzioni...chiedo direttive...cambio”.

    “Mike 0...preparatevi ad ad ingaggiare il nemico nel cortile e ripulitemi l’ala ovest...tenetemi informato...chiudo”.

    6

    Il tiro preciso del geometra Nutti, sulla squadra del nemico nel cortile non diminuiva né di intensità né di precisione, Fu giocoforza per i carabinieri rifugiarsi frastornati nell’ala est, con ulteriori perdite. La scena osservata dalla squadra del signor Varini era apocalittica: I carabinieri cercarono di trascinarsi dietro i loro feriti, ma ne abbandonarono uno...forse morto.

    Il plotone del signor Mangano non aveva molto da tenere informato il signor Varini: lentamente, metodicamente, cominciò il lavoro di bonifica stanza per stanza dell’ala ovest; fuoco alla cieca, granata, irruzione. La seconda squadra di carabinieri dimorante nell’ala ovest veniva messa in rotta e sgusciava da una porticina di servizio per ritirarsi nell’ala est; se non che la squadra del signor Lavi la prendeva di mira mentre transitava dal cortile: scompiglio generale. Una delle teste dei carabinieri scoppiava come un melone colta in pieno da un 7,62. Il signor Varini approfittava del casino, e riusciva a far muovere la sua squadra sulla carraia, conquistandola. Unica nota negativa; molto negativa...il signor Amato aveva, oltre al morto dell’inizio dello scontro anche due feriti gravi nell’attraversare con troppa fretta il filo spinato.

    “Vanguard...qui è Mike 0...l’ala ovest è nostra...ripeto l’ala ovest è nostra...abbiamo due veicoli parcheggiati nel retro del cortile...sembrano vuoti”.

    “Mike...ricevuto...ignorate i veicoli, ce ne impadroniremo alla fine...preparatevi invece alle operazioni nell’ala est...la carraia è nelle nostre mani...da qui non esce più nessuno...chiudo”.

    7

    “A terra !! Tutti a terra !!”

    Il signor Varini fece appena in tempo a vedere le vampe delle mitragliette dall’entrata principale dell’ala est. Un gruppo di carabinieri, veramente incazzati, a giudicare dai rischi che si prendevano, tentava evidentemente di aiutare i commilitoni in ritirata dall’ala ovest. Questi presero di mira il signor Varini ed i suoi mentre cercavano di guadagnare il muro interno sulla destra. Per miracolo nessuno fu colpito. Il signor Varini, adrenalina fuori scala, scaricò il Galil sulla finestra da cui proveniva il fuoco; raffica continua. Si unì al coro anche la squadra del signor Lavi. Il fuoco nemico cessò. Poi per il signor Varini, un altro colpo apoplettico:

    “Vanguard qui India 0...truppe nemiche provenienti da Dullo !!...ripeto truppe nemiche sulla strada !!...ingaggiamo di iniziativa”.

    Ulteriore rumore di fucileria....botto tremendo ed incendio nella notte...il signor Varini si girò di istinto verso est e vide una volante dei carabinieri in fiamme. Probabilmente il radiomobile notturno, allertato dalla caserma veniva in aiuto agli assediati. Scorse anche una motocicletta, per terra in mezzo alla strada. Dietro di loro, un'ambulanza.

    “India 0...qui è Vanguard...trattenete il nemico ad ogni costo...non deve uscire dal paese...fatemi sapere se avete bisogno di aiuto...cambio”.

    Nessuna risposta...il signor Iamurdo e i suoi erano evidentemente troppo impegnati a sparare.
    Adesso la situazione cominciava a diventare merdosa, nonché molto confusa; I carabinieri sparavano da tutti i buchi dell’ala est, l’intero plotone del signor Mangano rispondeva a tono da ovest, aiutato da una squadra del signor Iamurdo, ed il signor Varini e i suoi erano rimasti alla carraia, unici stronzi allo scoperto. Per grazia di Padre Pio, la squadra del signor Varini non ebbe perdite.

    Il signor Varini si girava a sinistra e a destra come un leone in gabbia, preoccupato più dalla possibile avanzata dei rinforzi nemici dalla strada, che lo avrebbero sorpreso con il culo all’aria al di qua della carraia, che non del fuoco dei carabinieri di fronte a lui. Proiettili e grida giungevano copiosi di fronte, il fuoco a nord era cessato e di carabinieri da lì non ne arrivavano. Il signor Varini ringraziò mentalmente Dio, il geometra Nutti ed il signor Iamurdo, che probabilmente avevano inchiodato i nuovi arrivati da qualche parte all’estremità ovest di Dullo.

    Il fuoco sostenuto dalle due ali della caserma continuò ancora per qualche minuto, poi diminuì di intensità.
    Mangano fire.jpg
    Una delle sezioni del signor Mangano impegnano i Carabinieri dalle finestre dell'ala ovest

    “Mike 0 qui Vanguard rapporto...cambio”.

    “Vanguard il fuoco nemico cala...chiedo autorizzazione ad assaltare...ho tutte le squadre allineate sul cortile...cambio.”

    “Mike 0...negativo...attendete il mio via...devo capire cosa sta succedendo a nord”.

    In quel momento si infilò nella frequenza il geometra Nutti serafico come un monaco buddista:

    “Vanguard qui è Delta...visualizzo personale della Croce Rossa sulla strada, che sta prestando soccorso ai carabinieri che abbiamo intercettato provenienti da ovest. Abbiamo distrutto una macchina e penso di avere beccato almeno un paio di nemici...alcuni a bordo di moto...Ci sono anche altri civili che stanno aiutando a soccorrere i feriti".
    Dullo Nord.jpg

    “Delta...per l’amore di Cristo cessate il fuoco...ripeto non tirate sulle case dove si rifugiano i carabinieri...se vi sparano, mettetevi al coperto...ma rispondete al fuoco solo se siete sicuri di non colpire civili...Delta confermate per favore...cambio”

    “Vanguard...ricevuto...ma se vi prendono alle spalle...cambio”

    “ Se avanzano fino a qui li prendiamo in consegna noi...ripeto non sparare se avete civili in vista, e se sparate, guardate bene prima a chi !! Confermate...cambio”.

    “Vanguard ricevuto...chiudo”

    “Mike 0 qui è Vanguard avete copiato tutto?...cambio”

    “Affermativo Vanguard...siamo sempre in attesa di ordini...cambio”.

    Oramai la sparatoria infernale attraverso il cortile, si era trasformata in uno sparacchiare sporadico.

    “Mike acoltate bene...dovete assaltare senza il mio aiuto...rimango alla carraia in caso qualcuno tenti di fotterci da nord...Organizzate le vostre forze e cominciate l’assalto finale appena lo ritenete opportuno...agite di iniziativa e tenetemi informato...cambio”.

    “Vanguard ricevuto...assalto appena pronti...confermo...chiudo”.

    Continua...

    Situazione tattica aggiornata
    07.gif
     
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    Ultima modifica: 28 Marzo 2015
  11. DistruttoreLegio

    DistruttoreLegio

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    congratulazioni :)
    Abbastanza prevedibile ... sei un genio @Luigi Varriale
    sapevo che andava a finire cosi ...


    essendo "dullo" un piccolo paese è presumibile che si conoscano tutti ... tutti gli uomini di Varini conosco i carabinieri per nome e la loro storia ... sono curioso di leggere cosa succederà quando i "ribelli" si accorgono che hanno ucciso delle persone vere
     
  12. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Si, ma come suggerito da Mappo, questa non è una stazioncina dei carabinieri, ma una caserma di compagnia...quindi un po' più anonima della stazione col maresciallo e l'appuntato.
    Comunque è certamente possibile che alcuni degli uomini del signor Varini conoscano alcuni dei militi.
     
  13. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Il compito del plotone del signor Mangano si rivelò meno difficile del previsto. La prima squadra ad avanzare cautamente nel cortile fu quella del signor Barbero, e non incontrò nessuna reazione apprezzabile. Rimaneva lo scoglio della sala operativa, che doveva essere neutralizzato prima di tentare un’avanzata. A questo compito pensò la squadra comando del signor Mangano, che ancora una volta scaricò caricatore dopo caricatore attraverso le finestre della presunta ubicazione del nemico.

    Poi la squadra del signor Barbero per prima entrò nell’ala est: nell’atrio della caserma una scena indescrivibile: praticamente tutto era stato distrutto dal fuoco concentrato s del BPSA. In mezzo alla stanza, quattro carabinieri giacevano presumibilmente morti, in pozze di sangue, alcuni con improvvisati bendaggi, c’erano fori di proiettile ovunque, su tutti i muri e l’odore della cordite e del sangue era insopportabile, tanto che il signor Barbero, un ragazzo di ventun anni di professione apprendista idraulico, dovette coprirsi la faccia con il bavero della sua uniforme.

    Cautamente, l’eploratore della squadra del signor Barbero si affacciò sul corridoio prinicpale per vedere se c’era qualcuno e ricevette un paio di proiettili calibro 9x19 a due palmi dalla faccia. Tirò una bestemmia ed immediatamente si ritrasse nell’atrio.

    “Signor Barbero”...si rivolse al suo comandante di squadra...”non so, secondo me non è rimasto molto del nemico, fuoco debole proveniente da destra”.

    “Frega un cazzo” rispose secco il signor Barbero...”non ci muoviamo di qui, fino a quando il signor Mangano non ce lo dice...e se non spazza prima la zona, mi sa che non ce lo dice...sistemarsi a difesa ed attendere”.

    Gli uomini della squadra, cominciarono a spostare i mobili per formare delle barriere...tutti si sforzavano di ignorare i corpi dei nemici in mezzo alla stanza.

    Poi arrivò il contrattacco dei carabinieri. Senza nessun preavviso, fuoco di mitragliette e pistole echeggiò nell’edificio. I proiettili fischiavano dappertutto, si conficcavano in muri e nella mobilia, pur essendo il tiro non mirato e nemmeno molto sostenuto...poi gridando, un gruppo di carabinieri cercò di fare irruzione nella stanza per ricacciare il BPSA fuori nel cortile. Il problema per i carabinieri era che avavano più coraggio che forze. La squadra del signor Barbero concentrò il fuoco sulla grande porta che dava sul corridoio. La cortina di proiettili da 7,62, un calibro pur sempre rispettato da tutti, anche se fuori moda, tagliò quasi in due la gamba di uno degli attaccanti, lasciandolo a terra urlante; gli altri quattro, pensarono bene di rinunciare.

    Quando gli uomini del signor Barbero cessarono il fuoco, continuarono a sentire quello proveniente da destra diretto nelle sala operativa della caserma, dove si presumeva si fosse concentrato il nemico per l’ultima resistenza. Dopo un po’ di questo trambusto, si sentì la voce del signor Mangano che gridava dall’esterno all’edificio:

    “Seconda squadra...muovete il culo !! Gli uomini del signor Lavi sono nel cortile...prendete d’assalto la maledetta sala operativa !!”

    Con estrema cautela, più che con impeto d’assalto, la squadra del signor Barbero uscì nel corridoio...l’uomo di punta guardò a destra ed a sinistra, attraverso il fumo provocato dalla sparatoria, e vide degli uomini proprio a sinistra. L’esplratore cercò precipitosamente di puntare il Garand. La figura alla testa dell’altro gruppo, allargò tutte e due le braccia a croce; segno convenzionale che era stato convenuto prima dell’azione per indicare “squadra amica”. Era la squadra del signor Amato, penetrata nell’edificio a nord e che stava anch’essa seguendo il corridoio.
    L’eploratore del signor Barbero abbassò il garand ed alzò il dito medio della mano destra all’indirizzo dei colleghi; un’ altro segno convezionale – questo però non concordato prima dell’azione – ma che voleva inequivocabilmente dire...”rosicate stronzi nell’edificio siamo entrati prima noi”.

    Poi, le due squadre riunite si avviarono verso la sala operativa, e quando vi penetrarono, trovarono un altro mezzo macello. Come tutte le altre, anche questa stanza era stata semidistrutta dal piombo e c’erano tre carabinieri, tra cui il capitano Benzoni seduti con le teste apoggiate sui tavoli e le mani alzate, in maniera che non vi fossero dubbi sulle loro intenzioni e che non rischiassero di prendersi una palla in testa per errore. Le armi, erano allineate contro il muro. La resistenza organizzata dei carabinieri era cessata.

    “Capitano...mi chiamo Davide Barbero...lei e la sua guarnigione siete prigionieri di guerra della Repubblica Nord Alpina”

    “Siete italiani ??” domandò il Capitano con un’espressione esterefatta.

    “No signore...siamo membri dell’BPSA...l’esercito nordalpino...ho l’ordine di comunicarvi, che sarete trattati con tutte le garanzie della Convenzione di Ginevra. Le formali trattative di resa dovranno avvenire con il Colonello Varini...lasci che le dica...che i suoi uomini si sono battuti con coraggio”.
    Gli uomini del signor Barbero raccolsero le armi e scortarono all’esterno i prigionieri.

    Nel mentre avvenivano questi fatti, un gruppetto di nemici era riuscito a sgusciare non visto dal signor Lavi e ad introdursi in una Land Rover parcheggiata sul retro della caserma, allo scopo di sotrtarsi alla cattura. Ma le barriere da superare erano troppe. La squadra del signor Lavi venne totalmente sorpresa, ed il veicolo potè procedere oltre, ma poi la vettura venne sotto il fuoco della squadra comando del signor Mangano ancora appostata sul terrazzo dell’ala ovest che dava sul cortile. Il fuoco concentrato degli uomini del signor Mangano, distrusse iil veicolo e lo mandò a sbattere contro l’entrata principale di quella est. Nessun sopravvisuuto.

    Il signor Mangano infine aggrappò il collo del suo operatore radio e si fece dare il microfono:

    “Vanguard rapporto segue...resistenza organizzata del nemico cessata, abbiamo tre prigionieri tra cui il comandante nemico, e stiamo controllando se ce ne sono altri. Avete ulteriori istruzioni per noi ? cambio”

    “Mike 0 qui Vanguard...ricevuto...i miei complimenti...sappiate che mi sono portato dalla carraia al posto di guardia per maggior sicurezza della mia squadra....rimanete nell’ala est...la situazione a nord non è ancora completamente chiarita...non ripeto non...venite verso di noi fino a quando non vi autorizzo....confermate, cambio”.

    “Vanguard ricevuto...rimaniamo in attesa, mentre ultimiamo bonifica della zona...chiudo”.
    Venne l’alba e la battaglia terminò. Il signor Varini autorizzò la Croce Rossa ad entrare nella zona di operazioni dove il personale, a cui si aggiunsero altre ambulanze provenienti dall’ospedale di Vruno, raccolsero 12 feriti gravi, di cui 5 non superarono la giornata, e 11 cadaveri tra i carabinieri. A questi si dovettero aggiungere i 9 carabinieri fatti prigioneri per un totale di 32 perdite da parte italiana.
    Il BPSA ebbe anche a pagare cara l’azione sostenuta: un ferito leggero, con lacerazioni da filo spinato, due feriti gravi, e due morti ammazzati dal piombo italiano.

    Dullo, il paese limitrofo di Vruno e la caserma dei carabinieri (nuovo quartier genereale delle forze nordalpine) erano nelle mani del BPSA.
     
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    Ultima modifica: 28 Marzo 2015
  14. huirttps

    huirttps

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    @Luigi Varriale questo si preannuncia come l'AAR dell'anno!
    Bravissimo!
     
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  15. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    huirttps, felice di ritrovarti sul forum...ti ringrazio per il sempre presente sostegno.
     
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  16. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Edificio comunale di Dullo

    La compagnia del signor Varini si era risistemata come meglio poteva, tutti si erano ripuliti, ed avevano mangiato il più abbondante pranzo della loro vita. Una volta rimesso in sesto il reparto, le squadre del signor Amato e del signor Lavi erano state spedita ben oltre i limiti del paese a sorvegliare le vie d’accesso, divise in quattro sezioni di due esploratori ciascuna.

    I signori Varini, Iamurdo, Mangano, il geometra Nutti, ed il sindaco di Dullo erano seduti nell’ufficio di quest’ultimo. Era presente anche il commendator Grassi, che aveva accolto un numero selezionato di cronisti di guerra, provenienti praticamente da tutte le maggiori testate giornalistiche mondiali. Brillavano per la loro latitanza i giornalisti delle principali testate italiane. Il botto era stato fatto e adesso andava gestito. I giornalisti attendevano nella sala del consiglio comunale. Il signor Mangano si avviò, insieme al sindaco ed al signor Iamurdo per dare inizio all'annunciata conferenza stampa.

    I leader del BPSA entrarono nella sala del consiglio dove vennero accolti da un fuoco di fila di flash e da un marcato aumento di volume del vociare in varie lingue. Il signor Mangano prese posto dietro al lungo tavolo adattato a palco, ed alla sua destra si accomodò il signor Iamurdo. Il sindaco, alla sinistra.

    Il signor Mangano rimase in piedi, appoggiando le mani sul tavolo ed attese che il vociare cessasse. Poi, dopo aver dato un’ulteriore lunga occhiata alla gente assiepata, cominciò:

    “Signori, mi chiamo Mangano e sono qui per fare un breve comunicato a nome del Presidente provvisorio della Repubblica Nord Alpina, Colonnello Generale Varini. Sfortunatamente avrò il tempo di rispondere solo ad alcune delle vostre sicuramente numerose domande. Questa è una zona di guerra, nella qual avete avuto accesso su vostra richiesta e sotto la vostra responsabilità. L’esercito nord alpino non può al momento garantire la vostra sicurezza, dal momento che è totalmente assorbito dalle operazioni militari della guerra di liberazione da Roma. Il tempo a nostra disposizione è conseguentemente molto breve”.

    “Nella notte di ieri, le forze armate della Nord Alpina hanno cominciato azioni belliche regolari contro l’Esercito Italiano, hanno espugnato una caserma delle forze armate italiane ed hanno occupato i centri di Dullo e di Vruno. Le forze nord alpine si stanno adesso concentrando sul consolidamento di queste vittorie, sul reclutamento di personale, e sul potenziamento dell'armamento per sostenere il giovane stato. La dichiarazione di indipendenza ufficiale della Nord Alpina verrà annunciata solennemente domani alle ore 18:00. I preponenti e fondatori di questa nuova entità statale, dichiarano di non riconoscere più il corrotto, ed inerte stato italiano, incapace di lasciare la libertà al proprio popolo di risollevarsi da anni, per non dire decenni, di malgoverno, di assoluto scempio morale delle istituzioni, e di delegittimazione delle stesse. Queste manchevolezze ed il deprecabile stato in cui versa la credibilità e l'efficienza dello stato, hanno portato la popolazione italiana allo stremo delle forze economiche, morali e materiali. Il comitato provvisorio del BPSA ha deciso di passare all’azione. Un nuovo stato verrà fondato su questo territorio per tutta l’estensione che il popolo italiano vorrà concedere aderendo al movimento ed alla repubblica nordalpina provvisoria. L’intera popolazione italiana è chiamata ad unirsi al movimento ed a seguire l’esempio che noi abbiamo dato e daremo, per il rinnovamento delle istituzioni e per l’abbattimento della marcescente gerontocrazia padrona di Roma. L'esistenza della Repubblica Nord Alpina e del tutto provvisoria e l'obiettivo finale e il ricongiungimento di essa e del suo braccio militare, il BPSA con un'Italia rinnovata e libera".

    Il signor Mangano, che era passato da coordinatore dell’assemblea del suo condominio, a comandante di plotone, a ministro dell’interno, nello spazio di due giorni si sentiva decisamente non a suo agio in quel ruolo; tuttavia, terminato il suo discorso scritto, posò il foglio ed attese le domande dei giornalisti.

    “Mark Ortelli USA Yesterday... Signor Mangano, su tutti i giornali italiani e dalle altre fonti di informazione nazionale voi venite definiti terroristi con obiettivo la destabilizzazione dello stato e con modus operandi, lo stragismo. Ha qualche commento in proposito ?”
    Il signor Mangano abbassò la testa in segno di sconforto, poi la rialzò, passando lo sguardo sull’intera sala:

    "Non dubito che gli organi di stampa ci definiscano come a detto lei, del resto anche i suoi compatrioti nella guerra di indipendenza erano chiamati ribelli dagli Inglesi...poi hanno vinto...ed ohibò...sono diventati patrioti. D’altro canto mi sovvengono altri suoi compatrioti che venivano chiamati ribelli...se non sbaglio negli anni 60 dell’ottocento...questi hanno invece perso...e guarda caso gli si è confermato l’epiteto di ribelli. Per quanto riguarda questa guerra, il nome con cui passeremo alla storia è ancora da decidere. Per quanto riguarda lo stragismo...noi conduciamo operazioni belliche, abbiamo l’uniforme, i nostri soldati portano le armi, e proteggono i combattenti avversari una volta che questi si sono arresi, a norma delle vigenti convenzioni internazionali. Invitiamo il governo di Roma a fare altrettanto con noi. A tal proposito, ricordiamo a tale governo che abbiamo nelle nostre mani un certo numero di prigionieri di guerra. L’unica cosa che ritengo corretta nella caratterizzazione che il TG1 ha dato di noi, e quella riguardante la nostra volontà di destabilizzare lo stato, dal momento che non è più uno stato, ma una confraternita di truffatori, levantini (e con questa parola il Mangano commise un passo falso, dando una connotazione razziale al governo di Roma) dediti solamente alla sopravvivenza delle loro prebende e dei loro privilegi.

    “Francois Bonnet Defense Baguette...Signor Mangano...i principali analisti militari affermano che il vostro movimento verrà schiacciato in 48 ore dall’Esercito Italiano che sta preparando una risposta ferma e decisa nei confronti dall’azione che viene definita delinquenziale che avete intrapreso...i suoi commenti ?”

    “Beh, se l’azione è delinquenziale, dovrebbero mandarci ancora un po’ di poliziotti, così gli schiacciamo anche quelli e poi ci ritroviamo qui per un’altra conferenza”...risatine nervose da parte dell’audience...”il fatto che stiano pensando come impiegare l’Esercito Italiano per schiacciarci, sta a dimostrare che ci considerano qualcosa di più che semplici delinquenti...oltretutto questi tromboni ignoranti che sono a Roma, hanno una eccessiva fiducia nelle forze armate. Non gli è ancora balenata in mente l’idea che queste stiano perdendo il rispetto dei loro governanti. I valorosi carabinieri contro i quali abbiamo combattuto, non avevano armi da guerra, non avevano abbastanza munizioni, non avevano armi pesanti. Io stesso sono un ex appartenente all’Esercito Italiano che ho servito per sette anni con tutto il mio impegno, prima di essere scaricato per coprire i buchi di bilancio che i signori di Roma hanno provocato in questi ultimi 30 anni”.

    “Signori”...intervenne il sindaco...”vi prego...il signor Mangano può accettare ancora una sola domanda, poi dovremo concludere questa conferenza stampa, essendo egli chiamato ai suoi pressanti impegni di carattere militare”...proteste e tumulti nell’audience.

    “Giulio Gaggeri...l’indipendente socialista...signor Mangano...il suo movimento ha una strategia politica...che non sia solo abbattiamo lo stato con la forza ?”

    Il signor Mangano fissò per qualche secondo il giovane giornalista italiano...poi sparò a zero, contento che il giornalista fosse di un giornale di sinistra.

    “Si ce l'ha e non è nemmeno troppo complicata...l’iniziativa quando il periodo di crisi sarà passato passerà al popolo. Il Governo della Repubblica Nord Alpina garantirà la giustizia, la difesa, e la stabilità dei contratti e del diritto. Garantirà altresì l’ordine pubblico ed il funzionamento degli organi amministrativi e legislativi. Tutto il resto dovrà garantirlo il popolo per lo stato...ovvero per sé stesso”.

    I giornalisti cercarono di trattenere per qualche minuto in più i leader del movimento, ma questi scusandosi ed affrettandosi verso l’uscita, si congedarono dalla comitiva.

    Stay tuned boys
     
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  17. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Ci si prepara al peggio

    L’impressa del BPSA a Dullo di tre giorni prima aveva parzialmente ottenuto l’effetto che il signor Varini ed i suoi luogotenenti si erano aspettati: in tutte le province della regione e anche in qualche altra regione, episodi di resistenza in alcuni casi anche armata, si andavano estendendo con grandissima preoccupazione dei governativi. In alcuni di questi focolai, le forze dell’ordine riuscirono a mantenere sotto controllo la situazione, talvolta con l’aiuto delle forze dell’esercito, che erano intervenute in aiuto in quei luoghi dove la vicinanza delle loro basi ne permetteva un rapido schieramento. In altri luoghi la situzaione era talmente esplosiva, che avrebbe potuto precipitare da un momento all’altro.

    Sulla base di queste informazioni, i governativi avevano intenzione di pianificare un’azione rapida per distruggere il principale focolaio di rivolta. La missione era quella di annientare i ribelli a Dullo, riprendendo posesso del paese e della frazione di Vruno (Sanio). Il resto sarebbe seguito automaticamente.

    Il problema che i governativi dovevano affrontare, non era però semplicissimo; la maggioranza delle forze efficienti dell’EI si trovavano in missione all’estero; molte sarebbero state probabilmente richiamate, data l'emergenza in patria. Immediatamente impiegabili erano un reggimento della brigata di paracadutisti Folgore, ed un reggimento di alpini della Brigata Julia, quest’ultimo appena rientrato dall’Afghanistan. Erano disponibili, è vero, reggimenti corazzati e di bersaglieri (meccanizzati), che potevano attivarsi e raggiungere la zona di Dullo in meno di una settimana, ma giustamente il comando dell’EI non ritenne opportuno inviare forze pesanti, per lo meno non immediatamente. La zona di operazioni, in ambiente montano e molto accidentato, non si prestava infatti all’impiego di forze corazzate o meccanizzate.

    Venne deciso quindi che il 9° regimento alpini sarebbe subito stato inviato e reprimere la rivolta a Dullo, mentre il reggimento di paracadutisti si sarebbe tenuto in riserva strategica di pronto impiego, insieme alle scarse aliquote di forze speciali a disposizione in patria. Un’altra brigata che si preparava febbrilmente all’azione era la Friuli, una brigata aeromobile, che pur non completamente adatta ad un ambiente montano in inverno, era pur sempre costituita da fanteria leggera, che meglio si prestava dei carri e dei meccanizzati ad operare nella zona di Dullo.

    Al comando del 9° alpini venne conseguentemente affidata la seguente missione:
    · Muovere su Dullo, senza porre tempo in mezzo
    · Schiacciare qualunqe resistenza armata da parte di chiunque
    · Ripristinare la legalità e la sovranità dello stato nell’area dei disordini.

    Dall’altra parte della barricata, si lavorava febbrilmente per accrescere l’influenza ed il controllo del BPSA nella zona di Dullo e comuni limitrofi. Il signor Varini si dedicò anima e corpo a stabilire contatti con altre zone del paese che erano in bilico tra l’azione e l’attendismo, mentre il signor Mangano ed il signor Iamurdo, instancabilmente si occuparono di reclutare nuovi volontari alla causa. Con l’aiuto del commendator Grassi, si reperirono fucili e granate (che erano prodotte localmente) per un ulteriore plotone di fanteria volontaria. Queste nuove reclute vennero addestrate a ritmo super accellerato, rispetto ai primi due plotoni (ore invece di mesi) e quindi bisognava partire dal presupposto che la loro efficienza operativa sarebbe stata più scarsa della già scarsa preparazione dei volontari originali. Occorreva poi considerare che per ogni ulteriore espansione delle forze militari occorreva assicurarsi l'assistenza di fornitori di armi da guerra moderne e soprattutto in numero sufficiente.

    Il plotone di recente formazione fu affidato ad un giovane di 25 anni, il signor Rocca, che dimostrò da subito spiccate qualità di leadership, e soprattutto era fanaticamente votato alla causa.Politicamente un incrocio tra un comunista ed un anarchico, era comunque pronto a tutto, ed andava dicendo a chiunque volesse ascoltarlo che erano anni che apettava qualcosa del genere. Adesso che il qualcosa era avvenuto, lui voleva essere in prima fila. Il signor Mangano, che ne apprezzò subito l’attitudine, gli diede non un posto in prima fila, ma addiritura un ruolo di palcoscenico, affidandogli il comando del 3° plotone di volontari.

    Una di quelle sere, presso l’edificio comunale di Dullo fu tenuta un’importante riunione tra i capi del BPSA, presenti anche il commendator Grassi ed il sindaco di Dullo, pure lui oramai conquistato dalla causa, nonostante i rischi enormi a cui sottoponeva la sua carriera e la sua persona.

    Fu una serata di lavoro molto intensa:

    “Siamo stati molto fortunati nell’operazione di tre giorni fa” affermò il signor Varini in apertura di seduta..."ma non mi aspetto che le cose continueranno ad essere così facili come lo sono state fino ad ora”

    Alle epressioni di disappunto della maggioranza dei presenti, il signor Varini continuò:

    “Abbiamo sostenuto un combattimento duro...nessuno lo mette in dubbio, ma alcuni episodi durante l’azione mi hanno dimostrato che, come del resto è più che comprensibile, la nostra forza militare è qualcosa assoltamente da non sopravvalutare...non nego che per essere la prima operazione, le nostre forze si siano comportate bene, ma è altresì vero che quando i governativi ci attaccheranno in un momento scelto da loro e non pianificato da noi, e sopratttutto quando ci attaccheranno con forze militari regolari, noi rischiamo di andare incontro ad un disastro”.

    Mormorii e disapprovazione.

    Il signor Varini gesticolò con fastidio per riprendere la parola:

    “Errori che ci sono stati perdonati tre giorni fa contro una caserma di carabinieri male armati e colti alla sprovvista, non ci saranno perdonati contro le forze regolari ben addestrate e bene armate che i governativi useranno per la loro prossima mossa...rimanere inchiodati in mezzo ad una strada, senza riuscire a riprendere il movimento per mettersi al coperto (e guardò specificatamente il signor Amato), o peggio lasciare una posizione appena conquistata in seguito a quattro colpi di pistola (e guardò specificatamente il signor Toppa), sarebbero errori fatali contro fucili d’assalto e mitragliatrici leggere o medie, invece che contro pistole e mitragliette calibro 9. La più infima delle compagnie di fanteria regolare dei governativi, ci verrà addosso con tutte queste armi moderne, con il cui volume di fuoco non possiamo competere...se poi i governativi volessero rischiare grosso dal punto di vista politico, potrebbero anche impiegare armi più pesanti come mortai e pezzi di artiglieria, ed allora la nostra vita diverrebbe molto breve”.

    Piccato il signor Toppa intervenne:

    "E queste cose lei non le aveva previste quando ha pianificato la preparazione militare ?”

    “Assolutamente si rispose il signor Varini...ed avevo anche previsto che quando il nemico sarebbe passato al contrattacco, la nostra tattica avrebbe dovuto, almeno temporaneamente cambiare”.

    “Sarebbe a dire ?” intervenne sospettoso il signor Mangano.

    “Sarebbe a dire che il nostro obiettivo non sarà quello di tenere Dullo o nessuna altra località geografica, ma quello di ammazzare il più possibile di governativi e di distruggere o catturare il più possibile delle loro armi, veicoli e munizionamento”.

    “Ma questo farebbe perdere completamente la fiducia alla popolazione che sta aderendo alla causa...noi gli abbiamo promesso la nostra protezione !” ribattè il signor Mangano.

    “Può essere” rispose sicuro il signor Varini...”ma dimostrerà la difficoltà del governo di cancellarci dalla storia e di distruggere le nostre forze ed il movimento...se combattiamo una battaglia campale contro le forze regolari nelle nostre presenti condizioni, saremo sconfitti e la causa sarà comunque perduta, perché distrutte le nostre forze militari, l’EI riprenderà comunque (ed in sicurezza) il controllo del territorio...se invece procuriamo dolorose perdite al nemico, riuscendo nel contempo a preservare le nostre forze, infliggememmo colpi irreparabili al prestigio dell’avversario ed incoraggeremo un allargamento spontaneo del movimento”.

    “Quindi il nostro concetto di operazione difensiva quale dovrebbe essere”, intervenne a sua volta il signor Iamurdo.

    "Il mio intento è quello di posizionare le nostre forze fuori dal paese lungo le più probabili vie di comunicazione adducenti all’abitato, e di difendere Dullo con una guerriglia ed una successione di imboscate alle truppe nemiche che ci verranno mandate contro. Per nessun motivo le nostre forze si devono impegnare in combattimenti prolungati contro il nemico, o peggio farsi fissare sul posto o accerchiare dai governativi. Questo significherebbe la fine. Il concetto tattico, che ho imparato alla scuola anticarro in Francia, è quello del fuoco rapido ed improvviso e della ritirata su nuove posizioni pima di essere individuati ed impegnati dal nemico.

    “E se il nemico occupa il paese”...chiese preoccuato il commendator Grassi...che già si vedeva espropriata e nazionalizzata la sua azienda, che peraltro finanziava copiosamente il movimento ?”

    “L’obiettivo è quello di far arrivare il nemico talmente stremato in paese, da poter comunque rivendicare una vittoria strategica su di lui, o nella migliore delle ipotesi, esaurirlo prima che ci arrivi...se non dovessimo riuscire a fare ciò, ci disperderemo e continueremo l’atività di guerriglia”, concluse il signor Varini.

    Per la prima volta intervenne il geometra Nutti, che era rimasto silente fino a qual momento: “se perdiamo il paese, perdiamo la partita” disse guardando sotto il tavolo con aria noncurante”.

    “Forse e forse no” rispose il signor Varini...”Se crepiamo tutti noi invece...il forse va eliminato”.

    Ci fu ancora qualche debole tentativo di sviare le intenzioni del signor Varini in favore di una condotta più energica delle operazioni, ma lui in definitiva era il capo politico del movimento, nonché il suo maggiore esperto militare. I convenuti si misero ben presto al lavoro sui dettagli della pianificazione.

    Stay tuned boys
     
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    Ultima modifica: 30 Marzo 2015
  18. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Est di Dullo ore 22:00

    Le 22:30 segnava il momento dell’ultimo pasaggio di controllo del signor Varini lungo le posizioni della compagnia. I volontari erano sistemati alla meglio nei punti ritenuti strategici tra i boschi di fianco alle strade principali di accesso a Dullo. Sembrava di essere di nuovo durante le settimane del boia, specialmente per il 3° plotone, che non aveva ricevuto un addestramento specifico al campeggio di guerra.

    I plotoni erano sistemati lungo le due principali vie di accesso, chiamate “Tarpac” e “Cement”. Il signor Varini ed il signor Mangano, come ogni sera, visitavano tutte le posizioni prima di ritirarsi ognuno al proprio posto di comando. Tarpac e Cement si incrociavano con una strada secondaria che aveva andamento nord ovest – sud est, dando origine a due incroci stradali, chiamati rispettivamente “Zulu” a nord e “X-Ray” a sud. Gli incroci erano a più o meno mezzo chilometro dalle prime case di Dullo, e ne dominavano le vie di accesso, a meno di volersi infiltrare con un lungo e tedioso movimento attraverso le impervie montagne boscose che dominavano la zona.
    Quella sera particolare, la metereologia era una vera merda, essendo in corso un’abbondante nevicata che per lo meno aveva il vantaggio di avere fatto alzare la temperatura a livelli sopportabili. La visibilità per contro, tra il buio e la neve che cadeva in abbondanza, era ridotta a non più di 100, 150 metri, il che rendeva il signor Varini particolarmente irritabile.

    Il plotone del signor Mangano era posizionato nei pressi di Zulu, con la squadra del signor Lavi a nord della strada e quella del signor Barbero a sud. Nei boschi a sud di questa posizione era nascosto il 3° plotone, quello nuovo del signor Rocca, che stava per la prima volta assaporando i piaceri della vita all’aperto. Il signor Rocca, aveva il compito di controllare l’incrocio X-Ray, ed aveva posizionato a nord della strada Cement la squadra del signor Rizzo, ed a sud di essa quella del signor Guarrito. Le rispettive squadre comando dei due plotoni erano state dislocate come riserva, ma posizionate in maniera da coprire comunque l’area battuta dalle armi delle squadre in primo scaglione. Il concetto operazionale del signor Varini si traduceva infatti, a livello tattico, nel fatto che tutte le squadre dovevano essere in grado di coprire con il fuoco le linee di ritirata delle altre squadre, in maniera da facilitare lo sganciamento delle forze ed evitare il combattimento ad oltranza che il signor Varini voleva ad ogni costo evitare.
    Tutte le forze di difesa di Dullo erano schierate su quelle posizioni da ormai due giorni, 24 ore su 24 ,con turni di riposo di non più di un uomo per squadra, che aveva il permesso di riposarsi in paese per qualche ora alla volta. Le notizie che i governativi avrebbero montato un contrattacco alla roccaforte della ribellione erano oramai insistenti e non era il caso di mollare la vigilanza.
    Camp in dullo.jpg Uomini della sezione del signor Varini, che si permettono il lusso di un fuoco, visto che non occupano posizioni avanzate

    La tensione dei leader del BPSA andava montando sempre più specialmente tra le fila del 3° plotone che non aveva alcuna esperienza. Non che gli altri fossero incalliti veterani, ma almeno avevano già visto l’azione e più o meno sapevano come regolarsi, anche se la prospettiva di dover vedere un’altra azione non entusiasmava nessuno. C’erano delle eccezioni, a questo sentimento generalizzato di malessere prima di un’operazione importante, la principale delle quali era costituita dal serafico geometra Nutti, il quale si era ricavato un posticino defilato e ben mimetizzato lungo la Tarmac, ed attendeva gli eventi leggendo alla luce di una piccolissima torcia portatile; la canna del suo Remington, sbucava da un pertugio della sua postazione completamente mimetizzata con l’ambiente circostante. Lui di Romani, come era uso chiamarli, non ne aveva ancora ammazzati abbastanza secondo la sua opinione, ed una seconda possibilità era più che benvenuta. Stesso umore di contenuto ottimismo si respirava all’interno della squadra comando del signor Mangano, che giudicava “da manuale” la posizione da “imboscata assassina” che la compagnia aveva assunto. La squadra comando del signor Mangano era dislocata in posizione eccentrica rispetto al resto del plotone, dal momento che tra i suoi compiti c’era anche quello di fornire assistenza al plotone del signor Rocca.
    Evening before the action.jpg
    Tratto della Cement poco prima del tramonto; notare la scarsa visibilità già prima della sera

    Il signor Varini stava terminando il suo giro di ispezione insieme al signor Iamurdo e si accingeva a ritornare al suo posto di comando posto in un mare di fango in compagnia del plotone del signor Iamurdo, in un bosco alle spalle degli altri plotoni. In senso longitudinale questa posizione era tra le due strade, in maniera che il plotone, in caso di necessità, potesse intervenire dall’uno o dall’altro lato indifferentemente.
    Road block.png
    Posto di blocco speditivo sulla Tarmac (squadra del signor Lavi)

    Il traffico stradale, già non molto denso durante le ore diurne era quasi azzerato durante quelle notturne e veniva controllato da due improvvisati posti di blocco speditivi posti in essere rispettivamente dalle squadre del signor Lavi su Tarpac e del signor Rizzo su Cement. A parte questo modesto traffico civile, non c’era anima viva in giro, quindi il signor Varini ebbe quasi un infarto, quando si sentì chiamare – per nome - da una voce proveniente dal bosco a sud della Cement ben alle spalle della posizione di sicurezza del signor Rocca. Sia lui, sia il signor Iamurdo si girarono di scatto e videro un uomo uscire dal bosco. L’uomo, vestito con abiti civili invernali, che includevano una pesante giubba artica e scarponi da montagna, venne verso di loro. Istintivamente il signor Iamurdo mise la mano alla sua Sig Sauer 226, ma l’uomo uscito dal fogliame si rivolse a lui direttamente con fare calmissimo:

    “Pas besoin de Ca Monsieur...on est entre des amis ici ou qua ?!”

    Il signor Varini, seppur sorpreso, non aveva certo dimenticato il suo francese e quardingo rispose allo sconosciuto:

    “Et vous qui series-vous?”

    “Ca n’est pas important Monsieur le Colonel...plus important est ce que vous etes en train de faire ici”.

    “savez-vous quois que ce soit ?” Rispose il signor Varini sempre più guardingo.

    “Mais oui, naturellement mon cher Colonel...nous savons a peu pret tous de vous…ou au moins nous vous avons observés pendant longtemps, et nous sommes interesseés a votre travaille”.

    “Donc il foudrait qu’on ne parle en face d’une tasse de café peut etre ?” rispose il signor Varini

    “Porquois pas”? rispose l’ufficiale del 13° reggimento dragoni paracadutisti dell’Armée de Terre.

    Lo sconosciuto (per informazione esclusiva dei lettori ma il signor Varini non lo deve sapere) era il Capitano Venard del 13° reggimento dragoni paracadutisti francese, mandato dai servizi segreti militari ad investigare la consistenza e la forza del BPSA. Affermò che la Francia era moderatamente interessata allo svilupparsi del BPSA, e non si sbilanciò oltre; affermò che una piccola missione di assistenza e supporto, naturalmente riservata, era pronta in Francia a favore del movimento del signor Varini, e che lui era stato inviato come primo elemento per una presa di contatto. Il signor Varini chiese dettagli ed informazioni su questa iniziativa francese, ma il capitano Venard si limitò a dire che si trattava di una missione di consiglieri militari per promuovere e curare l’addestramento delle forze del BPSA, e possibilmente per migliorarne l’armamento; sempre che il signor Varini ed i suoi avessero dato prova di affidablità nella gestione della crisi. Il signor Varini riconobbe l’importanza di una disponibilità di istruttori militari in più rispetto a lui stesso, al signor Mangano ed il signor iamurdo, ma cercò di premere soprattutto sulla fornitura di armamenti moderni con i quali il BPSA potesse avere possibilità di combattere con successo le sue battaglie. Il Capitano Venard rispose giustamente che la questione dell’armamento e quella dei consiglieri militari erano profondamente legate tra di loro, in quanto era perfettemente inutile fornire delle armi che non si sarebbe saputo come fare funzionare. Il tira e molla andò avanti per qualche tempo e per più di una tazza di caffè, ma fu bruscamente interrotto dall’allarme dato per radio dal signor Mangano:

    “Attenzione Vanguard qui Mike 0...sentiamo veicoli provenienti da valle due tornanti sotto la nostra posizione. Non abbiamo visuale ma dal rumore si direbbero veicoli pesanti e molti...entriamo in stato di allarme su iniziativa cambio...”

    Il signor Varini mollò il Francese, e mise mano alla radio sulla frequenza di compagnia:
    “tutti i plotoni in stato di allarme, possibile attacco nemico proveniente da valle a est...preparate armi e munizioni...ripeto...il nemico potrebbe essere in avvicinamento...verificate le vostre posizioni e richiamate tutti gli uomini in turno di ripose; datemi conferma vostro stato non appena pronti...qui Vanguard chiudo”.

    Poi, sempre sulla frequenza di compagnia:
    “Geometra ha copiato tutto ?”
    “Affermativo vanguard...mi preparo all’azione...non ammazzatemeli tutti prima che arrivino qui...chiudo”.
    Nutti.jpg

    Il signor Varini si girò verso l’ufficiale francese:

    “Mon Capitaine je pense qu’il est temp de bouger pur vous” on se rencontre lorsque la dance est terminée”

    “Bien sur Mon Colonel...et je raccomande que vous ne faites pas battre votre hommes comme s’ils etaient des veterains…ils ne sont pas”

    Detto questo, Venard, se ne andò con la stessa calma con la quale si era presentato.

    Stay tuned boys...prossimo post…azione
     
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    Ultima modifica: 31 Marzo 2015
  19. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Dullo est ore circa 24:00 (assaggio dell’azione che verrà)
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    Improvvisamente il rumore del convoglio che il signor Mangano aveva sentito cessò, ed il signor Mangano stesso ne diede immediatamente comunicazione al signor Varini.

    "Vanguard...qui Mike 0 pare che chiunque stia salendo quassù si sia fermato...non abbiamo visuale ripeto non...abbiamo visuale...cambio".

    "Mike...continuate ad osservare, non svelate le vostre posizioni...sospetto che se si tratta del nemico e non di una comitiva di turisti, stia semplicemente appiedando i reparti per una ricognizione...ripeto è imperativo che non sveliate la vostra posizione...cambio"

    "Vanguard...ricevuto...se li identifichiamo come soldati governativi...cambio ?"

    "Gli sparate solo quando sono vicini abbastanza per levarli di mezzo...ricordate gli ordini...ingaggiate e ritiratevi...ideale sarebbe che il nemico non possa mai fare in tempo a rispondere al fuoco...cambio".

    "Ricevuto Vanguard...chiudo".

    Si trattava infatti dell'EI che non avendo alcuna idea della disposizione del nemico aveva saggiamente deciso di non avanzare in colonna di marcia imbarcato sui mezzi, ma di smontare e di procedere con i piedi di piombo.

    Il primo ad identificare il nemico fu il signor Rizzo, del plotone del signor Rocca. Una Land Rover avanzava lentamente lungo la Cement. Quando il veicolo si avvicinò più o meno a 100 metri l'intera squadra aprì un fuoco di fila con tutti i fucili a disposizione. L'AR-90 prese fuoco quasi immediatamente sotto la grandine di proiettili 7.62 e si arrestò inerte in mezzo alla strada.

    A nord, lungo l'altra strada, la Tarmac, una seconda Land Rover riuscì a passare sotto il naso del plotone del signor Mangano, ma per sua disgrazia, venne a trovarsi nel campo di tiro del geometra Nutti, il quale prese la mira con tutta calma, lasciò anch'egli avvicinare il veicolo ad un centinaio di metri e poi esplose un singolo proiettile che fulminò l'autista. La Land Rover sbandò a sinistra e si fermò contro un albero. Un secondo soldato si proiettò fuori dal veicolo. Il geometra Nutti espulse il bossolo e scarrellò un altro proiettile in canna. Non appena il secondo uomo accennò a sporgersi per osservare la situazione, Il geometra Nutti gli fece saltare il cervello, che in effetti si sparse per tutta la carreggiata. Con il suo solito Bon Ton il geometra Nutti si attaccò alla radio:

    “Vanguard qui Delta...ho inchiodato una jeep a 100 metri dalla mia postazione...nessun sopravvissuto e nessuno dietro di loro...devo cambiare posizione..il relitto della Jeep mi ostruisce la visuale...cambio”

    “Delta ricevuto...come ha fatto il nemico a passare attraverso Mangano...cambio ?”
    “Non ne ho idea Vanguard...cambio”


    “Confermo...sceglietevi un nuovo buco e tenetemi informato...chiudo”

    Il signor Varini si prese un appunto mentale di mangiarsi il signor Mangano per colazione, ma adesso vi erano faccende più importanti da sbrigare...poi avvenne la seconda cazzata...protagonista del giorno il signor Barbero, il quale senza autorizzazione, allo scopo di migliorare la visuale all’incrocio Zulu abbandonò la propria posizione ed avanzò di una trentina di metri verso la radura adducente all’incrocio.

    L’EI che non era certo tatticamente sprovveduto aveva già appostato nel silenzio totale alcuni dei sui elementi nella boscaglia ad est di Zulu. Come le forze del signor Barbero apparvero al limitare della boscaglia, gli alberi di fronte si accesero come a natale; traccianti di ogni colore, oltre che informare che il nemico sparava con armi diverse, informavano anche che con l’EI non si scherzava; due uomini della squadra del signor Barbero vennero falciati nel giro di meno di un secondo, gli altri si buttarono a terra mezzo accecati dalle vampe seguite dal...nulla più totale. Per i due colpiti, nulla da fare...morti sul colpo.

    “Mettetevi al coperto !! Al coperto per Dio !!!!”...strillava Il signor Mangano, il cui plotone aveva adesso il record di cazzate al minuto della compagnia...ben due...poi tirò a sé l’operatore radio:

    “Vanguard...qui Mike 0...il nemico ha già occupato le posizioni di fronte a noi...credo che siamo compromessi...ed ho una squadra mal ridotta di già...mi preparo a sganciarmi...cambio”.

    “Ricevuto Mike...sganciatevi di iniziativa e ritiratevi lungo le direttrici concordate...ho sentito la sparatoria...il suono di una ferrea disciplina di fuoco da parte del nemico...siete in grado di dire da dove tirano...cambio?”

    “Vanguard...neanche un po’ cambio”.

    “Mike...venite via di lì...Delta...se siete in ascolto, coprite il movimento...cambio per tutti”.

    “Delta...ricevuto”

    “Mike...ricevuto”.

    Il signor Mangano...si mosse in avanti per cominciare il pericoloso e tedioso lavoro di raccogliere la squadra del signor Barbero; col cucchiaino.
    S2T01.gif
    Continua...
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    Ultima modifica: 31 Marzo 2015
  20. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Mentre il sigor Mangano cercava di raggiungere con la sua squadra quella del signor Barbero, l’esercito Italiano fece partire il suo attacco. Oramai L’EI sapeva dove la squadra del signor Mangano era appostata e le applicarono un fuoco di soppressione da paura. Ancora traccianti su traccianti, che però non si capiva bene da dove provenissero (parevano provenire da tutte le parti)all’indirizzo della squadra del BPSA.
    Sia il signor Barbero che il signor Mangano erano già a corto di argomenti; stavano affrontando qualcosa di completamente diverso dai carabinieri della caserma di Dullo. Il signor Barbero perse ancora due uomini ed andò nel panico più totale; in rotta, ebbe nuovi feriti per impatto contro rami, arbusti ed alberi durante la precipitosa fuga. Il signor Mangano non potè fare nulla per fermare la corsa della squadra. Si attaccò alla radio:
    “Vanguard...qui Mike 0...siamo nella merda !! Barbero ha abbandonato la posizione...non sono in grado di garantire il lato sud di Zulu...cambio.
    “Mike 0...mantenete la calma...lasciate andare Barbero e trovatevi un’altra posizione...è vitale che il nemico non vi individui...confermate...cambio”.
    “Vanguard...ricevuto...eseguo...chiudo”.

    Il signor Mangano non sapeva che nel confuso scambio di colpi, la squadra del signor Lavi aveva colpito uno degli assalitori e che conseguentemente la squadra nemica si era data una calmata. La cosa era però stata notata dal geometra Nutti, il quale si era andato ad inquattare sotto la Land Rover che aveva colpito in precedenza. Il geometra Nutti osservò il nemico con il suo cannocchiale ad infrarossi e spedì un secondo militare nemico al creatore con un ulteriore tiro del suo fucile. Poi pregò che nessuno lo avesse individuato.
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    Nella notte buia il combattimento per Zulu diventava sempre più complicato: Alla prima squadra di governativi, se ne aggiunse una seconda, che tentò un movimento verso le posizioni occupate dal signor Lavi. Di nuovo, benché in ansia, le truppe del signor Lavi risposero al fuoco, con il concorso del geometra Nutti, che oramai sparava di iniziativa su bersagli di opportunità. In una temporanea sospensione del fuoco, il geometra Nutti si inserì di nuovo nella rete radio:
    “Delta a tutti...il nemico tenta di infiltrarsi da Zulu...sono truppe alpine...ho visto le penne sugli elmetti...per il momento le conteniamo...chiudo”
    Alpini on the lookout.jpg
    Alpini su Zulu, nel cannocchiale del geometra Nutti; l'alpino in piedi di spalle verrà colpito tra un secondo
    “Mike 0 qui Vanguard...le posizioni delle vostre squadre è stata individuata...ripiegate su nuove posizioni...date conferma...cambio”.
    “Vanguard...Mike 0...ci sto provando...ma non posso eseguire l’ordine se non riprendo il controllo delle mie truppe...cambio”.
    “Mike 0...agite di iniziaiva appena possibile...tenetemi informato...chiudo”.

    snow combat.jpg
    La squadra del signor Lavi, tenta di svincolarsi dalla linea di tiro del nemico

    7
    Alla fine il signor Mangano riuscì a far ritirare il signor Lavi dal limitare del bosco che dava su Zulu, ma la squadra aveva 3 morti ed un ferito grave; inutile dire che non si poteva più contare su di loro come forza combattente. La seconda squadra, quella del signor Barbero era pure in ritirata dall’altra parte della Tarmac con 4 perdite. Il plotone del signor Mangano era quasi spacciato. Nota positiva: gli alpini erano guardinghi e non erano ancora avanzati al di là di Zulu, non essendo certi che fosse sicuro farlo.
    Sulla base di queste informazioni, per signor Varini era tempo di decisioni: si tratta di capire se i governativi stessero facendo il loro sforzo principale su Zulu o se si sarebbero presentati anche su X-ray. Occorreva decidere se e quando fosse il caso di impegnare il plotone del signor Iamurdo in combattimento. Era il momento di colpire, e colpire forte i governativi, ma per il momento l'iniziativa era nelle mani del nemico.
    “Delta...avete ancora visuale sul nemico cambio ?”
    Il geometra Nutti portò il microfono alla bocca senza staccare gli occhi dal suo binocolo ad infrarossi.
    “Vanguard...almeno una squadra all’incrocio pancia a terra ed altra gente dietro di loro, in posizione di attesa...valuto il totale ad un plotone appiedato...nessun veicolo in vista...cambio”.
    “Delta...ricevuto...chiudo”.
    “Un plotone”
    rifletté il signor Varini. “Cosa mi avranno mandato contro sti bastardi...una compagnia o un’intero fottuto reggimento...non posso saperlo...se non sento fuoco di mortai o peggio missili anticarro, in un quarto d’ora devo assumere che sia una compagnia...fino ad allora, assumerò il peggio...cioé un intero reggimento...quindi col cazzo che muovo la riserva, basandomi sullo sforzo offensivo di un singolo plotone...non ho ancora abbastanza informazioni”.
    Il signor Varini si riattaccò alla radio:
    “Vanguard a tutti...seguono ordini...Mike 0 ripiegate come potete lungo la Tarmac...Romeo 0...” (Romeo 0 è il plotone del sigor Rocca...”Romeo 0 mantenete le posizioni su X-Ray e tenetemi informato...vi copriamo noi il fianco sinistro se il nemico da Zulu riesce ad iniltrarsi...Delta...continuate ad osservare e ad ingaggiare di iniziativa, ma alzate i tacchi immediatamente, se avete il sospetto di essere stato individuato...cambio per tutti”.
    Tutti i plotoni ed il geometra Nutti dettero segnale di ricevuto.
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    Il signor Varini non fece in tempo a mollare la radio, che il combattimento si riaccese violento.
    Gli alpini, visto il semi fallimento del loro attacco di plotone, madarono avanti due piccole pattuglia per tastare il terreno. Era evidente che questo comportamento svelava il fatto che non avevano ancora una precisa idea della disposizione delle forze del BPSA...lo scoprirono a caro prezzo; infatti a loro insaputa, il geometra Nutti li osservava avanzare con un sorriso mefistofelico sotto il suo passamontagna e cappuccio bianchi. Non appena le pattuglie (2 unità di 4 uomini l’una) si portarono guardinghe a 100 metri, il geometra Nutti diede fiato al suo clarinetto e ne abbatté 2. Gli altri due della squadra di punta, si ritirarono cercando di trascinarsi dietro i compagni. La seconda pattuglia, fu presa di mira da parte delle squadra comando del signor Mangano e dai resti della squadra del signor Lavi, che interruppe il ripiegamento per sparare al nemico che gli era oramai nell’ano. Anche la seconda pattuglia nemica, pensò bene di levare le tende lasciandosi alle spalle una mandata di fumogeni; il che fece girare le balle al geometra Nutti, che non vedeva più una mazza nonostante gli infrarossi. Dalla parte del passivo, a sparatoria conclusa, un ferito nella squadra comando del signor Mangano, con conseguente agitazione, ed una scheggia di M-203 nella schiena di un soldato del signor Barbero che si stava ritirando attraverso la squadra del suo comandante di plotone.
    Continua...
     
    Ultima modifica: 1 Aprile 2015

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